MANOVRA, E’ CACCIA ALLE COPERTURE, SI CERCANO ANCORA 3,5 MILIARDI
I NODI DA SCIOGLIERE: DETASSAZIONE AUMENTI SALARIALI, CUNEO FISCALE E ASSEGNO UNICO PER I FIGLI
È l’ultima ora della manovra e l’ultima ora è quella in cui bisogna trovare le coperture che ancora mancano, ma anche assumere le decisioni politiche rimaste appese alle divergenze interne.
Quando i soldi sono pochi – come è il caso della prima legge di bilancio del governo giallorosso – i due piani si intrecciano e il tratto è quello della rincorsa. La traduzione in numeri del lavoro continuo che stanno facendo in queste ore i tecnici del Tesoro è la caccia a 3,5 miliardi. Quella politica è rappresentata dai nodi che devono essere ancora sciolti.
Sono ancora tanti: se rimodulare le aliquote Iva, a gettito zero, chi saranno i destinatari del taglio delle tasse sul lavoro, definire il percorso dell’assegno unico per i figli e la web tax, capire se c’è spazio per una detassazione degli aumenti salariali.
I due piani, come si diceva, si intersecano. Perchè i numeri non possono arrivare a una quadra se prima non vengono sciolti i nodi politici.
Proprio per questo il premier Conte, tra sabato e domenica, chiamerà a palazzo Chigi i rappresentanti di Pd e 5 stelle, ma anche dei renziani di Italia Viva e di Leu. Tavolo a quattro perchè tra i nodi ancora ingarbugliati alcuni toccano anche le appendici del governo e le fibrillazioni delle scorse settimane sull’Iva, innescate dal gruppo di Matteo Renzi e dai grillini, hanno dato prova della necessità di provare a trovare una sintesi la più ampia possibile.
Fonti di governo di primo livello spiegano a Huffpost come sono articolati questi nodi. Il più spinoso, perchè tocca il tema caldo dell’Iva, è se rimodulare le aliquote. Il meccanismo, viene specificato, è a gettito zero, ma i renziani e i pentastellati negli scorsi giorni hanno sempre alzato le barricate anche solo a sentire nominare un minimo movimento sull’Iva.
L’ipotesi è però ancora sul tavolo e viene spinta da chi vuole ampliare la portata del cashback, il rimborso che sarà destinato a chi pagherà con la carta di credito o con il bancomat invece che con il contante. Nel governo, però, c’è chi non vuole la rimodulazione, ma in questo caso i prodotti che saranno oggetto del cashback saranno molti di meno, con un vantaggio quindi più ristretto per i cittadini.
Sul tavolo del vertice di palazzo Chigi bisognerà anche capire chi saranno i beneficiari del taglio del cuneo fiscale, cioè chi beneficerà di buste paga più pesanti.
La platea è ancora in via di definizione a fronte di soldi che sono pochi (2,7 miliardi) e che anche oggi hanno fatto storcere il naso ai sindacati.
Definire la soglia da cui far scattare il bonus si tira dietro la questione politica di quali lavoratori coinvolgere e fino a che livello di reddito. Tema politico che nessuno dei partiti al governo può permettersi di eludere anche perchè il segnale nelle buste paga è uno dei pochi che la manovra, prosciugata da impegni obbligati, riuscirà a dare.
Un rafforzamento che il governo sta studiando in queste ore è l’alleggerimento delle tasse sulla prossima tornata di rinnovi contrattuali, che riguarderà milioni di lavoratori, a partire dai metalmeccanici e dai dipendenti pubblici.
C’è poi il tema dell’assegno unico per i figli, misura cara particolarmente ai renziani e al Pd. Destinare subito 240 euro per ciascun figlio è un costo che non si riesce a sostenere, ma per dare un segnale nella legge di bilancio sarà istituito un Fondo ad hoc per riordinare tutte le agevolazioni e i bonus familiari che esistono oggi.
Ci sarà uno stanziamento economico, anche se contenuto, mentre sarà poi il Parlamento, attraverso una legge delega, a dare seguito a questa misura. Appuntamento nel fine settimana. Al tavolo di palazzo Chigi si capirà quale forma definitiva assumerà la manovra.
(da “Huffingtonpost”)
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