NEL PD AUMENTANO LE TESSERE TAROCCATE: BERSANI VINCERA’ LA PRIMA TAPPA DEL TOUR, RUTELLI PREPARA LE VALIGIE
RAGGIUNTO IL TRAGUARDO DI 700.000 TESSERE: NEGLI ULTIMI GIORNI 100.000 IN CAMPANIA, 33.000 ROMA, 48.000 IN PUGLIA… PIOVONO ADESIONI DAL CIELO: BERSANI HA PIU’ ISCRITTI, L’APPARATO E’ CON LUI… RUTELLI SE NE VA DOPO IL CONGRESSO E PUNTA A UN NUOVO CENTRO
Prima della nascita del Pd, i Ds e la Margherita messi insieme facevano oltre un milione di iscritti e tre milioni di votanti alle primarie.
Ora, uniti, erano 400.000 fino a un mese fa, ma da quando è stato indetto il Congresso si è assistito in 30 giorni alla moltiplicazione dei pani, dei pesci e degli iscritti che hanno raggiunto, con il sostegno di Rocco Tarocco, quota 700.000.
Si sa già chi sarà il vincitore di questa prima fase: Pier Luigi Bersani. Non vuol dire nulla: il segretario si deciderà con le primarie aperte a tutti il 25 ottobre.
Certamente Bersani uscirà vittorioso dal Congresso che si terra l’11 ottobre a Roma, poi si vedrà come andrà a finire.
Se la partecipazione alle primarie sarà bassa, vincerà l’apparato, ovvero Bersani, se sarà alta Franceschini ha qualche piccola chance.
Intanto si osserva che il boom delle tessere dell’ultimo minuto c’è stato al Centro sud. La Campania ha superato i 100.000 iscritti e si pone alla pari dell’Emilia Romagna.
In Puglia in pochi giorni si è passati da 24.000 a 48.000 tessere, nel Lazio da 30.000 a 60.000.
A Roma, in particolare, Rocco Tarocco ha colpito: da 6.500 tessere a 33.000 in una settimana.
Al Nord le tessere sono rimaste poche invece: 11.000 in Liguria ( Ds e Margherita insieme prima ne facevano 30.000), 8.500 a Firenze e provincia ( meno della metà dei 18.000 complessivi di Ds e Margherita).
Il Pd paga anche la farsa delle primarie che ha tolto valore ai militanti, facendo votare i passanti distratti.
Poi che senso avevano quando si sapeva già chi sarebbe stato il vincitore e dovevano servire solo a ratificare una decisione presa nelle segreterie dei partiti?
Tanto per scimmiottare gli States, dove almeno le primarie sono una cosa seria e votano gli aderenti non dell’ultimo minuto.
Mentre si intrecciano alleanze tra i notabili e già si prepara la “processione guidata” ai seggi delle primarie, chi turandosi il naso e chi ingoiando un pacco di pastiglie contro il mal di pancia, quel che resta del centrosinistra italiano si chiede: ma dove sono i programmi?
Berlusconi può continuare a deludere gli italiani ancora per qualche anno, se l’alternativa è questa. Bersani vuole un Pd più a sinistra, Franceschini meno a sinistra, Marino più laico, Adinolfi si presenta sempre per raccogliere i suoi zerovirgola, Nicolini ha nostalgia delle estati romane.
Amen. Il congresso discuterà di questo.
Sintetizza Sabina Guzzanti sul suo blog: “La classe dirigente del Pd è formata in maggioranza da affaristi, persone ciniche, culturalmente insignificanti, senza principi, senza scrupoli, senza nessuna proposta politica che non sia la propria sopravvivenza. Le idee della sinistra sono state tutte svendute nella convinzione che non potranno mai convincere la maggioranza degli italiani, ma abbandonando quelle idee rischiano di sparire, perchè non hanno più ragione di essere, non rappresentano più nessuno. La sinistra si confonde con la destra, che però almeno produce persone più capaci nel loro genere rapace”.
Ottima analisi indipendente su cui riflettere tutti.
Chi ha già deciso di fare le valigie ( le ha sempre avute pronte nella sua vita di trasmigratore) è il buon Rutelli che scrive: “il Pd è cotto, anzi fritto, se continua a parlare di sinistra e si pone così minoritario nel Paese” .
Francesco si sente ormai ospite non gradito nel partito e ritiene la scommessa del Pd ormai persa e guarda a nuovi scenari politici, dopo il congresso, caratterizzati da una vocazione riformista e innovatrice.
Rutelli non entrerà nell’Udc, l’idea è di costruire qualcosa di nuovo con l’Udc di Casini, con pezzi della Margherita che lasceranno il Pd, con ambienti Confindustriali, leggi Luca di Montezemolo e Mario Monti.
Con un obiettivo: costituire un Centro alternativo, contando sulla delusione dell’elettorato sia di centrodestra che di centrosinistra.
Una figura rappresentativa come quelle indicate e un’organizzazione territoriale consolidata potrebbero anche creare seri problemi al bipolarismo italiano già in affanno.
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