“NOI CREDIBILI, LEGA NEMICA D’ITALIA”: GUALTIERI DIFENDE IL NEGOZIATO SUL MES IN EUROPA
“SALVINI E BORGHI INADATTI E IRRESPONSABILI, CHI RAPPRESENTA IL PAESE DEVE LAVORARE NELL’INTERESSE DEGLI ITALIANI”
“E’ noto che Borghi e la Lega sono per l’uscita dell’Italia dall’euro e si confermano nemici dell’Italia perchè, se si facesse come dicono loro, gli italiani perderebbero stipendi e pensioni e l’Italia sarebbe un paese più povero”.
Al termine della riunione con i colleghi del’Eurogruppo, prima di ripartire per l’Italia, dove relazionerà a Giuseppe Conte che “ho aggiornato costantemente in queste ore”, Roberto Gualtieri si concede un’ora di conferenza stampa a Bruxelles per mettere i puntini sulle ‘i’ del pasticciaccio della riforma del Meccanismo europeo di stabilità .
Il ministro dell’Economia confida di aver messo in sicurezza il governo, che rischiava di saltare sul ‘Salva Stati’.
Di certo, a Bruxelles, per ora ha messo in sicurezza l’Italia dal rischio più temuto dagli europei: il ritorno di Matteo Salvini al governo con le minacce leghiste di portare l’Italia fuori dall’euro.
Il caos sul Mes, la scelta ottenuta all’Eurogruppo di rinviare la decisione finale, sono occasione per Gualtieri per chiarire i termini di una questione complicatissima da capire e spiegare e per questo facile vittima della propaganda. Si dilunga sul Meccanismo europeo di stabilità , per rispondere alle critiche sovraniste che lo definiscono organismo ‘tecnico’, esempio di deficit democratico in Europa.
“Il Mes siamo noi, vorrei svelare questo segreto. Se c’è un eccesso di potere, è un eccesso di potere di noi stessi”, dice per spiegare che nel board del Mes ci sono soprattutto i ministri dell’Economia degli Stati membri.
Dunque è un organo intergovernativo, fuori dai Trattati, in cui decidono gli Stati membri perchè loro sono i contributori e vogliono poter dire l’ultima parola su dove vanno i loro soldi.
“Io preferisco sempre il metodo comunitario e vorrei che il Mes diventi questo in futuro — specifica Gualtieri – Ma si è scelto che il potere resti agli Stati, quale garanzia per i meno inclini ad una posizione federalista, cioè coloro che vogliono il controllo sulle proprie risorse”.
Dunque, dovrebbe andar bene ai sovranisti. “Allora perchè il problema della struttura del Mes viene posto dagli anti-europeisti? Lo trovo paradossale, avrebbe più senso se fosse posto da noi federalisti…”.
A Bruxelles la missione di Gualtieri non era semplice, anzi quasi impossibile. Ma alla fine di una lunghissima riunione dell’Eurogruppo ieri sera, la questione Mes appare sminata.
“Un esito positivo”, dice il ministro, riferendosi sia al “risultato ottenuto” – il rinvio con un Consiglio europeo della prossima settimana che non si annuncia più come decisivo per il ‘Salva Stati’ e diminuisce quindi la pressione sul governo – sia alla “credibilità , la fiducia, il consenso nei confronti del nostro paese. Il negoziato è stato intenso, ma l’Italia non ne è uscita isolata”.
All’indomani della lunga giornata di trattative fino a notte fonda, il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno parla la stessa lingua di Gualtieri.
Sul Mes “servono chiarimenti, spero che riusciremo a farlo nella nostra riunione di gennaio”, dice nella conferenza stampa finale accanto a Paolo Gentiloni, nuovo commissario europeo all’Economia al suo primo Eurogruppo.
Centeno prevede la “firma” dell’accordo sul Mes da parte di tutti gli Stati membri “nel primo trimestre dell’anno prossimo, secondo le aspettative di partenza e poi le ratifiche dei parlamenti nazionali”.
Da parte sua, Gentiloni sottolinea che la responsabilità del rinvio non ricade solo sull’Italia. “C’è stata una discussione che ha coinvolto diversi Paesi su aspetti secondari, legali, la Commissione non è protagonista perchè non firma il Trattato ma abbiamo visto una discussione dove almeno 5-6 Paesi avevano opinioni diverse, non c’è stato un processo legato ad un solo Paese”, dice rispondendo ad Huffpost dopo la conferenza stampa. “Come vi ho sempre detto nessun Paese ha nulla da rischiare da questo nuovo meccanismo di backstop, tantomeno l’Italia”.
Torniamo a Gualtieri nella sua lunga conferenza stampa al termine dell’Eurogruppo. Non ha ancora sentito al telefono Luigi Di Maio, il capofila delle critiche del M5s sul Mes. Ma è fiducioso di aver fatto tutto il possibile per blindare la maggioranza.
L’11 dicembre, alla vigilia del Consiglio europeo, il Parlamento italiano voterà una risoluzione di maggioranza che, spiega Gualtieri, “sarà ampia, non solo sul Mes ma sui grandi temi al centro del dibattito europeo. Sono fiducioso che si esprimerà la linea di una maggioranza che si colloca nel campo europeista. E sono fiducioso in un consenso più largo oltre la stessa maggioranza, all’opposizione non c’è solo Borghi”.
(da “Huffingtonpost”)
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