CASO SANGIULIANO: NELL’ESPOSTO IN PROCURA PRESENTATO DA ANGELO BONELLI VENGONO IPOTIZZATI DUE REATI, PECULATO E RIVELAZIONE DI SEGRETI D’UFFICIO
“A QUALE TITOLO LA DOTTORESSA BOCCIA HA USUFRUITO DI SERVIZI E MEZZI DELLO STATO NON AVENDO UN RUOLO ALL’INTERNO DEL MINISTERO DELLA CULTURA? COME È STATO POSSIBILE CHE SIA VENUTA A CONOSCENZA DI INFORMAZIONI E DOCUMENTI RISERVATI?”
Sono la “Indebita destinazione di denaro o cose mobili”, previsto dall’articolo 314 bis del Codice penale, e la rivelazione di segreti d’ufficio, previsto dall’articolo 326 del Codice penale, i due reati che il portavoce dei Verdi Angelo Bonelli, ipotizza nel suo esposto presentato al Procuratore della Repubblica di Roma relativo alla vicenda che vede coinvolti il ministro Gennaro Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia.
L’esposto di tre pagine e 11 allegati (con tutti i documenti citati), ricostruisce puntualmente la vicenda da quando, il 26 agosto scorso, Maria Rosaria Boccia annunciò su Istagram la propria nomina a consigliera del Ministro per i Grandi eventi, con l’immediata smentita dello staff del ministro della Cultura. Al termine della ricostruzione dei fatti, ormai di dominio pubblico, Bonelli pone alcuni interrogativi: “a quale titolo la dottoressa Boccia ha usufruito di servizi e mezzi dello Stato non avendo alcun ruolo negli organici dello Stato e tantomeno del Ministero della Cultura?
Chi si è reso responsabile nel ministero della Cultura dell’accreditamento della dottoressa Boccia presso uffici e articolazioni dello Stato e nelle organizzazioni di eventi letterari finanziati con soldi pubblici? Come è stato possibile che la dottoressa Boccia sia venuta a conoscenza di informazioni e documenti riservati e comunque coperti dal segreto d’ufficio come le mappe per la visita dei ministri della Cultura del G7 a Pompei, ponendo un problema serio di sicurezza?
Quali altri documenti e informazioni dispone la dottoressa Boccia? Quali informazioni istituzionali il ministro Sangiuliano ha comunicato alla dottoressa Boccia in virtù del suo rapporto privato con la stessa?”.
“Tutto ciò premesso – si legge ancora nell’esposto -, il sottoscritto nella sua qualità di deputato della Repubblica italiana, segnala all’Ill.mo Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma i fatti e i comportamenti sopra illustrati, affinché si compiano tutte le legittime indagini e ne venga valutata la eventuale rilevanza penale, perseguendo i soggetti che dovessero risultare responsabili per gli eventuali delitti previsti dall’ex art 314 bis c.p. e dall’ex art. 326 c.p. e per tutti quei reati che nei fatti esposti dovessero essere ravvisati”.
(da agenzie)
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