MACRON NOMINA BARNIER PRIMO MINISTRO, VINCERE LE ELEZIONI PER LUI NON CONTA NULLA
POSSIBILISTA LA LE PEN, DURO MELENCHON: “L’ELEZIONE E’ STATA RUBATA”
Al posto del 35enne Gabriel Attal, il più giovane primo ministro della Quinta Repubblica, il presidente Emmanuel Macron ha nominato il 73enne Michel Barnier, il più anziano premier della stessa Quinta Repubblica. Macron ha incaricato Barnier, politico esperto da sempre appartenente alla destra gollista, di «formare un governo di unità al servizio del Paese e del popolo francese».
La nomina mette fine a una serie di laboriose consultazioni e a ipotesi che avevano bruciato molti nomi (Lucie Castets e Bernard Cazeneuve a sinistra, Xavier Bertrand e David Lisnard a destra, più il tecnico Thierry Beaudet), e arriva a ben 60 giorni dal risultato delle elezioni legislative e 51 giorni dopo le dimissioni di Attal, accettate da Emmanuel Macron il 16 luglio. Finora Attal era rimasto in carica per sbrigare gli affari correnti.
Il passaggio di consegne è previsto per le 18 di oggi giovedì 5 settembre.
Il passo successivo sarà la formazione del governo. Compito non facile per Michel Barnier, che dovrà mettere insieme una squadra in grado di trovare compromessi e soprattutto non essere immediatamente bocciata con una mozione di censura dell’Assemblea nazionale. Sulla carta, non esiste ancora una maggioranza che sostenga il premier Barnier.
Il voto del 7 luglio ha portato in parlamento tre blocchi – il Nouveau Front Populaire di sinistra, il blocco macronista di centro, il blocco «nazionale» di estrema destra del Rassemblement national con l’alleato Eric Ciotti – nessuno dei quali è in grado di raggiungere la maggioranza assoluta.
La speranza di Macron è che Barnier possa governare grazie ai voti del centro macronista e della destra gollista uniti a un atteggiamento non di opposizione pregiudiziale di Marine Le Pen, che infatti ha reagito alla nomina con una certa apertura: «Chiederemo che il nuovo capo del governo rispetti gli 11 milioni di francesi che hanno votato per il Rassemblement National, che rispetti loro e le loro idee. Saremo attenti al progetto di cui sarà portatore e attenti a far sì che le aspirazioni dei nostri elettori, che rappresentano un terzo del popolo francese, siano ascoltate e rispettate».
La Francia va dunque verso un governo di centro-destra che potrebbe godere, in modi da precisare, del sostegno o quantomeno della non opposizione attiva del Rassemblement national di Marine Le Pen.
Se Xavier Bertrand, compagno di partito di Michel Barnier, è stato scartato, è perché Marine Le Pen lo considera un nemico; Michel Barnier invece non è mai stato verbalmente duro con il Rassemblement national e i suoi elettori, e in qualche caso ha difeso posizioni vicine a quelle di Marine Le Pen: sull’immigrazione, per esempio, o sull’opportunità di derogare talvolta alle decisioni delle istituzioni europee.
Anche per questo la nomina di Michel Barnier suscita le veementi proteste della sinistra e in particolare di Jean-Luc Mélenchon, leader della France insoumise che con gli altri tre partiti della gauche (socialisti, comunisti e ecologisti) forma il Nouveau Front Populaire
Il Nfp non arriva alla maggioranza assoluta, certo, come non ci arrivano gli altri due blocchi: ma è pur sempre la coalizione arrivata prima alle elezioni del 7 luglio, e l’unica che aveva trovato l’accordo su un nome da candidare in modo unitario, quello di Lucie Castets, scartata però da Macron.
Mélenchon è durissimo: con la nomina di Barnier, «le elezioni sono state rubate al popolo francese. Macron si rifiuta di rispettare la sovranità popolare e la scelta compiuta dai francesi alle urne». Il leader della France insoumise invita alla «più forte mobilitazione possibile» il 7 settembre, quando una serie di manifestazioni sono organizzate in tutta la Francia per protestare contro la mancata nomina di Lucie Castes.
Michel Barnier, 73 anni, veterano della politica francese ed europea, è stato ministro per la prima volta nel 1993 sotto la presidenza di François Mitterrand (coabitazione con il premier di destra Edouard Balladur), poi tre volte sotto le presidenze di Jacques Chirac e Nicolas Sarkozy. È stato anche due volte Commissario europeo e infine, tra il 2016 e il 2021, negoziatore dell’Unione europea sulla Brexit. Michel Barnier è stato anche deputato, senatore ed europarlamentare.
(da agenzie)
Leave a Reply