MA L’ASSEMBLEA CINQUESTELLE HA GIA’ CHIESTO: “ORA VOGLIAMO VOTARE ON LINE”
LA PRIMA MOSSA POLITICA DEL MOVIMENTO COINCIDE CON LA COMPARSA DI DIVERSE FAZIONI…LA DIVISIONE E’ TRA GLI INTEGRALISTI, CRITICHE A DI MAIO… E IN EUROPA DIVERSI ELETTI VOGLIONE ENTRARE NEL GRUPPO DEI VERDI
La prima reazione del fondatore del Movimento cinque stelle, stavolta, è stata di ostentata soddisfazione.
Ha chiamato Di Maio e Toninelli per dirsi «molto contento» per com’è andato l’incontro con Renzi. Più tardi il blog, attaccando come al solito un giornalista (in questo caso del Corriere), ha tenuto molto a puntualizzare questo: «Renzi si è detto interessato a trovare un punto d’incontro con il Movimento 5 Stelle, e non ha bocciato il Democratellum».
Insomma: se in tante altre occasioni la prima preoccupazione, da un punto di vista mediatico, era sottolineare le divergenze (abissali) col Pd, oggi la prima preoccupazione è mettere l’accento su una possibilità – non scontata, certo, ma una possibilità – di trovare una mediazione con Renzi.
I commenti sul blog sono singolarmente miti.
E «contento» è l’aggettivo che “dà la linea” al grosso delle dichiarazioni “ufficiali”. Toninelli, l’autore principale della stesura della proposta di legge del M5s, si dice «contento della possibilità di un secondo incontro», perchè «il paese ha bisogno di una buona legge elettorale. Con noi entro cento giorni».
Luigi Di Maio – il vicepresidente della Camera in rampante ascesa nel Movimento – scrive su Facebook: «dopo l’incontro con Renzi sono contento che il Democratellum (votato da centinaia di migliaia di cittadini) sia un punto di partenza».
Dal che si deduce che l’incontro per loro è andato ufficialmente bene; anche se, in realtà , Di Maio fa una torsione, a posteriori: dallo streaming è apparso chiaro che il punto di partenza, nella visione del loro interlocutore Renzi, non è il Democratellum, è semmai un doppio turno a cui il Pd non intende rinunciare; ma è vero che c’è una «partenza» di qualcosa, perchè Renzi, sulle preferenze, effettivamente apre una possibilità .
E Di Maio apre, eccome, non solo sulle preferenze; si spinge a dire «non siamo contro i doppi turni».
Questi piccoli slittamenti lasciano capire anche qual è il timore nel M5S: se andasse avanti un dialogo, e se Renzi aprisse davvero sul singolo punto delle preferenze, a quel punto resterebbe in mano al M5S il cerino di dire un eventuale no.
Esiste però, anche, la possibilità opposta (stretta, ma c’è): di un accordo vero.
In cui il M5S offre qualcosa (i collegi piccoli?), non solo chiede (le preferenze). Dipenderà dalla volontà reale dei due contraenti – e dall’abilità e le circostanze – ma questo ci conduce al lato “meno ufficiale” del racconto.
Alcuni nel Movimento, che molto sanno, raccontano questi fatti: nel M5S c’è un malumore molto forte (si stanno creando delle fazioni, un po’ come le vecchie correnti di partito) per come questo incontro è stato calato dall’alto.
Qualcuno dice «è stato un bel match, ma non è detto che un bel match vada in porto». Ed è stata già avanzata formalmente la richiesta – proveniente da tanti parlamentari – che sull’eventuale proposta di Renzi, almeno stavolta, possa esserci un voto on line. Ed è probabile che ci sarà , altrimenti Grillo e Casaleggio metterebbero ancora di più in tensione un Movimento diviso assai, in questa fase (per dire: su un altro tavolo, quello europeo, alcuni europarlamentari M5S – se è vero ciò che sostiene Ulrike Lunacek, presidente del gruppo Ue dei verdi – avrebbero chiesto di entrare nei verdi). Ottenere qualche risultato con Renzi li ricompatterebbe; un nulla di fatto li esporrebbe invece a dinamiche più “balcaniche”.
La divisione, attenzione, non è più quella tra integralisti e dissidenti. No, riguarda gli stessi integralisti. Alcuni di loro chiedono: «Ora si deve votare on line».
E a complicare ulteriormente le cose c’è un particolare su cui si dovrà tornare: parallelo all’ascesa di Di Maio, cresce il numero di quelli che, eufemismo, lo criticano.
Vedremo cosa ne uscirà .
Jacopo Iacoboni
(da “La Stampa“)
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