PER LA SORA GIORGIA LA FAMIGLIA È SACRA, ANCHE QUANDO VA IN PEZZI
DIETRO ALLE POSIZIONI DELLA PREMIER C’È IL PENSIERO DI GUSTAVE THIBON, CHE SOSTIENE LA FAMIGLIA ANTIMODERNA, PATRIARCALE, CON LA DONNA NEL RUOLO DI MOGLIE E MADRE
Dopo la trasmissione a “Striscia la notizia” dei fuori onda sessisti e boccacceschi di Andrea Giambruno, Giorgia Meloni e il suo ormai ex compagno ci appaiono come i protagonisti di un dramma tanto triste quanto frequente. Nella crisi del loro rapporto sono diventati simili a milioni di connazionali che hanno dovuto affrontare tradimenti, separazioni e divorzi.
In Italia le coppie che convolano a nozze diminuiscono costantemente (nemmeno Giorgia e Andrea si sono sposati e pure la mamma di Giorgia si separò), in Europa la Penisola è maglia nera dei matrimoni e i divorzi sono in crescita. Ma l’idea di far parte della nutrita truppa di italiani che manda all’aria la famiglia tradizionale, la premier non l’ha accettata.
E subito dopo i fuori onda di Antonio Ricci ha preferito denunciare l’esistenza di oscure trame per indebolire non solo lei ma anche il suo governo.
Sostiene la leader di Fratelli d’Italia che la famiglia, contro cui la sinistra complotterebbe, è sempre e comunque sacra: «La destra che ho in mente deve ripartire dalla famiglia, cellula vitale della società… è il luogo attraverso cui le generazioni si tramandano i vincoli, la storia. La disgregazione della famiglia non può che portare quella di una società nel suo complesso».
Cosa c’è all’origine di principi così forti? C’è il pensiero di Gustave Thibon: il filosofo-maestro di Giorgia, poco conosciuto, in questi ultimi anni è stato il gran regista che ha influenzato le scelte di Meloni in tema di rinascita della famiglia da foto-ritratto d’antan.
Il saggista, scomparso nel 2001, che fu sostenitore del regime di Pétain, si è schierato contro l’aborto, l’eutanasia, la manipolazione dell’identità sessuale, l’ideologia gender. È il teorico della famiglia come architrave della stabilità culturale e politica.
Per modellare il nuovo Stato populista e sovranista Meloni si è rifatta all’educazione dei giovani elaborata dal pensatore tanto amato. Il mondo è in declino, le baby gang compiono devastazioni, i giovani sono cinici? Questo avviene «perché i ragazzi non sono legati alla patria e alla famiglia», spiega Meloni nel libro-intervista «La versione di Giorgia», riferendosi al filosofo francese.
I ragazzi si presentano come «individui separati, avidi ed egoisti»? Il nuovo mondo sovranista «sarà costituito da persone in cui famiglie e nazioni sono sane e forti e da soggetti collettivi coesi, generosi, consapevoli e aperti».
Solo facendo della famiglia il centro della propria vita si possono rendere uomini e donne «pronti a inserirsi in un contesto globale più ampio». L’attaccamento alla famiglia e alla patria può «affrancare da cinismo e da egoismo» e il patriottismo familistico “buono” è epurato dagli elementi tossici che fecero del patriottismo novecentesco la fonte di tanti proclami guerrafondai.
La famiglia antimoderna, patriarcale, con la donna nel ruolo di moglie e madre, è per Meloni persino un baluardo contro l’immigrazione e la “sostituzione etnica”. Pure avendo questa concezione “alta” della famiglia, il presidente del Consiglio ha però visto il suo nucleo familiare fare una brutta fine, come molti altri analoghi legami.
Ma invece di chiedersi, sulla base della sua personale e recente esperienza, se non avesse sopravvalutato la capacità della famiglia tradizionale di contrastare quasi tutti i mali, incluse le sue strutturali fragilità, ancora una volta discetta di complotto.
«Famiglia, sesso biologico, appartenenza nazionale, fede religiosa, ogni ambito identitario è diventato velocemente e improvvisamente un problema», osserva Meloni per difendere Francesco Lollobrigida, il cognato nonché ministro che aveva additato il rischio di “sostituzione etnica”.
È la strada che Meloni non abbandona mai, anche quando per lei sta arrivando il momento della separazione: il 13 settembre, con il premier ungherese Orbàn, si effonde sulla famiglia come tutela del mondo occidentale: «Difendere le famiglie significa difendere l’identità, difendere Dio e tutte le cose che hanno costruito la nostra civiltà». A maggio, davanti al Papa, ha detto che parlare «di natalità, maternità e famiglia a volte sembra quasi un atto rivoluzionario».
La crisi che Meloni ha voluto ignorare ora irrompe prepotente, attraverso vicende personali, nella politica.
(da La Stampa)
Leave a Reply