PER CAPIRE COME ANDRÀ L’INCONTRO IN ALASKA TRA PUTIN E TRUMP, BISOGNA GUARDARE I PRECEDENTI (E NON SONO RASSICURANTI PER ZELENSKY)
LA PRIMA VOLTA CHE SI VIDERO, NEL 2017 IN GERMANIA, IL TYCOON CONFISCÒ GLI APPUNTI DELL’INTERPRETE PER ELIMINARE LE PROVE DEL COLLOQUIO; A HELSINKI, NEL 2018, SOSTENNE DI FIDARSI DI PUTIN: “DICE CHE NON CI SONO STATE INTERFERENZE RUSSE NELLE ELEZIONI, NON VEDO PERCHÉ NON DOVREBBE AVERE RAGIONE”
Ci fu il primo faccia a faccia in Germania, quando Trump confiscò gli appunti del suo interprete per eliminare qualsiasi prova di ciò che era accaduto nella stanza. L’episodio in Vietnam, in cui Trump prese per buona l’insistenza di Putin che Mosca non avesse interferito nelle elezioni del 2016. E il vertice di Helsinki, quando Trump mise in dubbio le analisi dei propri servizi segreti, alla luce della ferma smentita di Putin.
Ora, mentre i due leader si preparano al primo incontro di persona da quando Trump è tornato alla Casa Bianca, politici e analisti si aspettano un vertice fuori dagli schemi, che metterà in mostra un Trump meno vincolato rispetto al primo mandato.
Molti temono che, se i precedenti incontri sono un’indicazione, sarà Putin – l’ex agente del KGB divenuto uomo forte – ad avere la meglio, e non il contrario.
L’ex presidente francese François Hollande, che nel guidò con l’allora cancelliera tedesca Angela Merkel e Putin i negoziati di pace sull’Ucraina, avverte il presidente USA: «La tecnica di Putin è la menzogna professionale».
«Trump farebbe bene a dimostrare di avere una conoscenza dettagliata della situazione sul terreno», ha detto Hollande al Financial Times.
Quando Trump e Putin si incontrarono per la prima volta, nel luglio 2017, il presidente USA era gravato dall’inchiesta sulle presunte interferenze russe e da una reciproca diffidenza con i propri consiglieri di politica estera.
I due presidenti si appartarono a margine del G20 di Amburgo, insieme al ministro degli Esteri russo, all’allora segretario di Stato americano e a due interpreti. Trump successivamente prese gli appunti del proprio interprete e gli chiese di non riferire
nessuno il contenuto dell’incontro.
Quella sera, durante la cena, Trump si avvicinò a Putin per un colloquio a tu per tu – con il solo interprete di Putin e senza funzionari americani.
Al successivo incontro all’Apec in Vietnam, nel novembre dello stesso anno, Trump ribadì le affermazioni di Putin secondo cui la Russia non aveva interferito nelle elezioni USA.
I due ebbero un altro faccia a faccia a Helsinki, nel luglio 2018, alla sola presenza dei rispettivi interpreti. In conferenza stampa, alla domanda se credesse alle agenzie di intelligence USA o al presidente russo, Trump disse di fidarsi di entrambi e aggiunse: «Il presidente Putin dice che non è stata la Russia. Non vedo alcuna ragione per cui dovrebbe esserlo».
Si incontrarono di nuovo, informalmente, a margine del G20 diBuenos Aires a fine anno, ancora una volta senza interpreti o stenografi americani.
Il vertice di questa settimana rappresenta la nuova occasione per Trump di ridefinire la relazione con Putin e assumere un atteggiamento più duro. In pochi credono che lo farà.
«Putin cercherà di convincere Trump che la posizione russa è migliore di quanto sia in realtà. Per Trump è molto più importante concludere l’accordo e rivendicarlo come la sua nuova vittoria da pacificatore», ha detto Anche le lunghe digressioni erano una costante, ha ricordato Hollande. «Putin inizierà il meeting raccontando tutta la storia. Può durare un’ora o più, se non lo interrompi. Il metodo russo di negoziazione è farlo durare a lungo senza che succeda molto», ha detto.
«Ma alla fine offre sempre un’apertura – una mediazione, un altro incontro, un gruppo di lavoro – così che l’altra parte possa dire: vedete, Putin ha fatto un passo».
Secondo Hollande, tra le tecniche di Putin c’era anche l’enunciazione di menzogne plateali. Ad esempio, insistette di non avere contatti con i separatisti filo-russi nell’Ucraina orientale, nonostante li finanziasse e li sostenesse militarmente. «Era una bugia così grossa da risultare impressionante», ha detto Hollande.
Un diplomatico tedesco coinvolto nei negoziati di Minsk ha descritto Putin come «uno dei negoziatori più abili». «Conosce tutti gli argomenti, il ragionamento giuridico nei dettagli, ma manipola sempre i fatti. Devi conoscere i fatti bene quanto lui».
Ma i fatti non sono il punto forte di Trump, ha detto. All’inizio del 2017, Merkel organizzò una telefonata con il presidente USA per spiegargli che Putin si rifiutava di attuare l’accordo di Minsk. Trump si limitò a ringraziare e riattaccare. Successivamente i consiglieri americani dissero allo staff di Merkel che Trump era furioso perché si era sentito messo sotto esame. «Non solo non ama i fatti, ma ha anche i suoi pregiudizi, e Putin lo sa», ha detto il diplomatico.
Nelle sue memorie, Merkel scrive che lei e Trump «parlavamo su due livelli diversi: Trump sull’emotivo; io sul fattuale».
Putin ha una «malafede molto strutturata e meticolosa», ha detto un ex consigliere francese del team di Hollande. Quando il leader russo rifiutò qualsiasi monitoraggio esterno del confine ucraino-russo, «affermò che non era violato», ha detto il consigliere. «Ma naturalmente era perché i russi lo attraversavano quando volevano».
Riguardo all’incontro in Alaska, lo stesso consigliere ha detto: «I russi non faranno un accordo. Putin ha solo bisogno che Trump smetta di sostenere l’Ucraina, il che è già l’inclinazione naturale di Trump».
Rogov ha osservato che Putin potrebbe essere più interessato ai negoziati rispetto al passato, dato che l’offensiva estiva russa in Ucraina è stata meno riuscita rispetto all’anno precedente. La prospettiva che Trump scoraggi l’India dall’acquistare petrolio russo minacciando dazi ha ulteriormente messo pressione su Putin.
Rispetto alla prima amministrazione, quando Trump era frenato da un Congresso assertivo e da funzionari che cercavano di mettere paletti al suo rapporto con Putin, ora il presidente USA affronta meno controlli. I parlamentari repubblicani sono intimoriti e l’apparato di politica estera è stato messo da parte.«Non ha vincoli», ha detto un alto funzionario statunitense, parlando in anonimato.
Trump e Steve Witkoff, suo inviato speciale, stanno gestendo l’operazione come due «impiegati da scrivania», ha detto Andrew Weiss, vicepresidente del Carnegie Endowment for International Peace.
«Ora abbiamo un Trump senza paletti o contrappesi nella sua amministrazione che si siede con Putin, che si trova in quella posizione – di non avere pari intorno a sé – da circa un decennio», ha detto Weiss.
(da agenzie)
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