NEL VIAGGIO DEI PROFUGHI LA TECNOLOGIA E LA RETE SONO FONDAMENTALI: SMARTPHONE, FACEBOOK E GOOGLE MAPS
CHI SI SCANDALIZZA PER IL POSSESSO DI CELLULARI DA PARTE DEI PROFUGHI NON CONOSCE IL PROBLEMA DI CHI DEVE SFUGGIRE DA UNA GUERRA
Le immagini dei richiedenti asilo che arrivano in Europa percorrendo migliaia di chilometri a piedi non devono confondere: i nuovi profughi hanno bisogno di Facebook e dello smartphone e non soltanto di acqua e cibo.
Tanto che la necessità primaria al termine di una tappa è ricaricare il cellulare per poter connettersi con i social network e ricavare così informazioni da coloro che già hanno passato quella frontiera, ma anche per scaricare mappe e indirizzi.
“Regola uno: caricare lo smartphone appena si può: per le mappe, le informazioni su Facebook, i prezzi, i treni…”, racconta Amir Hamza, 38 anni, pachistano laureato in medicina intervistato dall’inviato del Corriere della Sera nella tendopoli di Roszke, Ungheria, dove il flusso dei profughi è sempre più denso.
“Senza il mio smartphone non sarei mai arrivato fin qui a Belgrado, non potrei proseguire in Europa”, è la testimonianza di Osama Aljasem, 32 anni, insegnante di musica, intervistato dal New York Times.
Aljasem si tiene in contatto con 21 famigliari sparsi in cinque Paesi differenti tramite Whatsapp.
Come molti siriani, ha dovuto lasciare la propria password di Facebook al checkpoint della Siria quando è scappato; le autorità di Damasco o l’Isis controllano in questo modo chi fugge, per stabilire se è amico o nemico.
Per questo motivo molti richiedenti asilo comperano un nuovo cellulare e una nuova scheda non appena arrivano in Turchia.
Scrive ancora il Corriere:
Con Facebook e Whatsapp si mandano aggiornamenti in tempo reale sulle rotte, dopo averli utilizzati prima della partenza per pianificare il viaggio. Sui social in lingua araba, nei gruppi di Facebook (“Come emigrare in Europa” conta 40mila membri) ci si scambiano informazioni, mentre i trafficanti cercano di postare le loro offerte last minute con tanto di “like” più o meno taroccati: “Sconto del 50% per i bambini sotto i 5 anni. Da Istanbul a Salonicco, dalla Turchia alla Grecia, 1900 a persona: passaggio in auto con due ore di camminata.
Ma, come sottolinea il New York Times, grazie agli smartphone con il Gps incorportato, i profughi stanno facendo a meno dei trafficanti poichè possono contare sulle informazioni ricavate nei gruppi di discussione sui social e dalle esperienze di chi è partito prima ed è già arrivato: “Ora i trafficanti stanno perdendo quota perchè le persone vanno avanti da sole, grazie a Facebook”, dice Mohamad Haj Alì, 38 anni, volontario di una agenzia per lo sviluppo a Belgrado, la capitale della Serbia che sta diventando una delle tappe principali dei migranti.
Alì parla della enorme popolarità di un gruppo Facebook denominato “Traffica te stesso in Europa senza trafficanti”. “I siriani non sono stupidi”, dice.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply