PENSIONI, LA CONSULTA INCHIODA IL GOVERNO: “LA SENTENZA VALE PER TUTTI, SENZA RICORSI”
PER IL GOVERNO ERA “IMPENSABILE RIMBORSARE TUTTI”, STASERA VIENE SMENTITO
La sentenza della Consulta sulle pensioni rischia di aprire un caso all’interno del governo.
Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan ha dichiarato che l’esecutivo “rispetterà le leggi, minimizzando l’impatto per le casse del governo”.
Ma il sottosegretario, e leader di Scelta Civica, Enrico Zanetti la pensa in modo diverso: “Escludo che sia possibile restituire a tutti l’indicizzazione delle pensioni, per quelle più alte sarebbe immorale e il governo deve dirlo forte. Occorre farlo per le fasce più basse”.
Ma fonti della Consulta precisano in serata che le sentenze della Corte Costituzionale, salvo diverse indicazioni contenute nel provvedimento emesso dai giudici – che, in questo caso, non ci sono – acquistano efficacia il giorno dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Per ottenere il rimborso delle somme non percepite in termini di indicizzazione – spiegano le fonti – si deve fare una domanda all’Istituto pensionistico, non serve un ricorso, perchè dopo la sentenza la restituzione è un obbligo da parte dello Stato.
Ciò non toglie che, come accaduto in casi analoghi, gli stessi avvocati possano consigliare la via del ricorso come strada per rendere più forte l’azione e per sollecitare il rimborso.
Una precisazione che sembra ribaltare l’opinione – “espressa a titolo personale” – di Zanetti, che ha rischiato di spaccare l’esecutivo.
In prima battuta fonti governative fanno sapere che non rimborsare tutte le pensioni toccate dalla recente sentenza della Consulta è una soluzione “compatibile con la sentenza della Corte” stessa.
Poi fonti di Palazzo Chigi sottolineano come sul tema il governo si sia espresso oggi attraverso le parole del ministro Padoan, quindi le indiscrezioni e ricostruzioni riportate da alcuni organi di informazione non riflettono gli orientamenti dell’esecutivo al riguardo.
D’altra parte la sentenza della Corte costituzionale è chiara: il blocco dell’adeguamento all’inflazione delle pensioni lorde di importo superiore a tre volte il minimo previsto dall’Inps (1.443 euro) è incostituzionale.
Adesso con l’applicazione della sentenza – secondo uno studio della Uil – il rimborso per una pensione che nel 2011 era di 1500 euro lordi, quindi appena superiore alle tre volte il minimo, dovrà partire da 2.540 euro per i due anni di blocco (2012 e 2013) e per gli effetti che questi hanno avuto sul 2014.
La rivalutazione calcolata è di circa 85 euro al mese. Somme che rischiano di pesare fino a 13 miliardi di euro sulle casse del governo.
Addirittura 16,6 miliardi secondo l’ufficio studi della Cgia.
Proprio secondo quest’ultimo studio, il rimborso medio spettante per le pensioni da 2.500 a 3mila euro arriva a 3.791 euro, per poi superare i 5.171 euro per le pensioni al di sopra dei 3mila euro
(da “La Repubblica”)
I
Leave a Reply