PENSIONI, CHI PRENDE PIU’ DI QUANTO HA VERSATO
LE DIFFERENZE TRA RETRIBUTIVO E CONTRIBUTIVO E LE CATEGORIE PIU’ FORTUNATE
Due infografiche a corredo di un articolo di Marco Ruffolo su Repubblica oggi ci aiutano a comprendere a che punto sono i due sistemi, retributivo e contributivo, nell’erogazione dei ritiri: tra il 2000 e il 2010 ben tre milioni di lavoratori hanno potuto lasciare all’età di 58 anni con una pensione media di quasi 2 mila euro lordi al mese.
I due terzi hanno una pensione superiore a 1.500 euro. Prendiamo allora uno di questi pensionati-tipo: uno dei primi baby-boomers figli del dopoguerra, classe 1951, assunto ventenne da un’impresa privata, in pensione nel 2009 a 58 anni dopo 38 di lavoro.
Oggi riceve un assegno di 2.120 euro lordi al mese. Quando nel 1996 Lamberto Dini introdusse il sistema contributivo, lui aveva già più di diciotto anni di lavoro alle spalle, e dunque resta immune dalla riforma: gli si continuerà ad applicare il vecchio calcolo retributivo per tutta la sua carriera.
Se la sua pensione fosse calcolata con il sistema contributivo, spiegano diversi studi di esperti previdenziali, dovrebbe prendere non 2.120 euro ma 1.520.
Seicento euro in meno, una differenza del 28%.
Ed è proprio questo il divario medio in Italia tra quanto riceve e quanto ha versato chi è andato in pensione anticipata con il retributivo.
E la forbice si allarga quando l’importo totale della pensione aumenta: “Chi è andato in pensione con 4.100 euro mensili non avendo neppure compiuto 60 anni, oggi riceve ogni mese 1.400 euro in più di quanto avrebbe se gli si applicasse il sistema contributivo, il 34% in più”.
(da “NexrQuotidiano”)
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