MESSI IN STRADA E DEPORTATI 500 ESSERI UMANI NEL CENTRO DI ACCOGLIENZA DI CASTELNUOVO, MANCAVANO SOLO I CARRI PIOMBATI
ORA POTRANNO VAGARE PER STRADA E SALVINI SPERARE CHE COMPIANO REATI, COSI’ PUO’ CONTINUARE A SEMINARE ODIO
Preavviso di appena 48 ore, in sordina, oggi il blitz con l’esercito.
Il Cara di Castelnuovo di Porto, il secondo più grande d’Italia dopo quello di Mineo, nel giro di pochi giorni sarà chiuso.
Tutti via i migranti, deportati in altre regioni d’Italia e distribuiti in non si sa in quali strutture.
Messi per strada da un giorno all’altro i circa 150 immigrati titolari di protezione umanitaria che, per effetto del decreto Salvini, non potendo più ambire a passare in uno Sprar, perdono anche il diritto alla prima accoglienza.
A decine questa mattina, con le proprie cose in un sacco, erano alla fermata dell’autobus in cerca di un passaggio verso Roma mentre gli altri sono stati divisi in gruppi tra uomini, donne e bambini per essere trasferiti.
I primi 30 sono stati portati via in autobus già questa mattina, un altro gruppo di 75 verrà trasferito domani.
Protesta il sindaco di Castelnuovo per l’improvviso stop ad una delle rare esperienze di positiva integrazione del territorio dei migranti, la più parte dei quali saranno costretti ad interrompere i percorsi già avviati di studio e lavoro.
“Siamo dispiaciuti e preoccupati. Chiediamo che non vengano trattati come bestiame”, ha detto il parroco di Santa Lucia, padre Josè Manuel Torres, messicano, dei Servi di Gesù, che ospiterà oggi pomeriggio l’inizio di una marcia silenziosa per esprimere solidarietà agli ospiti del Cara A pochi passi dalla scuola elementare dove studiavano alcuni bambini del Cara, “strappati – dice il parroco – all’improvviso dal percorso che avevano iniziato”.
“Con la marcia pacifica – spiega il parroco – vogliamo esprimere solidarietà a questi poveri ragazzi. Non sappiamo dove andranno a finire almeno 200 persone. Hanno voluto sgomberare il centro velocemente in modo un po’ misterioso: basti pensare che l’autista del pullman nemmeno sapeva dove doveva andare, forse in Basilicata”.
“Il Comune stava dando un segnale forte di accoglienza e integrazione che contrasta con l’idea generale di cacciare i migranti – aggiunge il religioso -. Ci preoccupano molto gli effetti del decreto sicurezza su coloro che non hanno ottenuto lo status di rifugiati e hanno i permessi umanitari in scadenza. Dove andranno?”. Uno di loro, Anthony, nigeriano, faceva il sagrestano in parrocchia. “Era bravissimo. È un dono che ci è stato tolto”.
“Quanto è accaduto questa mattina al centro per gli immigrati di Castelnuovo di Porto a nord di Roma non è degno di una nazione civile. Una delle strutture più importanti per l’accoglienza degli immigrati è stata sgomberata senza adeguato preavviso. Nessuno è stato avvertito per tempo, nemmeno il Comune: un vero e proprio blitz” – ha detto il deputato romano del Pd Roberto Morassut. -Adesso nessuno sa dove finiranno le 320 persone sgomberate e la loro sicurezza e quella dei cittadini sono a rischio”
Il sindaco Riccardo Travaglini ha già emesso un’ordinanza di protezione civile per dare ai migranti un minimo di sostegno. “Modalità da lager nazista”, dichiara ancora Morassut mentre il Pd prepara una manifestazione di piazza.
(da agenzie)
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