PERCHE’ LA RUSSIA VUOLE CONQUISTARE BAKHMUT E SOLEDAR
L’ESPERTO: “IN REALTA’ BAKHMUT NON HA NESSUNA RILEVANZA STRATEGICA, SOLO UNA TESTA DI PONTE VERSO KRAMATORSK”… “A PUTIN SERVE RIVENDICARE UNA VITTORIA”
Città rase al suolo e uno scenario apocalittico. È quanto raccontano – più dei dispacci ufficiali degli eserciti – le immagini satellitari scattate dalla statunitense Maxar a Bakhmut e Soledar, nell’oblast di Donetsk, località da settimane al centro di furenti attacchi da parte delle forze russe e di una strenua resistenza delle truppe di Kiev.
Bakhmut e Soledar sono diventate da tempo il cuore del conflitto. Per la Russia rappresentano un trampolino di lancio per la conquista del Donbass, mentre per l’Ucraina è determinante non perdere nuovamente porzioni di territorio dopo i successi delle controffensive dei mesi scorsi.
In questo quadro gli scontri sono furenti e continui. “È in corso un bagno di sangue”, ha spiegato a Fanpage.it il professor Gastone Breccia, storico ed esperto di teoria militare.
Professore, da settimane si combatte a Soledar e Bakhmut. Perché queste città sono considerate strategiche dalla Russia? E qual è la situazione sul campo?
Si sta verificando un bagno di sangue, le perdite sono molto alte sia tra gli ucraini che tra i russi. Per questi ultimi prendere Soledar sarebbe fondamentale perché consentirebbe poi di attaccare Bakhmut da nord. Questa città, che di per sé non ha nessuna rilevanza strategica, rappresenterebbe la testa di ponte dalla quale lanciare una futura offensiva su Kramatorsk che, in caso di successo, garantirebbe alla Russia il controllo pressoché totale dei due oblast di Donetsk e Luhansk. La vera importanza della battaglia che si sta combattendo da più di un mese a Bakhmut però è un’altra ed è soprattutto simbolica. Il Cremlino, dopo mesi di difficoltà, ha bisogno di un successo tattico tangibile da spendere nei confronti dell’opinione pubblica interna e mondiale. È soprattutto per questo che Putin vuole che a Bakhmut sventoli la bandiera russa.
Il fondatore del Gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha dichiarato pubblicamente che nessuna unità, ad eccezione dei suoi combattenti , ha preso parte all’assalto a Soledar. È così?
Le dichiarazioni di Prigozhin sono importantissime. A quanto mi risulta non è affatto vero che a Soledar e Bakhmut stanno combattendo solo mercenari della Wagner, quindi evidentemente Prigozhin ha altri scopi: intende mostrarsi all’opinione pubblica russa come l’unico in grado di ottenere risultati positivi sul campo. La dichiarazione fatta martedì di aver conquistato definitivamente Soledar è in questo senso sorprendente, visto che è stato smentito dal Ministero della Difesa russo. Non è normale, ed è una grave anomalia, che il capo di un gruppo di contractors si sostituisca al governo: si tratta di un grosso sgarbo verso il Cremlino e chi sta conducendo davvero la guerra in Ucraina. Infatti a Mosca non l’hanno presa benissimo. Prigozhin sta chiaramente sgomitando per proporsi come numero uno sul campo.
Va letta in questo modo la nomina del capo di Stato maggiore russo, Valery Gerasimov, come nuovo comandante dell’esercito nella cosiddetta “operazione speciale” in Ucraina?
Quello di Gerasimov è un nome che non è ben visto dai cosiddetti “falchi”, come il capo del Gruppo Wagner Prigozhin o il leader ceceno Kadyrov, che da mesi criticano apertamente e aspramente il Cremlino e lo stato maggiore russo. Nominare Gerasimov è stato quindi un modo per Mosca per riaffermare la sua leadership, per dire che le decisioni che contano vengono e verranno prese da Putin e dal suo entourage. Non dal proprietario di un gruppo di soldati mercenari.
Francia, Germania, UK e Stati Uniti invieranno all’Ucraina carri armati e veicoli per il trasporto truppe. Perché questi mezzi sono così importanti per le forze armate ucraine?
In questo momento per gli ucraini ricevere carri armati sarebbe fondamentale perché consentirebbe loro di riprendere azioni offensive efficaci nei prossimi mesi. Ma cosa si sta davvero muovendo? Si dice che Berlino invierà i migliori “panzer” a Kiev, ma in realtà spedirà 40 Marder: non si tratta affatto di carri armati ma di veicoli per il trasporto truppe corazzati simili agli M110 che si impiegavano decenni fa. Sono mezzi vecchi, quasi fondi di magazzino. Che 40 vecchi mezzi corazzati possano davvero cambiare la situazione sul campo è assolutamente impensabile.
Si è parlato anche di carri armati Leopard e Challenger.
Sì, i polacchi – che come sempre sono molto attivi – hanno chiesto ai tedeschi il permesso di inviare carri armati Leopard II in Ucraina. Qui il discorso cambia, parliamo di carri armati veri di ultima generazione che in caso di offensiva potrebbero avere una grande utilità. Certo, dipenderà anche da quanti ne verranno inviati: si è parlato di 60 unità, un numero decisamente insufficiente. Ne servirebbero centinaia per ottenere qualche risultato. Comunque il dato più importante è un altro: le capitali europee sembrano aver capito che va fatto un salto di qualità. Se si vuole che la guerra non si trascini per i prossimi anni servono armi migliori, anche se non vanno ignorate le problematiche logistiche di una scelta del genere.
Cosa intende?
Fino a che abbiamo inviato agli ucraini vecchi carri armati di origine sovietica come i T72 erano perfettamente in grado di utilizzarli. Ma se decidiamo di inviare armi Nato la catena logistica è ben diversa: seve munizionamento dedicato, pezzi di ricambio appropriati e una formazione specifica delle truppe. Insomma, inviare carri armati sarebbe solo il primo passo.
Cosa servirebbe allora all’Ucraina per respingere definitivamente i russi?
Se l’obiettivo di Kiev è quello di tornare alle posizioni antecedenti il 24 febbraio servono carri armati da battaglia come i Leopard II in numero adeguato. Serve anche più artiglieria, perché abbiamo visto l’importanza degli Himars negli ultimi mesi. Infine occorrerebbero aerei da guerra: un conflitto del XXI secolo non può prescindere da supporto aereo tattico. Non sono informatissimo sullo stato dell’aviazione ucraina ma temo sia significativamente impoverito rispetto a 11 mesi fa.
Fornire cacciabombardieri però sarebbe una decisione molto forte da parte dell’Occidente.
È vero. Fornire pezzi d’artiglieria e carri armati è tutto sommato accettabile per l’opinione pubblica occidentale, ma inviare jet di ultima generazione sarebbe un passo davvero importante e non poco problematico: i piloti ucraini andrebbero prima addestrati per mesi nelle basi Nato prima di diventare davvero operativi. Naturalmente non possiamo sapere se tale addestramento sia già iniziato e se la decisione di inviare cacciabombardieri Nato, con piloti ucraini e non occidentali, sia stata segretamente già presa.
(da Fanpage)
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