PER RENZI ORA SI APRE LA PARTITA CON LA CGIL, AVVERSARIO DI SEMPRE
PER LA PRIMA VOLTA UN LEADER DI SINISTRA NON HA ALCUN RIFERIMENTO NEL PIU’ GRANDE SINDACATO ITALIANO
Non c’è nemmeno un renziano nel Direttivo della Cgil.
Ed è la prima volta che il leader del partito erede anche della tradizione comunista non abbia alcun riferimento tra i dirigenti del più grande sindacato italiano (circa sei milioni di iscritti), casa comune da sempre di tutta la sinistra.
Ora è quasi un sindacato senza più partito.
«A suo modo una svolta epocale. Uno scenario inedito per il sindacato italiano che è vissuto di sinergie con la politica», sostiene Marco Revelli, politologo, studioso della crisi dei partiti.
Cosa cambierà lo si potrebbe già capire oggi, dalle parole che Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, utilizzerà nel messaggio di congratulazioni che invierà al nuovo segretario del Pd.
Perchè la Cgil non ama Renzi. E Renzi non ama la Cgil. Però già ieri sera Camusso commenta: «Se ci rispetta, la Cgil sarà il suo interlocutore forte»
Nelle ultime riunioni del parlamentino di Corso d’Italia si è alzata solo una vocetendenzialmente simpatizzante verso il sindaco, quella di Beniamino Lapadula, ex responsabile del Welfare, ora consigliere del Cnel. Lapadula non si è schierato apertamente con Renzi ma è tra i firmatari del documento di Goffredo Bettini, l’ex coordinatore della segreteria Veltroni, regista dell’elezione di Ignazio Marino a sindaco di Roma che ieri ha votato per Renzi.
Un documento, quello di Bettini, con un’accusa durissima al gruppo dirigente del Pd definito «oligarchico».
«Renzi – dice Lapadula – può rappresentare una svolta per la prospettiva di governo del Paese. C’è bisogno di innovazioni profonde. Serve anche al sindacato. In Cgil ho voluto dire che non mi convinceva l’attacco a Renzi».
Attacco capeggiato dal capo dei pensionati, Carla Cantone, e da quello dei bancari Agostino Megale.
Ora gli uomini dello staff della Camusso sostengono che nell’ultimo libro dell’economista renziano Yoram Gutgeld ci siano molte proposte della Cgil, finanche quella della patrimoniale. Ma è sul mercato del lavoro che Renzi la pensa come il giuslavorista ex pd Pietro Ichino.
E allora quando quelle proposte arriveranno sul tavolo del partito lo scontro sarà probabilmente senza precedenti.
(da “La Repubblica”)
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