PRIMARIE MILANO: LA CINA E’ VICINA… A SALA
MIRACOLO A MILANO: MOBILITAZIONE DI CINESI PER IL CANDIDATO… IL PRESIDENTE DI SEGGIO: “VOTO NON CONSAPEVOLE, OPERAZIONI SOSPETTE”…. NEL PRIMO GIORNO APPENA 7.700 VOTANTI, IL 4% SONO STRANIERI
“Una partecipazione cinese inaspettata alle primarie del centrosinistra di Milano e una serie di operazioni sospette: non capiscono e non sanno leggere l’italiano e aprono la scheda per sapere dov’è il nome. Il sospetto che non ci fosse questa consapevolezza di cittadini che sanno cosa stanno facendo io l’ho maturato”.
A raccontarlo ai microfoni de ilfattoquotidiano.it è Carlo Bonaconsa, il presidente di seggio della sezione Luciano Lama (zona 2 — stazione centrale) dopo il primo giorno di votazioni.
Nelle scorse ore la comunità cinese della capitale della Lombardia aveva espresso il suo appoggio pubblico in lingua mandarina al candidato Pd Giuseppe Sala.
Oggi, alla prova dei seggi, ha rispettato l’impegno. “Non sono basito”, ha concluso il presidente, “avevo capito che c’era stato un endorsement per un candidato, ma non mi aspettavo un’affluenza così. Si è ripetuto qui quello che è successo in altre città ”.
Casi contestati infatti c’erano già stati in passato a Genova a gennaio 2015 per la selezione del candidato presidente alla Regione e a Napoli nel 2011 per la scelta del sindaco.
Le immagini parlano da sole: un gruppo di cinesi che conosce poche parole di italiano si incontra in un bar vicino al seggio insieme al consigliere comunale Emanuele Lazzarini e alla deputata Lia Quartapelle.
Poco prima sono stati fermati dalla cronista de ilfattoquotidiano.it e alla domanda chi voterai hanno risposto: “Non sappiamo”.
Dopo il caffè entrano e si dirigono verso le urne. Alla sezione Lama si presenta poi uno dei rappresentante dell’associazione Unione imprenditori Italia Cina: “Abbiamo incontrato Sala nei giorni scorsi”, dice.
Ma alla domanda “perchè vota il presidente Expo?” ribatte: “Può spegnere la telecamera?“.
Ma non sono gli unici casi segnalati nelle scorse ore: alcuni cinesi si sono registrati e hanno aspettato le indicazioni per votare, altri hanno fatto riferimento alla traduttrice e altri ancora giravano per la sezione chiedendo ingenuamente ai rappresentanti ai seggi per chi avrebbero dovuto esprimere la preferenza.
Nel quartiere cinese di Milano, zona Paolo Sarpi, è stato addirittura allestito un gazebo per le informazioni sulle primarie. Lì i rappresentanti della comunità danno indicazioni generali su chi votare e si offrono di portare ai seggi con macchine private chi è interessato a partecipare.
Tanti gli episodi controversi nelle sezioni. Tanto che il presidente di seggio Bonaconsa ha detto di aver preso provvedimenti per arginare il fenomeno: “Ho visto una serie di operazioni sospette che sono avvenute: alcuni cinesi assistevano, altri volevano entrare per accompagnare l’amico e insegnargli come votare. Dopo 1,2,3 operazioni sospette ho deciso che doveva entrare un cinese alla volta”.
Il rappresentante Pd ha raccontato di aver capito che i voti dei cinesi erano per Sala, perchè erano loro stessi a mostrargli le schede: “Non capiscono e non sanno leggere l’italiano. Erano così ingenui che spesso non sapevano come votare e venivano da me a chiedermi se andava bene come avevano fatto”.
Nei giorni scorsi, come riportato da Gianni Barbacetto sul Fatto Quotidiano del 4 febbraio, sul portale huarenjie.com era stato pubblicato in in lingua mandarina un articolo dal titolo: “I cinesi di Milano devono tirare fuori la loro forza”.
All’interno il racconto del colloquio con la deputata di Democrazia solidale Milena Santerini (ex Scelta civica) in cui si spiegava la vicinanza di Sala alle problematiche del mondo cinese.
Elisa Murgese
(da “il Fatto Quotidiano”)
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