OSTRUZIONISMO: I DISSIDENTI PD NON SI PIEGANO E IL VOTO AL SENATO SI IMPANTANA
SONO 8.000 GLI EMENDAMENTI PRESETATI… LA BOSCHI APRE AL PRESIDENZIALISMO E INSORGE LA SINISTRA DEL PD
Si complica il percorso del ddl Boschi
Nonostante Matteo Renzi abbia nuovamente chiamato i suoi parlamentari a rispettare i tempi e a non ostacolare il cammino delle riforme, il testo del governo rischia di impantanarsi a Palazzo Madama.
Il primo risultato è che i tempi si allungano e le votazioni rischiano di far slittare il primo via libera al provvedimento
Il primo scoglio è rappresentato dalla montagna di emendamenti, presentati soprattutto da Sinistra ecologia e libertà e dai ribelli di Forza Italia, sempre più sul piede di guerra.
Ieri sono stati depositati circa 7.800 emendamenti, una parte dei quali con chiaro intento ostruzionistico.
Senza contare la fila di decreti in scadenza che aspettano l’ok dell’aula di Palazzo Madama prima della pausa estiva dei lavori, prevista entro la prima decade di agosto.
In questo clima, è ormai certo che le votazioni sul ddl slitteranno di qualche giorno, forse addirittura a metà della prossima settimana, per concludersi (nello scenario migliore) entro fine mese
A complicare ancora di più il quadro c’è anche l’asse trasversale a favore del referendum propositivo da inserire nella riforme.
L’idea è contenuta in un emendamento con prima firma Doris Lo Moro (Pd), nel quale si prevede che i cittadini siano chiamati a pronunciarsi sui disegni di legge di iniziativa popolare che non siano stati esaminati dalla Camera entro dodici mesi.
Un progetto sostenuto anche dalla Lega: «Chiediamo a Renzi un referendum propositivo come in Svizzera. Senza, la Lega non voterà questa brutta riforma»
Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, intanto, rilancia: «Oggi il tema è il nuovo Senato — sostiene in un’intervista ad Avvenire e io sono serena: il treno corre. Mi auguro che non ci siano slittamenti. Una volta approvata questa riforma possiamo passare al tema del presidenzialismo. Chiudiamo, poi apriamo un nuovo tavolo».
Non apprezza Vannino Chiti — «si scherza con il futuro del Paese» — e neppure Pippo Civati.
(da “La Repubblica“)
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