ORLANDO È VICINO A DIVENTARE IL CANDIDATO DEL CAMPO LARGO ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA
IL PENTASTELLATO PATUANELLI: “L’USCITA DEI RENZIANI DALLA GIUNTA BUCCI A GENOVA È IL REQUISITO MINIMO PER UN DIALOGO”… SCHLEIN PRAGMATICA: “CONTE E RENZI POSSONO COESISTERE? LE ALLEANZE NON SI FANNO DA NOME A NOME, MA DA TEMA A TEMA: SANITÀ, LAVORO POVERO, SCUOLA, CONGEDI PARITARI. L’AVVERSARIO DA BATTERE È LA DESTRA”
Alla fine il candidato del centrosinistra in Liguria sarà Andrea Orlando, su questo non ha dubbi più nessuno. Ma su come sarà questo centrosinistra, cioè se con dentro – e soprattutto come – i renziani c’è ancora da discutere.
Stefano Patuanelli, intervistato dal fattoquotidiano.it, rilancia la palla nel campo dem: “Renzi è più un tema del Pd, non un problema nostro, sceglierà Schlein cosa fare rispetto a lui”. Un punto di caduta che per il Movimento potrebbe diventare una linea a lungo termine.
E la Liguria? “L’uscita dei renziani dalla giunta è il requisito minimo per un dialogo, ma servirebbe la fiducia. Già il fatto che lui dica ‘la gronda di Genova si fa o non si fa?’ sapendo di toccare un elemento sensibile non particolarmente unitario nel centrosinistra, dimostra che il suo obiettivo è tornare centrale nel dibattito politico, per poi rompere tutto”.
Quelle parole sulla gronda, opera contro cui il M5S ha sempre lottato, confermano che il capo di Iv non verrebbe in pace. E indirettamente, che il quadro ligure è ancora instabile.
Ieri Orlando era a Genova, per capire da vicino lo stato delle cose e seguire le trattative con Avs e Azione. Ma se i rossoverdi sono dentro, Carlo Calenda “sta creando problemi”, raccontano gli sherpa. I suoi in Liguria stanno tutti con Orlando, ma l’ex ministro, estimatore entusiasta di Bucci, sta facendo storie: sempre in ottica anti-grillina pare. E poi, certo, c’è l’eterno nodo di Iv.
Fonti dem raccontano: “La verità è che è difficile capire con chi parlare per i renziani. Finora Raffaella Paita (spezzina, coordinatrice nazionale di Iv, ndr) è rimasta molto in disparte”. Però una cosa credono di averla capita nel Pd: “I renziani sono spaccati da questa vicenda. Tanto che ci avevano fatto intendere di voler prima capire l’esito delle trattative sulle Regionali prima di togliere l’appoggio a Bucci”.
Ma i dem pretendono un segnale di buona volontà per chiudere, ammesso che Renzi accetti di entrare senza simbolo. L’ennesima variabile in una partita già troppo lunga.
Conte e Renzi possono coesistere? Per Elly Schlein «le alleanze non si fanno da nome a nome, ma da tema a tema. Dobbiamo fare fronte unito per le nostre battaglie: sanità, lavoro povero, scuola, congedi paritari. Questo è il nostro metodo. Dobbiamo avere chiaro che l’avversario da battere è la destra. Per farlo gli italiani vogliono sapere qual è la nostra idea di società. Cosa faremo quando andremo al governo».
(da Il Fatto Quotidiano)
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