OLTRE 10.000 SARDINE A MILANO SOTTO LA PIOGGIA BATTENTE INVADONO PIAZZA DEL DUOMO
“NEL PAESE QUALCOSA STA CAMBIANDO”
Hanno cominciato ad arrivare fin dal primo pomeriggio, nonostante il diluvio, tanto che, prima delle 17, gli organizzatori hanno deciso di spostare il flash mob da piazza dei Mercati al Duomo.
Sui social si erano raccomandati: «Vi chiediamo di non portare cartelli offensivi, denigratori o violenti, non saranno ammessi slogan contro qualcuno in particolare, non vogliamo bandiere di partiti o associazioni. Siamo, invece, un banco fitto e disciplinato di sardine solidali».
E così è stato. In piazza ci sono semplicemente disegni dei pesci azzurro-verdi, sui cartelli bagnati dalla pioggia.
Quel che è certo è che le «Sardine» continuano a convergere tutte insieme e «a dare l’idea che la società civile che crede nei valori della Costituzione è anche un popolo», come spiegano Simona Regondi, Debora Del Muro, Ivano Cipollaro, Fabio Cavallo e gli altri portavoce del movimento.
Il programma è iniziato con un tributo live a Lucio Dalla («Com’è profondo il mare», omaggio alla capacità di resistenza esistenzial-politica della «squadra» ittica), seguito da altre musiche, come «Libertà è partecipazione» di Giorgio Gaber
Dietro le quinte, c’è già una sardina gigante, da muovere come fosse un dragone giapponese, e una coreografia fatta di centinaia di pesci azzurri.
Molti di quelli che arrivano, giovani e persone in là con gli anni, origini italiane e straniere senza distinzioni, portano sotto il braccio non impegnato dall’ombrello la Costituzione: i primi articoli sono stati letti all’inizio della manifestazione. Sotto la Madonnina il sit- in si connota di una matrice operativa, «nel nome del fare»: sono stati disseminati in piazza grandi carrelli della spesa. Obiettivo: raccogliere molti chili di alimenti da destinare alle mense dei poveri tramite l’associazione Pane quotidiano.
In mezzo alla folla di piazza Duomo anche Roberto Saviano: «Questa piazza non deve essere una piazza solo contro, ma sta andando verso la difesa dei diritti che sono prima di ogni cosa. Le Sardine impediscono l’erosione della democrazia», ha detto lo scrittore dal palco. «Questa piazza è bellissima perchè non c’è nessun leader, nessuna volontà di dire vaffa o di fare rottamazioni, ma questa è l’Italia che ha voglia di incontrarsi e ragionare».
I discorsi, sotto gli ombrelli, sono semplici. Quasi a dire un non banale e non scontato «Siamo qua». E allora: «Milano non si inscatola», «Milano non si Lega», sono le scritte ricorrenti.
Una ragazza, Laura Fiocco, universitaria alla Bicocca, ha le sardine appese ai capelli: «La nostra comunità (e non usiamo a caso questo vocabolo) è preoccupata dal clima divisivo, di aggressività e diffusa ignoranza che sta dilagando in tutto il Paese. Vorremmo contagiare la politica con l’energia positiva di questo mare».
Di fianco a lei il fidanzato: «Siamo in una città fortunata, Milano è all’avanguardia e dobbiamo dare l’esempio». E ancora altri, come Gianni Brocco, 68 anni, appena andato in pensione: «Torniamo alle basi, alla difesa del diritto. In un mondo dove le distanze si accorciano l’accoglienza non può essere messa in discussione».
E alcuni tra i pasionari in prima fila: «Coloro che fino a ieri si radunavano per inneggiare al Dio “Po”, ora si propongono come liberatori della Patria sventolando simboli del tutto fuori contesto: rosari, madonne, famiglia (“una sola possibile”). Noi vorremmo un mondo più serio».
Raccoglie consensi in piazza Duomo l’iniziativa di Beppe Sala: dedicare un corteo, con i sindaci d’Italia, con Liliana Segre per dire no a odio e razzismo: «Dobbiamo tenere viva la memoria per poter guardare con fiducia ad un futuro libero da derive razziste, xenofobe e sovraniste», dice un impiegato, Luca Fezzo, 42 anni.
Più cauta Maria Filoppi, 53 anni: «Questi giovani delle sardine prima o poi si dovranno porre il problema della rappresentanza politica, di come fare per rimanere autonomi dando al tempo stesso una forma alla voce che rappresentano».
E Gaia Piccioni, neolaureata in Giurisprudenza, insiste sulle competenze: «La politica dovrebbe rappresentare con forza le nostre idee, non lo fa. Ci sono stati i Girotondi, le Madamine di Torino, ci sono i Fridays for future, ora le Sardine. Quanto tempo ancora dovranno stare i partiti a litigare, prima di accorgersi che dentro il Paese sta cambiando qualcosa?».
(da “il Corriere della Sera”)
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