PAOLA NUGNES: “NOI M5S STIAMO TRADENDO IL PATTO CON GLI ELETTORI”
“IL 33% DEGLI ITALIANI AVEVA VOTATO IL NOSTRO PROGRAMMA E SOLO IL 17% QUELLO DELLA LEGA. ERA NOSTRO DOVERE PORTARLO AVANTI, NON ACCORDARCI A SALVINI”… “DI MAIO HA TRADITO IL PROGRAMMA DEL MOVIMENTO CHE ERA BEN ALTRO E CI HA FATTO PERDERE IL 12% DI CONSENSI”
È vero, il caso Diciotti è stato solo il punto di arrivo di un percorso che è iniziato ad Aprile 2017, quando Luigi Di Maio, che ancora non era stato nominato capo politico del partito Movimento 5 stelle, decise autonomamente dal gruppo, ma credo in accordo con la comunicazione, di dare una sterzata a destra alle posizioni del MoVimento 5 Stelle sulla questione migrazione.
All’epoca avevamo già elaborato un programma migrazione, o eravamo alla sua definizione, molto ben dettagliato e molto ben strutturato, a mio avviso, capace di cogliere la complessità della questione senza demonizzarla e di affrontarla non come una emergenza, ma come un fatto strutturale da gestire, tramite tre filoni di azioni inter connessi: quello dell’accoglienza, implementando gli SPRAR, e quindi l’integrazione e l’inclusione, quello della redistribuzione sul territorio comunitario tramite la ridiscussione in Europa dei regolamenti di Dublino III e quella più complessa e più a lungo termine di un controllo e limitazione dello sfruttamento del continente africano da parte dell’occidente, consistente in traffico di armi, sfruttamento di giacimenti, acquisto di aree fertili per assicurarsi la autonomia agroalimentare, fino ai traffici illeciti di rifiuti pericolosi e di armi, allo sfruttamento di guerre civili e disordini finalizzati ad interessi lobbistici e interferenze sui governi per accedere ad opere di ricostruzione, gestione e sfruttamento di giacimenti petroliferi o di altre materie prime…fino ai cambiamenti climatici, causa inevitabile del surriscaldamento e dei migranti cd climatici.
Abbandonare la nostra linea fu un tentativo, reputo, di testare il consenso a destra, dopo che le elezioni europee al grido di “Berlinguer, Berlinguer” non avevano dato il risultato sperato.
Fu allora che Di Maio accese un faro forte, fisso, costante e ossessivo, sulle ONG, in tv e sui media.
La richiesta di indagini e accertamenti, di per sè lecita in caso di paventati comportamenti illeciti, non ha dato negli anni seguito a nessun capo di imputazione da parte delle Procure, ma ha determinato un clima di sospetto, preludio all’indebolimento dell’azione delle ONG che hanno perso via via la fiducia dei sostenitori e hanno abbandonato man mano i mari, e ha rafforzato l’idea che fosse necessario e giusto, lecito, respingere.
Eppure noi, proprio in quei giorni, ci opponevamo con forza al decreto Orlando-Minniti con focosi discorsi in aula e nelle commissioni e agli accordi del governo con la Libia, consci che nei respingimenti e nella segregazione non ci possa essere soluzione alle condizioni di necessità di una parte così imponente della popolazione mondiale.
Ebbi modo di affrontare in quei giorni Luigi e di contrappormi a lui su questa linea, ribadendo, e fu anche notizia sui quotidiani, che lui parlava a nome personale e non a nome del movimento, essendo noi portatori di un’altra visione e di altre soluzioni…
Fu inutile, a quanto vedo, ma ancora erano i tempi in cui l’idea dell’uno vale uno erano forti e la convinzione che il lavoro collettivo rappresentasse la vera voce mi rassicurava.
Fu così che in campagna elettorale portammo avanti convinti, tanti di noi, il programma, (quello originale depositato al Quirinale e non quello “ridotto” per esigenze divulgative che ha girato poi).
Ma il governo con la Lega riaccese le nostre preoccupazioni e il decreto Salvini non è stata che una tappa attesa e una amara conferma. Il M5s ha preferito appiattirsi senza marcare le differenze sulla linea Salviniana, di cui il caso Diciotti, abbracciato da tutto il governo, non ne è che il triste epilogo.
Ha pagato questa linea? Non credo, dato che i sondaggi ci danno in caduta libera.
I sondaggi non sono altro che il polso della situazione, il termometro del gradimento da parte dei cittadini delle azioni di governo, e se gli elettori il 4 di marzo 2018 hanno votato per il 33% il programma del M5s e solo per il 17% il programma della Lega, noi avevamo il dovere verso i cittadini di rispettare quella percentuale di maggioranza in tutti i provvedimenti.
Cedendo alla Lega la narrazione generale, in definitiva, si è venuti meno al patto con gli elettori che ci ha permesso di essere qui e che ha permesso ad alcuni di noi di governare il paese.
Paola Nugnes
parlamentare M5S
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