MACERATA, LA MELONI SI PREOCCUPI DEL BOIA TRAINI INVECE CHE FARE PRESSIONI INDEBITE SUI MAGISTRATI
QUESTA SAREBBE LA DESTRA DELLA LEGALITA’: “IL BASTARDO NIGERIANO NON E’ STATO ACCUSATO DI OMICIDIO, VOGLIO SPERARE CHE SIA SOLO UNA SCELTA PROCEDURALE E CHE SIA FORMALIZZATA IN SEGUITO”…MA ALLORA HA ASSISTITO AI FATTI CHE SA COSA E’ ACCADUTO? SI PRESENTI SUBITO ALLA PROCURA A TESTIMONIARE
Il clima che si respira a Macerata lo descrive bene De Angelis su Huffingtonpost:
“C’è tutta la precarietà di un’ultima barriera che rischia di essere travolta nel gesto e nelle parole del guardasigilli Andrea Orlando. Il quale è andato in procura a Macerata a ribadire ciò che ovvio pare non essere più: “Bisogna garantire ai magistrati di questa realtà di poter lavorare con la giusta serenità nell’interesse della giustizia e della verità “. È evidente che questa serenità non c’è più. E la pressione sta diventando troppo alta su una piccola procura della provincia italiana, abituata a reati ordinari che finiscono sulla nera dei giornali locali. Non si tratta solo dell’ansia (comprensibile) di verità dell’opinione pubblica scossa nel profondo. Si tratta della voglia di processi sommari: la giustizia come vendetta, il giudice come giustiziere, il colpevole da dare in pasto all’opinione pubblica assetata di sangue pur non sapendo quale sia il reato e, in definitiva, la verità dell’accaduto. Perchè il “colpevole” non è un “colpevole” come tutti gli altri che si macchiano di analoghi crimini. In questo caso è, al tempo stesso, una razza, un colore, simbolo di ciò che non siamo e da cui proteggerci, in quest’orgia di intolleranza e xenofobia.
Balbetta il Partito democratico che teme, sulla sicurezza, di perdere consensi. Evidentemente ad accezione del suo guardasigilli, unico ad aver espresso parole di sostegno alla magistratura. E unico del governo ad essere andato a trovare uno dei feriti della “strage” di Macerata: un ghanese, cattolico, integrato nella comunità locale e ferito mentre andava al barbiere per mettersi in ordine in vista della domenica. Gesti che sfidano l’impopolarità oggi, ma anche domani se il verdetto della procura non soddisferà l’ansia dell’opinione pubblica.
Perchè il clima è questo: urlano gli impresari della paura, con slogan violenti, ancor di più dopo la violenza perchè Macerata è un business elettorale che porta ricchezza facile speculando sulla paura di una società spaventata dalla crisi, dalla globalizzazione, dall’immigrazione.
Andate a vedere i siti di Casa Pound, dove si inneggia alla pena di morte. O di Forza Nuova che organizza una manifestazione a Macerata proprio domani. Anche Giorgia Meloni scrive su facebook: “Il bastardo spacciatore nigeriano che ha fatto a pezzi Pamela non è stato accusato di omicidio in fase di conferma dell’arresto. Voglio sperare che sia solo una scelta procedurale dei magistrati che formalizzeranno l’accusa di omicidio in seguito”.
Ecco la pressione sulla procura mentre l’indagine è in corso. Ed in questa situazione che il procuratore di Macerata Giovanni Giorgio ha dovuto precisare che comunque non c’è nessuna ipotesi di scarcerazione per Oseghale, altra fake news messa in giro ad arte dai giornali di destra secondo la tesi spericolata che Dell’Utri è in carcere ingiustamente e qui si rischia la scarcerazione.
Leggete qui l’house organ berlusconiano: “Oseghale è in carcere, ma potrebbe uscire presto, perchè il gip riconosce solo i reati di vilipendio e occultamento di cadavere. L’omicidio no”.
E invece l’ipotesi di scarcerazione non c’è perchè è complicato dare i domiciliari a un senza fissa dimora e perchè sussistono tutti i presupposti per convalidare il fermo, a partire dal pericolo di fuga. Ma anche in questo caso è il gran falò della strumentalizzazione politica che brucia il tanto declamato garantismo che, da quelle parti, vale molto per il ceto politico fino al terzo grado e anche oltre, quando una sentenza spiacevole viene bollata come sentenza politica. In questo caso la sentenza “politica” si chiede prima: prima del primo grado, prima di appurare la verità , possibilmente prima del voto.
Mai, una volta, la semplice fiducia nella magistratura, architrave dello Stato di diritto.
(da “Huffingtonpost”)
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