MACRON S’E’ CUCINATO GIORGIA MELONI E L’HA TENUTA FUORI DALL’INCONTRO INFORMALE CON TRUMP, ZELENSKY E STARMER NELLA BASILICA DI SAN PIETRO
UNA RICOSTRUZIONE VUOLE CHE IL PRESIDENTE FRANCESE E IL PREMIER INGLESE, AL PARI DI ZELENSKY, AVESSERO CONCORDATO FIN NEI DETTAGLI IL VERTICE TRA IL PRESIDENTE UCRAINO E TRUMP, FORMATO BILATERALE COMPRESO… LO SMACCO E’ PESANTISSIMO: L’ITALIA E’ STATA ESCLUSA DA UN MOMENTO STORICO (E DA UNA FOTO MEMORABILE) PROPRIO MENTRE GIOCAVA “IN CASA” – C’E’ POCO DA FRIGNARE: IL GOVERNO ITALIANO HA SCELTO DI NON FARE PARTE DEL GRUPPO DEI “VOLENTEROSI” A SOSTEGNO DI KIEV, PER NON IRRITARE LA CASA BIANCA, E ORA SE LA PIJA IN SACCOCCIA
Non una semplice foto. Piuttosto, la traccia di una spietata battaglia diplomatica che da mesi divide Roma e Parigi. Un colpo inferto dall’Eliseo a Palazzo Chigi, questa la tesi ufficiosa degli italiani, con la complicità più o meno consapevole di britannici e ucraini. In cui lo storico scatto che ritrae Donald Trump,
Volodymyr Zelensky, Emmanuel Macron e Keir Starmer nella basilica di San Pietro diventa dunque il simbolo di un’esclusione pesante: quella di Giorgia Meloni.
La storia va raccontata dall’inizio, con un’avvertenza: si fa fatica a distinguere i fatti dal veleno, le posizioni della vigilia da quelle che trapelano quando tutto è compiuto. L’unica certezza è proprio quella foto, che circola per il globo e non include la premier italiana. Per Roma, uno sgarbo deliberato. Con un’aggravante: tutto si consuma “in casa”, visto che le esequie si celebrano a Roma (anche se tecnicamente in territorio vaticano).
Di certo, la reazione italiana è veemente, rabbiosa. Il primo dato incontrovertibile è l’origine dello scontro. Da un paio di mesi, la crisi ucraina ha scavato un solco tra l’Italia e il tandem franco-britannico. Parigi e Londra si spendono per costruire una coalizione di “volenterosi” che bilanci le tesi di Donald Trump, arrivando a offrire la disponibilità per l’invio di un contingente di pace sul terreno.
Tra le grandi capitali continentali, l’unica a esporsi con decisione contro questa linea è proprio Meloni. Preoccupata di rompere con Washington, sempre pronta a rivendicare per Roma un ruolo di ponte tra l’Ue e la Casa Bianca. È la ragione per cui nelle ultime settimane i vertici operativi che si tengono a Parigi non prevedono la presenza italiana. Ma includono comunque gli Usa.
Sono scorie che disturbano la vigilia dei funerali del Papa E che spingono Meloni a frenare informalmente, in più occasioni, rispetto all’ipotesi di organizzare summit ufficiali a margine delle esequie.
È una linea che fa veicolare attraverso i suoi ministri più fidati. Pesa l’ambizione politica di organizzare sempre a Roma, nelle settimane successive, un vertice Usa-Ue che dia seguito alla proposta lanciata durante la visita alla Casa Bianca. Senza trascurare un altro timore: quello di rimanere esclusa, su input di Macron, da una riunione del Quint sull’Ucraina.
Queste stesse scorie arrivano ieri fin dentro la basilica. E scatenano ricostruzioni che faticano a combaciare. Innanzitutto: come nasce la fotografia a quattro? Un primo fatto è che lo scatto viene diffuso dallo staff ucraino. Per Roma, però, il risalto dato è opera dei francesi, in modo da colpire Meloni: i leader, infatti, si sarebbero intrattenuti soltanto per alcuni secondi. Vero, ma con una postilla decisiva veicolata dalle diplomazie europee: il francese e l’inglese,
al pari di Zelensky, avrebbero concordato fin nei dettagli il vertice tra il presidente ucraino e Trump. Formato bilaterale compreso.
È un tassello negato con decisione da palazzo Chigi. Dal pomeriggio, iniziano a diffondersi ricostruzioni alternative. La prima, difesa con le unghie e con i denti: Meloni ha concordato ogni mossa con Trump, altro che esclusione. Tutto le era noto, compreso il bilaterale informale in basilica. E ancora: a dispetto dello scatto, Macron sarebbe stato escluso dal confronto tra il tycoon e Zelensky. Il video che immortala quei momenti, in realtà, non offre conferme: il presidente francese saluta l’ucraino e indica Trump, Zelensky annuisce, l’americano prende il braccio di Macron e sussurra alcune parole di spiegazione. Le sedie disposte nella navata passano da tre a due: per i meloniani, il segno di un’esclusione eclatante, per gli ucraini il frutto della decisione di non coinvolgere l’interprete.
E ancora, a dare retta a fonti ufficiose: Meloni sarebbe stata addirittura rallentata da uomini della sicurezza trumpiana mentre si avvicinava ai quattro, ecco spiegata l’assenza dalla foto. Anche in questo caso, le immagini non chiariscono: mentre i quattro si parlano, la Rai pare inquadrare la premier seduta in piazza. Di certo, a sera l’aria è pesante. E un altro video, che circola su Tik Tok e proviene dal mondo renziano, immortala un attimo di autentico gelo tra Meloni e Macron: i due si incrociano in piazza, quasi si sfiorano con la spalla, ma evitano di guardarsi e stringersi la mano. Subito dopo, il francese saluta Matteo Renzi.
(da La Repubblica)
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