OBIETTIVO 167: PRESSING SUI SENATORI, TENTATI DA MINISTERI E SEGGI BLINDATI
SI GUARDA AI RENZIANI INDECISI E SI SPERA IN UN “EFFETTO ROSSI” IN FORZA ITALIA
Renato Schifani parla di “sirene che fanno breccia” tra i senatori di Forza Italia. Andrea Causin, uno dei due azzurri che ieri ha dato fiducia al governo, sarebbe stato direttamente a colloquio a Palazzo Chigi con il premier, e parla di una dozzina di suoi colleghi che stanno seriamente valutando il da farsi.
Tiziana Drago, ex M5s ora nel gruppo Misto, parla di “stalking” per votare la fiducia. All’Udc è stato assicurato un posto in Consiglio dei ministri, al Psi almeno un sottosegretariato con deleghe importanti, alcuni senatori di Italia Viva sono stati blanditi con la promessa di un seggio blindato nel 2023.
L’intenzione di Giuseppe Conte, condivisa con la sua maggioranza in tre ore di vertice per fare il punto, è chiara: allargare la maggioranza di governo. L’ambizione è quella di farlo attraverso un gruppo strutturato, una dozzina di elementi, che possa sostituire organicamente Italia Viva in maggioranza e garantire al Quirinale una navigazione tranquilla fino a fine legislatura.
“L’obiettivo – confida un ministro – è quota 167, una decina in più di ieri, in modo da avere un margine anche senza i senatori a vita”. Alla Camera Bruno Tabacci “ha sistemato tutto”, come dice un esponente di maggioranza, con un contenitore che sta raccogliendo transfughi e contenti e in cui dovrebbe confluire anche Renata Polverini.
Il problema è al Senato..
Da Forza Italia non arriverà una mano, non “autorizzata” da Silvio Berlusconi, almeno. Ma a Palazzo Chigi sono convinti che “l’effetto Maria Rosaria Rossi” ha scosso l’ambiente, e che due o tre senatori sarebbero seriamente tentati di traslocare in maggioranza.
Un capitolo a parte è quello di Italia Viva. È significativa la risposta di uno di quei senatori considerati incerti sullo strappo portato a termine da Matteo Renzi allorchè ieri si sono sparse le voci di un voto contrario alla fiducia: “La linea è quella dell’astensione. Se si vota contro, liberi tutti”.
Spiega uno dei gestori del suk: “Sappiamo che sono almeno quattro o cinque quelli di Italia Viva che hanno seguito Renzi con la prospettiva di riaprire poi il discorso con la maggioranza. Ma che non lo seguirebbero fino in fondo, uno di loro mi ha detto: non potrei votare contro il governo”. Il pressing è forsennato. Ma anche qualora tutte le caselle andassero al loro posto, con sette/otto nuovi ingressi la maggioranza assoluta, al netto dei senatori a vita, sarebbe risicatissima.
Ecco che diventa fondamentale l’Udc. Perchè lo scudo crociato potrebbe mettere a disposizione un bagaglio di relazioni, una peculiare forza attrattiva nella galassia popolare, e soprattutto quel simbolo senza il quale per le regole di Palazzo Madama il gruppo non si può formare.
Sul piatto un ministero, l’Agricoltura, o i Trasporti scorporato dalle Infrastrutture, forse un sottosegretariato. I democristiani al momento non cedono, ma trattano. Una delle condizioni poste sono le dimissioni di Conte e un terzo governo guidato dallo stesso premier, un segnale di discontinuità necessario a giustificare il trasloco, ma di dimissioni al momento il premier non vuol sentir parlare. Un altro ministero è a disposizione dei “costruttori”, con la casella della Famiglia rimasta scoperta, e un sottosegretariato è dato in direzione Nencini.
Il tempo è tiranno. Conte spinge affinchè la partita, se non chiudersi, si delinei per larghi tratti entro mercoledì della prossima settimana, quando si voterà la relazione annuale sulla giustizia sulla quale Renzi ha già annunciato il voto contrario di Iv. “Matteo sta tenendo buoni i suoi, almeno fino ad allora non ci saranno incidenti, perchè il suo obiettivo è rimasto sempre lo stesso, un nuovo governo con la stessa maggioranza”.
Conte sa che in quell’equazione lui non è compreso, ha bisogno in fretta di un nuovo patto di legislatura, nuove priorità , un nuovo progetto che possa oggi essere attrattivo per chi fino a ieri gli si opponeva. E di un gruppo al Senato
(da “Huffingtonpost”)
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