MONTI ESAMINA 2.205 CANDIDATURE CENTRISTE (COMPRESE UDC E FLI): CURRICULUM, RICERCHE SUL WEB E NEL CASELLO GIUDIZIARIO: ENTRO DOMANI LE LISTE
CASINI VERSO IL SENATO PER LIBERARE I DUE POSTI-DEROGA ALLA CAMERA… IN FLI LE DUE DEROGHE SARANNO PER FINI E BOCCHINO (RAPPRESENTANTE LEGALE DI FLI E INVULNERABILE), BONGIORNO E DELLA VEDOVA VERSO IL SENATO…AL SENATO SU 40 POSTI SARANNO 14 I POSTI COMPLESSIVI PER UDC E FLI
Tra oggi e domani, Monti passerà al vaglio la bellezza di 2205 curriculum vitae: tanti saranno complessivamente i posti in palio nelle quattro liste (una al Senato, tre alla Camera) che danno corpo al suo «rassemblement».
Da ciascun candidato, il premier pretende una ricca scheda biografica, cosa ha fatto e soprattutto cosa non ha fatto.
Ma siccome non si fida fino in fondo delle auto-certificazioni, e le bugie hanno le gambe corte, il super-ispettore Bondi ha messo in piedi una squadretta per controllare l’esistenza di eventuali magagne (conflitti d’interesse e pendenze giudiziarie in primo luogo).
Di sicuro verrà compulsato il web, da dove molte piste si possono ricavare; in qualche caso estremo verrà messo mano al casellario giudiziario.
Cosicchè in attesa del verdetto, gli aspiranti onorevoli e senatori trascorreranno la classica notte prima degli esami: «notte di lacrime e preghiere» canta Antonello Venditti, sicuramente di nevrosi e speranza poichè nel verdetto il Professore sarà implacabile, garantiscono dalle sue parti, dunque non farà sconti a nessuno («…notte di polizia/ certo qualcuno te lo sei portato via…»).
In realtà , Monti non userà sempre lo stesso metro.
Sarà «severissimo» nel varo della lista unica per Palazzo Madama e di quella civica per Montecitorio, che recano entrambe il suo nome in grande nel simbolo.
Un filino meno intransigente quando si tratterà di giudicare le «rose» degli alleati Fli e Udc.
Perchè il premier sa di non poter sfidare oltre un certo limite l’amor proprio di Fini e di Casini: in teoria il loro timbro dovrebbe essere una garanzia, e invece il doppio vaglio già lascia intendere che Monti non lo reputa sufficiente.
«Chi si crede di essere quel signore per giudicare il nostro tasso di moralità ?», è il lamento misto a tremarella tra i parlamentari Udc.
Più che un braccio di ferro, in realtà , si annuncia un complicato gioco delle parti; per effetto del quale verranno scacciati dal Paradiso tutti coloro che Pier Ferdinando (e Gianfranco) non avranno difeso fino in fondo.
Loro stessi si vanno riposizionando in vista delle grandi manovre post-elettorali.
In particolare Casini sembra in predicato di lasciare la Camera e di transitare al Senato («Può darsi», conferma agli amici il diretto interessato).
Automaticamente diventerebbe il candidato più autorevole a presiedere quel ramo del Parlamento.
Inoltre, trasferendosi nella bomboniera di Palazzo Madama, Casini avrebbe maggiori margini di manovra nella composizione della lista alla Camera, dove Cerbero-Monti ammette due sole eccezioni alla regola dell’anzianità (tanti saluti a chi in Parlamento ha trascorso più di 15 anni).
Oltre a Buttiglione, che è presidente Udc, apprezzatissimo dal Papa e dalla Merkel in quanto filosofo «deutsch-sprachigen» (che parla tedesco), dal possibile trasloco di Casini potrebbe beneficiare un ulteriore esponente di lungo corso: a sua scelta Tassone o Volontè, Delfino Teresio o Sanza.
Nuove geografie si delineano al Centro.
L’addio dei brontosauri e, forse, di personaggi un po’ chiacchierati farà spazio a una generazione post-dc dove spiccano giovani leoni come Rao.
Alla Camera resterà Fini, accanto a lui quale seconda «eccezione» Bocchino (rappresentante legale della lista Fli, praticamente invulnerabile).
Cambieranno ramo del Parlamento due esponenti di Fli che il Prof molto apprezza, Della Vedova e la Bongiorno: correranno per Monti in Senato.
Un posto è garantito per l’ex-Pdl Mauro, più incerto il destino di un altro grande ex, Pisanu.
Ma prima, c’è da ripartire la «torta»: quanti posti alla società civile?
Quanti a Udc e Fli?
Ieri sera, vertice tra Monti, Casini e Fini.
I centristi vorrebbero 15 poltrone sicure nel listone al Senato, sul presupposto che in totale ne scatteranno 50.
Dalle parti di Monti hanno un diverso senso delle proporzioni.
Pensano che alla fine i senatori saranno 40, per cui Fli e Udc insieme non dovranno superare quota 14.
Oggi nuovi frenetici incontri, poichè il Professore non si fa raggirare: esige tutti i nomi sul tavolo, tanto della Camera quanto del Senato, prima di promuovere le liste. Deve fare a tutti l’esame del sangue…
Ugo Magri
(da “la Stampa“)
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