NUOVO STRAPPO NEL PDL, ESCONO I MONTIANI. VIA FRATTINI, MANTOVANO, PISANU, CAZZOLA
MELONI E CROSETTO RIVOLUZIONARI MANCATI: VERSO L’INTESA CON LA RUSSA
Nasce “Italia popolare” in Parlamento, prendono forma e diventano squadra i montiani del Pdl che dicono addio a Berlusconi e sposano la causa (e i destini politici) del presidente del Consiglio. Frattini e Pisanu, Cazzola e Mantovano, la tentazione di Quagliariello, Sacconi e Roccella, la regia di Mario Mauro.
Accade mentre scorrono i titoli di coda della legislatura, giusto per usufruire dei vantaggi del decreto taglia-firme per i partiti in corsa alle Politiche già presenti alle Camere.
L’ex ministro degli Esteri Franco Frattini, e come lui Mario Mauro, hanno tenuto per tutta la giornata i contatti con Palazzo Chigi, dove Monti incontrava Montezemolo, Casini, Riccardi, con la Presidenza divenuta quartier generale “politico” e per la prima volta non più tecnico.
Se le agevolazioni previste dal decreto non passassero in aula, allora verrebbero meno le ragioni dello sprint e la nascita di “Italia popolare” slitterebbe ai prossimi giorni, dopo l’annuncio del Professore.
L’operazione è partita di fatto ieri da Milano.
L’ala filomontiana e ciellina del Pdl in Consiglio regionale ha dato vita a «Lombardia popolare», con Doriano Riparbelli, Marcello Raimondi e Angelo Giammario.
A Roma la partita è assai più ampia. In quota montiana, buona parte del gruppo di deputati Pdl che il 7 dicembre ha votato la fiducia al premier in dissenso da Alfano. Con lo stesso Frattini, anche Giuliano Cazzola e Alfredo Mantovano, Gennaro Malgieri e il ciellino Raffaello Vignali.
Al Senato certamente Beppe Pisanu, che ha già detto addio al partito, e Ferruccio Saro.
Ma la platea dei «tentati» in queste ore è più larga, i contatti fervono giorno e notte, si consumano drammi personali: «Ormai devi decidere, o di qua o di la» è l’avviso.
E i nomi sono di peso. Come quelli dei cattolici Gaetano Quagliariello e poi Maurizio Sacconi e Eugenia Roccella.
Non corteggiato ma incerto anche Roberto Formigoni.
Alla Camera, in trattative Mario Valducci.
Alemanno, con Biava e altri suoi uomini, pare intenzionato a restare nel Pdl, ma sono sotto pressione anche loro.
Il sindaco del resto era tra gli sponsor della manifestazione di domenica battezzata proprio “Italia popolare”.
Per non dire di quel che accade a Bruxelles, dove alla componente montiana, sotto la guida del quasi ex capodelegazione Pdl Mario Mauro, aderirebbero più di 20 dei 25 componenti del gruppo.
Ma tutto il quadro è terremotato, nel centrodestra.
In mattinata Giorgia Meloni e Guido Crosetto sono stati ricevuti da Berlusconi. Battute a parte sulla «strana coppia», il Cavaliere ha offerto loro di nuovo un ruolo da coordinatori Pdl, al fianco del segretario Alfano: rigettato.
Dal primo pomeriggio la Meloni, con Rampelli e Crosetto hanno visto a più riprese La Russa, Corsaro, Cirielli, Cannella del nuovo partito di destra.
Sul tavolo l’accordo che, dopo le resistenze della notte prima, sembra invece prendere corpo.
Sebbene Crosetto resti piuttosto scettico sul «matrimonio».
Candidature ripartite 50/50 per le due aree.
La Meloni porterebbe in «dote» anche ex forzisti quali Cossiga e Scandroglio, altri come Paniz e Urso tra i contattati.
Il nome della formazione, una sintesi tra i due movimenti: «Fratelli d’Italia, per il Centrodestra nazionale».
Da Palazzo Grazioli, tra una comparsata tv e un’intervista radio, Berlusconi gongola per l’esodo in massa che «libera posti in lista».
Ma ostenta anche l’ultimo sondaggio, ai dirigenti riuniti a pranzo: «Valgo già il 19, Monti coi suoi partitini l’11, con la Lega possiamo puntare al pareggio al Senato».
E da domenica il Cavaliere preannuncia campagna forsennata contro il Professore.
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica“)
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