NOTABILI E CONVERTITI DELL’ULTIMA ORA: ECCO CHI RISCHIA LA BOCCIATURA DI MONTI
BOCCHINO: “IO HO DIRITTO PIU’ DI TUTTI”…A RISCHIO TASSONE (UDC) E FLAVIA PERINA (FLI), SI RIPARLA DI SOFIA VENTURA E ALESSANDRO CAMPI IN QUOTA FINI (MA NON ERANO ANDATI A VOTARE PER RENZI ALLE PRIMARIE DEL CENTROSINISTRA?)
La “tosatura” dei candidati sarà consistente. Monti non vuole assalti alla diligenza. Neppure ritrovarsi con una lista civica, quella di Montezemolo e Riccardi, dove ci siano candidati con qualche conflitto d’interesse.
Ancora meno, avere in lizza tutti i vecchi arnesi di Udc e Fli.
Il Professore vuole il ricambio.
A Enrico Bondi ha affidato il compito di vagliare, valutare, sconsigliare.
Montezemolo ad esempio, ha già detto che non si candida.
Se mai ci avesse pensato, sarebbe toccato a Bondi fargli comprendere che qualche conflitto di interesse in piedi ce l’ha, in quanto presidente della Ferrari, vice presidente di Unicredit e, benchè non ne sia più presidente, come fondatore di Ntv. Non avrebbe insomma superato l’esame-Bondi.
Nel gruppo “Verso la Terza Repubblica”, attenzione quindi a non mettere in campo imprenditori che abbiano interessi dalla Sanità alle telecomunicazioni.
Molti nomi si fanno e si disfano in queste ore.
A sorpresa, i ministri Andrea Riccardi e Corrado Passera non si candidano, mentre viene data per certa la candidatura di Anna Maria Cancellieri, l’ex prefetto che Monti ha voluto come ministro dell’Interno.
Tra i centristi di Casini si accettano scommesse.
Vengono dati per candidati sicuri Roberto Rao, Giampiero D’Alia, Gian Luca Galletti e Antonio De Poli.
Però un ricambio anche l’Udc dovrà metterlo in campo. Casini lo sa.
Ha portato a casa una lista autonoma alla Camera (il listone sarà solo al Senato), ma deve pensare a una qualche forma di rinnovamento.
Non può rimettere in lista i “dinosauri”, chi ha cioè carriere politiche trentennali, come Mario Tassone che in Parlamento ci sta da 34 anni e che a chi gli chiede se intenda ancora candidarsi risponde: «Dipende dal partito».
In piena fibrillazione è Fli, il partito di Fini.
Nei giorni scorsi si parlava di una lista unica Udc-Fli: Casini in quel caso si sarebbe detto disponibile a caricarsi non più di quattro-cinque persone, incluso Fini.
Ora Fli si allarga.
Italo Bocchino ha convocato ieri una riunione del partito per cominciare a raccogliere le firme. A metà pomeriggio – quando ancora il vertice con Monti è in corso e per Fli siede al tavolo Benedetto Della Vedova – racconta di essere sommerso dalla modulistica per le sottoscrizioni.
Sostiene, Bocchino, di essere abbastanza sicuro della propria candidatura.
Nel passato c’è stata qualche ombra, la storia con l’ape regina di Berlusconi, Sabina Began, condita di sms e pettegolezzi?
Bocchino replica: «Non c’è ragione perchè non ci sia una mia candidatura. Dopo Fini, sono quello che ci ha messo più passione e impegno nel sostenere il Professore e che ci ha rimesso di più. Sono in attesa di remunerazione da Monti».
In bilico Flavia Perina, ex direttore del Secolo d’Italia, finiana della prima ora.
Al contrario, Giulia Bongiorno, la presidente della commissione Giustizia, è data per certa.
Potrebbero essere candidati anche Sofia Ventura e Alessandro Campi, in quota Fini o forse in lista civica.
E poi ci sono i transfughi dal berlusconismo.
Soprattutto, il gruppo dei dieci, capitanati dall’eurodeputato Mario Mauro: Isabella Bertolini, Gaetano Pecorella, Alfredo Mantovano, Giorgio Stracquadanio, Fabio Gava, Giustina Destro, Roberto Antonione.
Hanno lasciato il Pdl da quel dì.
Stamani si riuniscono per decidere il da farsi.
Hanno scritto una lettera aperta nella quale sostengono che aprire al popolo del centrodestra fa la differenza.
«Se si vuole creare un polo dei moderati, crediamo di potere essere utili», commenta Bertolini.
Tra loro, c’è l’ex ministro Franco Frattini. Monti lo stima, ma i finiani non hanno dimenticato quando l’allora responsabile della Farnesina in Parlamento dedicò una informativa alla vicenda della “casa di Montecarlo” e al caso Santa Lucia.
Fini se l’è legata al dito.
Nel listone al Senato, il presidente della Camera non gradirebbe certo Frattini.
Quasi certa la candidatura di Alfredo Mantovano, ex sottosegretario alla Giustizia e anche quella di Beppe Pisanu, presidente della Commissione Antimafia.
Porte chiuse per quanti invece – da Sacconi a Roccella – abbiano sperato nella federazione montiana come approdo.
Avance ai montiani da Alessandro Cattaneo, il “formattatore” del Pdl, sindaco di Pavia.
Giovanna Casadio
(da “La Repubblica“)
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