PRAGA, 300.000 IN PIAZZA CONTRO IL PREMIER SOVRANISTA BABIS: “VOGLIAMO LIBERTA’ E DEMOCRAZIA”
A PIAZZA SAN VENCESLAO, LA STESSA DELLA RIVOLTA DEL 1989 CONTRO IL COMUNISMO, I PATRIOTI EUROPEI CHIEDONO LE DIMISSIONI DEL PREMIER SOVRANISTA INCRIMINATO PER CORRUZIONE
“Babis dimettiti!”, “Libertà , democrazia!” e poi cantato più volte l’inno alla gioia di Beethoven dell’Unione europea.
A Piazza San Venceslao sono almeno in trecentomila, non erano mai stati cosà numerosi a protestare contro il potere da trent’anni fa, da quando sfidando manganellate, lacrimogeni e stupri in carcere i giovani nell’autunno del 1989 sulla scia della rivoluzione polacca, della svolta ungherese e della caduta del Muro di Berlino sfilarono per chiedere la svolta, la fine della lunga notte del comunismo.
Oggi è successo di nuovo: come allora, con lo stesso spirito di sfida, un vento di svolta torna a soffiare potente, e si fa minaccioso e potenzialmente contagioso anche per Orbà¡n in Ungheria o Kaczynski a Varsavia.
La piazza della protesta, di Vaclavskè Nà¡mestà, ha un forte significato simbolico: fu la piazza dove i cecoslovacchi acclamarono l’indipendenza nel 1918, protestarono contro l’invasione hitleriana nel 1938 e morirono sotto i cingoli dei Panzer russi nell’agosto del 1968 per difendere il progetto di socialismo dal volto umano.
Andrej Babis, il premier contestato, amico di Orbà¡n e Kaczynski nel gruppo di Visègrad che (Slovacchia esclusa) tra l’altro ha appena silurato il piano europeo per l’ambiente, è un autocrate ricchissimo, soprannominato Babisconi da gente e media.
Da aprile la polizia cèca ha chiesto che egli sia licenziato e incriminato per malversazione di fondi pubblici e di sussidi dell’Unione europea a favore di almeno una delle sue molte aziende, il centro residenziale di lusso “Nido delle cicogne”.
Ma lui fa orecchie da mercante, sebbene i suoi partner di coalizione socialdemocratici minaccino di uscire dal governo.
Non solo: in questi stessi giorni il potere si preparava a Praga a normalizzare i media pubblici affidando la direzione suprema di radio, televisione e agenzia di stampa pubblica CTK a un estremista di destra russofilo, Michal Semin.
Il quale, dichiarando in pubblico il suo odio verso Unione europea e Nato, chiede che agenzie e siti russi come Sputnik diventino la fonte principale.
“Siamo qui in piazza, non molleremo, in nome della memoria dei nostri padri e nonni trent’anni fa, la Repubblica cèca non è ancora morta, i suoi valori vivono in noi giovani”, dicevano oggi pomeriggio a Piazza Venceslao, sventolando la bandiera nazionale, ragazze, ragazzi, coppiette e famiglie là sul luogo storico dove nel 1968 i giovani di allora sventolarono i tricolori insanguinati dai Panzer russi, e dove pochi mesi dopo Jan Palach si tolse la vita col fuoco protestando sacrificandosi contro l’invasione.
E più volte i giovani in piazza oggi, fiori in mano deposti davanti alla lapide che ricorda Jan Palach, hanno cantato il mesto ma significativo e dolce inno nazionale, “Kdè domov moj”, “dov’è il mio Paese”.
Da oggi a est dell’ex cortina di Ferro, dal Baltico ai Balcani, la rivolta morale dei giovani e della borghesia urbana fa dormire agli autocrati sonni meno tranquilli, e la gente in piazza cantando ‘inno alla gioia indica di sperare che a Praga come a Budapest o a Varsavia l’Unione europea non li lasci soli.
(da agenzie)
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