PENSIONI, LE PROPOSTE DEL GOVERNO E LE RICHIESTE DEI SINDACATI, I NODI DELLO SCONTRO
COSA PROPONE IL GOVERNO E COSA INVECE VOGLIONO I SINDACATI
Le attività gravose
Il governo propone di bloccare l’aumento di 5 mesi anche alle pensioni di anzianità (e non solo di vecchiaia) per le 15 categorie dei lavori gravosi. I requisiti per l’uscita anticipata resterebbero fermi a 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 e 10 mesi per le donne (invece di salire, dal 2019, rispettivamente a 43 anni e 3 mesi e 42 anni e 3 mesi).
Un fondo per la proroga Ape social
Altra proposta, l’istituzione di un fondo per i potenziali risparmi di spesa con l’obiettivo di consentire la proroga e la messa a regime dell’Ape sociale, la cui sperimentazione scade nel 2018. Ad oggi, l’anticipo pensionistico, a carico dello Stato, prevede l’uscita a 63 anni, con un sconto di 3 anni e 7 mesi rispetto all’età di vecchiaia.
Stop quota 67
Oltre alle 11 categorie di lavori gravosi già individuate dalla stessa Ape social, il governo già nei precedenti incontri ha aggiunto 4 new entry: operai e braccianti agricoli; marittimi; addetti alla pesca; siderurgici di seconda fusione e lavoratori del vetro. Le 11 sono: addetti alla concia di pelli; addetti ai servizi di pulizia; magazzinieri e facchini; camionisti; macchinisti e personale viaggiante; gruisti; infermieri e ostetriche turnisti; maestre d’asilo; operai edili; operatori ecologici.
Per l’esenzione è necessario aver svolto attività gravose da almeno 7 anni nei 10 precedenti il pensionamento ed avere un’anzianità contributiva pari ad almeno 30 anni
Nuovo calcolo aspettativa di vita
Il governo punta ad una revisione «strutturale», per tutti, del meccanismo di calcolo della speranza di vita a cui si adegua l’età di pensione: dal 2021 si potrebbe considerare non solo la media del biennio confrontato con il precedente (e non più lo scarto secco tra un anno e un altro) ma anche fissare un «limite massimo di tre mesi» per ogni futuro rialzo. Se si dovesse registrare un incremento superiore, sarebbe riassorbito nell’adeguamento successivo.
Si terrebbe conto anche dell’eventuale riduzione della speranza di vita relativa al biennio, che andrebbe però scalata dall’adeguamento successivo. L’obiettivo: «garantire un andamento più lineare».
Commissione sulla gravosità dei lavori
Si guarda ad una Commissione tecnica di studio (composta da Mef, ministeri Lavoro e Salute, Istat, Inps e Inail) per una rilevazione «su base scientifica della gravosita’» delle occupazioni, in base ai diversi lavori, «anche in relazione all’età anagrafica dei lavoratori».
Si prevede che concluda i lavori «entro il 30 settembre 2018» e che «entro i 10 giorni successivi» il governo presenti al parlamento una relazione sugli esiti
I sindacati
La Cgil respinge le proposte del governo e punta sulle decisioni che potrà prendere il Parlamento. Innanzitutto il rinvio a giugno 2018 dell’aumento a 67 dell’età per la pensione che, secondo la legge, dovrebbe essere deciso entro il 31 dicembre e scattare dal primo gennaio 2019. La Cgil si prepara all’incontro di martedì con il governo, ma se non otterrà il rinvio dell’aumento a 67 anni, si arriverà allo sciopero generale, forse sabato 2 dicembre. Ma i sindacati non sono uniti: per la Cisl infatti il giudizio sulle proposte del governo è «positivo» mentre per la Uil servono correzioni e chiarimenti. La manovra comunque andrà chiusa, nella sostanza, entro metà dicembre.
In quella sede potrà essere inserito il pacchetto pensioni (o parte di esso), risultato dell’eventuale accordo
(da “il Corriere della Sera”)
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