“NON SIAMO NUMERI E CROCETTE”: GLI STUDENTI BOICOTTANO LE PROVE INVALSI, ALTA ADESIONE
LA SCUOLA STA DIVENTANDO LA CAPORETTO DI RENZI: L’ARROGANZA NON PAGA
Gli studenti delle scuole superiori boicottano i test Invalsi. E il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone replica su twitter: “Si può essere contro il governo, legittimo. Ma boicottare le prove Invalsi è indecente. È ingiusto per i ragazzi”.
I timori della vigilia si sono concretizzati questa mattina, quando in tantissime seconde classi delle superiori – dove l’Invalsi aveva calendarizzato le due prove di Italiano e Matematica, più il Questionario studente – gli alunni non si sono presentati.
Classi vuote e addetti al test con le braccia conserte in moltissimi licei, istituti tecnici e professionali.
Mentre gli osservatori inviati dall’istituto di Frascati per controllare che, soprattutto nelle classi campione, tutto si svolgesse per il meglio sono rimasti disorientati.
Non era mai successo dal 2007, quando l’istituto avviò il Sistema nazionale di valutazione.
Ancora non ci sono dati ufficiali. Ma stando alle cronache dalle singole scuole o dalle singole città , l’invito a boicottare i test nazionali sarebbe stato raccolto da molti studenti. L’adesione allo sciopero dei test dovrebbe superare il 10-12 per cento già registrato nella due giorni di prove – lo scorso 6 e 7 maggio – nelle seconde e quinte elementari.
Quando, sull’onda lunga dello sciopero del 5 maggio e delle polemiche che hanno travolto l’Invalsi “reo” di avere spostato le prove dal 5 al 6 maggio, i genitori avevano appoggiato l’iniziativa.
Oggi, la protesta viaggiava su due binari: lo sciopero dei docenti delle scuole superiori, indetto dai Cobas della scuola, e l’invito a boicottare le prove rivolto agli allievi di tutte le scuole italiane dall’Unione degli studenti.
Ma a raccogliere i maggiori consensi sembra essere stata quest’ultima iniziativa.
Mentre la Rete degli studenti medi, pur condividendo molte delle ragioni contro i test, si è limitata a protestare con flashmob.
Da Torino a Palermo, intere scolaresche interessate ai test hanno dato forfait.
Ieri, un sondaggio di skuola.net aveva confermato l’intenzione di uno studente su quattro di boicottare le prove.
Nel capoluogo piemontese “colazione sociale-boicottaggio dentro le classi, colazione sociale e tornei sportivi fuori da scuola”, scrivevano i ragazzi dell’Unione degli studenti su Facebook.
A Napoli studentesse e studenti che hanno boicottato le prove si sono riversati nelle piazze per un corteo, “per un’altra idea di valutazione e un’altra idea di scuola radicalmente opposte a quelle presenti nel ddl Renzi”.
Scuole semideserte anche a Bari e Bologna.
“Anche a Pescara, come in tantissime altre città , abbiamo registrato una percentuale altissima di studenti che hanno scelto di boicottare le prove”.
E nella Capitale chi ha boicottato i test #Invalsi2015 ha partecipato al presidio #‎noinvalsi organizzato dalla ACSR presso il parco San Paolo.
Al Volta e al Sereni aule completamente vuote.
A Brindisi, boicottaggio che ha sfiorato il 100 per cento al Carnaro, al Pertini, al Fermi, al Monticelli, al Palumbo, al Giorgi, al Ferraris, al Majorana di Brindisi.
A Palermo, l’adesione al #noinvlasi dei liceali è stata da record: il 92 per cento.
In altre parole, soltanto in 13 delle 162 seconde classi di classico, scientifico, linguistico, delle scienze umane e artistico si sono svolte le prove.
E in parecchie c’erano tanti alunni assenti.
(da “La Repubblica“)
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