PERCHÉ GIORGIA MELONI È COSÌ INCAZZATA CON LA DISGRAZIATA “TALPA” CHE HA SPIFFERATO IL BLITZ SULLA CONSULTA DI MARTEDÌ PROSSIMO? LA DUCETTA SPERAVA DI COGLIERE DI SORPRESA L’OPPOSIZIONE E SPIANARE LA STRADA AL SUO CONSIGLIERE GIURIDICO, FRANCESCO SAVERIO MARINI. GIUSTO IN TEMPO PER IL 12 NOVEMBRE, QUANDO LA CORTE COSTITUZIONALE POTREBBE BOCCIARE L’AUTONOMIA LEGHISTA, CON GRANDE GIUBILO DELLA SORA GIORGIA
SE COSÌ FOSSE, SALTEREBBE IL REFERENDUM CHE NON LA FA DORMIRE LA NOTTE (GLI ITALIANI SONO CONTRARI)
Urla e strepiti della Ducetta, così fuori con gli otoliti da minacciare di mollare l’Armata BrancaMeloni, l’immancabile esposto alle autorità di Crosetto, i soliti sospetti di complotti…
E tutto ‘sto casino perché qualche disgraziato di Fratelli d’Italia ha reso pubblico un post della chat di Fratelli d’Italia che chiedeva ai parlamentari tutti di essere assolutamente presenti in aula martedì prossimo, 8 ottobre, per la nomina del nuovo giudice della Corte Costituzionale?
Come mai nel partito della Melona è scattata una disperata caccia alla “talpa” che ha spifferato il blitz sulla Consulta? Per capire come si è arrivati a un tale scombussolamento di otoliti da portare la premier a dire “Mollerò per l’infamia di pochi”, bisogna fare un passo indietro e ricostruire la vicenda.
Sono ormai dieci mesi che alla Corte Costituzionale “manca” un giudice. La massima Corte è composta da 15 membri: 5 li nomina il Presidente della Repubblica, 5 la magistratura (3 Cassazione, 1 Corte dei Conti e 1 Consiglio di Stato) e 5 il Parlamento in seduta comune.
Finora le sette votazioni a scrutinio segreto sono finite con una fumata nera, per giunta con i votanti in calo. Ma questa volta, Giorgia Meloni non può sbagliare: ha un “suo” candidato, Francesco Saverio Marini, di provata fedeltà (è l’autore del “premierato”) e proveniente da una famiglia stabilmente di destra (come scrive “Repubblica, “suo padre è Annibale, ex presidente della Consulta di provata fede aennina che, scaduto quel mandato, fu scelto da Gianfranco Fini anche come membro laico del Csm”).
Ma la ragione per cui la Ducetta ha fretta è un’altra: la Consulta ha in mano tutti i dossier più importanti per il Governo. C’è il premierato, al momento ancora impantanato in Parlamento, ma che dovrà passare le forche caudine della Corte. C’è la norma sulla cittadinanza, per cui è atteso un parere.
E infine, e soprattutto, c’è l’Autonomia: il 12 novembre la Consulta dovrà decidere sulle questioni di legittimità costituzionale sollevate dalle Regioni sulla riforma. La bocciatura, anche solo in parte, della legge tanto cara a Salvini, sarebbe una manna per Giorgia Meloni.
La sora Giorgia è ben consapevole che il referendum sull’autonomia potrebbe essere l’inizio della sua fine: i sondaggi certificano che i cittadini, soprattutto al Sud, sono contrari, e l’affluenza è data in aumento. Ora, se la Consulta bocciasse l’autonomia, o anche solo una parte di essa, l’iter del referendum si bloccherebbe, con grandi festeggiamenti a Palazzo Chigi.
Si arriva così a venerdì 4 ottobre. In mattinata, il sito di Repubblica batte la notizia: “Meloni prova a eleggere un “suo” giudice della Consulta. E convoca i parlamentari di FdI: “Martedì nessuno assente al voto””. L’articolo, firmato Liana Milella, contiene i dettagli (e lo screenshot, di un messaggino fatto circolare nelle chat di Whatsapp del partito, in cui si invitano i parlamentari a non fare cazzate e a presentarsi in formato testuggine per far passare il giudice Marini. Questo perché per ottenere il risultato desiderato la maggioranza non potrà avere defezioni: servono 363 voti, i tre quinti di Camera e Senato in seduta comune.
Quella “fuga di notizie” fa partire l’embolo di Giorgia Meloni che, come ha riportato “il Fatto quotidiano” ieri, si sfoga a sua volta nelle chat di Fdi con un livore mai visto prima verso le sue truppe: “Io alla fine mollerò per questo. Perché fare sta vita per far eleggere sta gente anche no. L’infamia di pochi mi costringe a non avere rapporti con i gruppi. Molto sconfortante”.
Parole a cui è seguito l’annuncio del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che nella stessa chat ha annunciato che farà un esposto alla magistratura, creando ulteriore panico tra i big nel gruppone Whatsapp (chissà come si sente il “Giuda” che ha “tradito” la fiducia della premier, in queste ore).
Certo, non fa mai piacere avere “talpe”, ma la reazione è apparsa spropositata, visto che notizie del genere sono sempre uscite (e sempre usciranno). E allora perché tanta incazzatura?
La regina della Garbatella aveva in mente un blitz segreto, con cui cogliere di sorpresa la sinistra: sperava che con l’assenza di molti parlamentari d’opposizione, il voto sarebbe stato facilissimo. Un gioco da ragazzi, come sarebbe stato poi rendere l’autonomia “incostituzionale”, una volta ottenuta l’ambita poltrona per il fido Marini. E invece, la “talpa” di Fdi ha spifferato tutto, e ora il voto è a rischio…
Dettaglio non casuale: anche Forza Italia ha chiamato a raccolta i suoi parlamentari, con un messaggio simile a quello di Fdi. La Lega, invece, non l’ha fatto: la scusa ufficiale era il raduno di Pontida, ma evidentemente anche nel Carroccio hanno annusato il trappolone meloniamo per sfanculare un eventuale e letale referendum sull’autonomia…
(da Dagoreport)
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