NELL’INTERVALLO VERDINI CHIAMA SILVIO E PARTE LA RETROMARCIA
IL RETROSCENA DI “PORTA A PORTA” PER EVITARE LA ROTTURA CON RENZI… E OGGI CONTATTI TRA I DUE PER RICUCIRE
Per capire gli umori del day after occorre riavvolgere la pellicola del nastro.
E riascoltare quello che dice Silvio Berlusconi a Porta a Porta sulle riforme. Prima della pubblicità quando bolla come “invotabile” questo pacchetto e, dice, quasi quasi sarebbe meglio votare.
E dopo la pubblicità quando sostiene che sarebbe “irresponsabile” votare con il Consultellum e che, sulle riforme, Forza Italia manterrà il famoso patto del Nazareno.
Le cronache (non smentite) raccontano che, nel corso della pubblicità , Berlusconi si è avvicinato ai suoi che erano dietro le quinte.
Racconta Fabrizio Roncone, firma del Corriere: “Ho fatto bene o no? (la domanda di Berlusconi, ndr). Giovanni Toti, Deborah Bergamini e Maria Rosaria Rossi: consiglieri vecchi e nuovi, ma tutti concordi nel dire che, forse, beh sai presidente, magari sarebbe opportuno limare un po’”.
Il fotogramma che manca è però il più importante. E porta a Denis Verdini, il grande artefice del patto con Renzi.
Che non è nel backstage di Vespa, ma è come se ci fosse. Perchè, quando dalla sua stanza vede scorrere in agenzia le prime dichiarazioni di Berlusconi sulle riforme, alza la cornetta e fa sapere a quelli che stanno lì che se Berlusconi va avanti così salta tutto.
Al netto del colorito linguaggio da toscanaccio e al netto dei modi ruvidi, il ragionamento di Denis suona così: evitiamo di fare l’errore (immaginate voi l’originale) di portare la questione a un punto di non ritorno; rompere sarebbe una iattura.
Solo il messaggio dell’unico, vero, ascoltato, titolare del dossier riforme induce il Capo a miti consigli.
Non è dato sapere se, prima dei contatti con lo studio, ci sia stata una telefonata tra Verdini e Renzi. È però possibile che ci sarà nella giornata di oggi, visto che domani il premier salirà al Quirinale per fare un impegnativo punto sulle riforme.
E comunque la linea telefonica tra i due (Verdini e Renzi) non si è mai interrotta. È certo invece che attorno alla questione della campagna elettorale Denis proverà a ricucire e a costruire l’ennesima mediazione sulle riforme.
Per la serie: le riforme le faremo e il patto regge, ma fateci fare un po’ di propaganda e un po’ di campagna elettorale, dal 26 maggio ricominciamo a fare sul serio.
Un ragionamento che fa il paio con quelle “fibrillazioni elettorali” evocate da Renzi per non drammatizzare l’uscita di Berlusconi.
Il problema è se la “tregua” su cui Verdini proverà a mediare con Renzi è conciliabile con le esigenza del premier di incassare qualcosa prima del voto.
(da “Huffingtonpost“)
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