PAPA’ BOSCHI IL BANCHIERE, PONTE CON GLI AGRICOLTORI
IL CATTOLICO IMPEGNATO E RISERVATO COME LA FIGLIA
Arezzo «E chi mi garantisce che siate più bravi di Rolando?».
Nel 1992, nel Valdarno aretino, si vota a Montevarchi, Comune rosso che potrebbe essere conquistato da una lista indipendente (di centrodestra).
Pier Luigi Boschi, all’epoca dirigente e punto di forza della Coldiretti, viene chiamato dai contendenti dello strapotere della sinistra di quel Comune per schierarsi contro il candidato Pds. Che si chiama Rolando Nannicini, appunto.
Ma l’ex democristiano Pier Luigi Boschi non si fa tirare dentro: «Noi siamo apolitici». E soprattutto, «chi mi garantisce che siate più bravi di Rolando?».
Chi era presente a quella riunione non fa fatica a vedere nelle parole dell’ex vicepresidente di Banca Etruria, commissariata due giorni fa da Bankitalia, quella nota di pragmatismo da Dc di provincia che si impara quando si cresce in un territorio praticamente tutto ostile, quella cultura del «vedere, capire, decidere» tipica della sua Laterina, per lungo tempo isola bianca nel mare della Toscana di sinistra.
A 20 chilometri c’è Cavriglia, che nel dopoguerra si contendeva con Castelfiorentino e Lamporecchio le percentuali più alte d’Italia a favore del Pci.
Laterina invece fu conquistata da un’alleanza Pci-Psi negli anni Settanta. È il Comune dove Boschi esercita la sua attività (è titolare di una importante azienda agricola, «Il Palagio») e dove comincia a fare politica.
Un Comune che adesso è diventato famoso. Non grazie a lui, ma a sua figlia Maria Elena, front woman prima nel «gruppo di fuoco» tutto rosa (con Simona Bonafè e Sara Biagiotti) che sosteneva Matteo Renzi nelle primarie del 2012 contro Bersani, poi spalla del Rottamatore nella conduzione delle convention all’ex stazione fiorentina della Leopolda, infine ministro per le Riforme istituzionali.
Boschi padre adesso è stato commissariato, come tutto il consiglio.
Fino a tre giorni fa lui era il vicepresidente. Un ruolo importante. Lui è il tramite con il mondo degli imprenditori agricoli, in una piccola-grande banca.
Il suo arrivo nel cda è del 2009: un «golpe bianco» lo definirono in città . Da Elio Faralli, esponente di una ricca famiglia fiorentina il timone passò a Giuseppe Fornasari, storico deputato Dc più volte sottosegretario.
Da banca «laica», molto vicina agli orafi – e secondo alcuni anche al mondo massonico: questa è comunque la patria di Licio Gelli – l’Etruria cominciò così a rivolgersi di più al mondo cattolico, alle imprese agricole, a quelle immobiliari.
Tanto che a Fornasari successe Lorenzo Rosi, presidente della coop (rossa) edile Castelnuovese.
Boschi è protagonista di quel mondo «bianco». Ma pragmatico: tanto che Faralli resterà anche nel cda del dopo golpe.
E forse, a creare l’equilibrio che sana la cesura – tanto che nel 2014 ci sarà una sola lista per il cda, nessuna di minoranza – ci si è messo anche Boschi.
Un uomo in vista, considerato potente anche nella banca, anche se non ne era il vicario, ma silenzioso. Uno che non si tira indietro e che, racconta chi lo conosce bene, «sale sugli alberi per potarli».
Tanto che cinque anni fa si fece due mesi d’ospedale perchè cadde da una scala.
Nell’epoca delle guerre ideologiche sta come oppositore dentro l’associazione intercomunale del Valdarno, però non fa crociate; cerca soluzioni.
Da dirigente della Coldiretti segue tutti i problemi degli associati, compresi gli espropri dei terreni dei contadini.
E alla fine riesce a trovare spesso accordi con i Comuni, quasi sempre gestiti da avversari politici. Segue i produttori di giaggiolo di Pian di Scò e del Pratomagno, altro scrigno da tutelare.
Ovviamente si occupa di olio, è presidente della locale Cantina sociale del Valdarno. Qui va di moda il rosso, ma lui resta bianco.
Tanto bianco che, quando nasce la Margherita, all’inizio non aderisce e resta nel Ccd, per poi approdare tra i Democratici solo con Quarta fase.
Tanto bianco che, nonostante la figlia renziana (non sempre: lei nel 2009 sostenne l’ex comunista Michele Ventura nelle primarie per il sindaco di Firenze vinte da Matteo), i renziani del Valdarno non è che lo vedano proprio bene.
Qui i più pensano che se il commissariamento della banca è diventato un caso nazionale non è certo perchè di mezzo c’era un ex presidente della Confcooperative aretina. A Laterina poi l’Etruria neppure c’è: l’unica filiale è del Montepaschi.
Marzio Fatucchi
(da “il Corriere della Sera”)
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