PRIMARIE USA: TRUMP BATTUTO DA CRUZ, MA ANCHE RUBIO E’ IN GIOCO
TRA CLINTON E SANDERS E’ PAREGGIO, ORMAI E’ UN TESTA A TESTA
REPUBBLICANI
Vince Ted Cruz con il 27,7% dei voti, superando Donald Trump (24,3%) e Marco Rubio (23,1%). Sono bastate solo due ore e mezzo per conoscere il vincitore della contesa fra i repubblicani. Complice un sistema di voto semplice (per alzata di mano o attraverso una preferenza espressa su un foglio di carta), i vari centri sparsi nelle 99 contee dello Stato del Midwest hanno impiegato poco a contare i voti.
Ma da subito si erano capite due cose: che Trump sarebbe stato sconfitto da Cruz e che la sfida repubblicana è di fatto a tre, con Rubio molto vicino.
Il quarto arrivato, l’ex neurochirurgo Ben Carson, è stato staccato di molto (ha preso solo il 9,3% dei voti).
Il primo commentare lo spoglio è stato proprio Rubio. Con alle spalle il motto della sua campagna (New American Century) e con alla sua destra la famiglia al completo (la moglie di blu vestita con collana di perle bianche, due ragazzine e due bambini in camicia e cravatta), ha esordito dicendo “questo è il momento che ci hanno detto che non sarebbe mai successo”.
Parole che secondo qualche osservatore echeggiavano quelle usate nel 2008 dal semi-sconosciuto senatore dell’Illinois Barack Obama, che a sorpresa ebbe la meglio proprio in Iowa sull’allora senatrice di New York Hillary Clinton.
Per Rubio invece “questo è il momento di un presidente che difende il secondo emendamento”, quello che riconosce il diritto di possedere un’arma da fuoco. “Questo è il momento di un presidente che rafforza il sistema militare”.
Il giovane candidato repubblicano ha avvertito gli elettori che festeggiavano la sua terza posizione: “la nostra nazione ha davanti a sè due opzioni: diventare la migliore di sempre o diventare una grande nazione in declino”.
Poco dopo anche Donald Trump ha preso la parola nel suo quartier generale. Con al fianco la moglie vestita di un rosso fiammante come la sua cravatta, Trump non ha fatto altro che ripetere di amare le persone di fronte a lui, l’Iowa e il popolo del New Hampshire, lo Stato dove si terranno le prossime primarie (il 9 febbraio).
“Sono onorato di essere secondo”, ha dichiarato il magnate, il quale ha promesso di “andare avanti per sconfiggere Clinton, Sanders o chiunque decida di farsi avanti”, riferimento non casuale all’ex sindaco di New York, Michael Bloomberg, che sta valutando se candidarsi da indipendente.
È stato poi il vincitore tra i repubblicani, Ted Cruz, a prendere la parola ringraziando “i conservatori coraggiosi in Iowa e nella nazione. Questa sera lo stato dell’Iowa ha parlato. Questa notte è la vittoria di milioni di americani che hanno sopportato per sette anni il presidente Obama”.
Cruz ha promesso che “l’alba sta arrivando” e ha citato lo slogan con il quale Barack Obama arrivò alla Casa Bianca nel 2008, durante il suo discorso per celebrare la vittoria ai caucus repubblicani dell’Iowa: “I conservatori coraggiosi hanno detto: yes we can”.
DEMOCRATICI
Hillary Clinton prevale per un soffio su Bernie Sanders: L’ex first lady ha vinto sul filo di lana i caucus in Iowa con il 49,89% dei voti (700) contro il 49,54% dei voti (695) andato al suo rivale.
È stata Hillary a salire per prima sul palco con alle spalle il marito ed ex presidente Bill e la figlia Chelsea. “What a night!” ha detto come prima cosa l’ex segretario di stato. Clinton si è guardata bene dal dichiarare vittoria. Si è limitata a dire di avere “tirato un sospiro di sollievo”.
“So quello che siamo capaci di fare; io so come alzare i salari e garantire l’assicurazione sanitaria a tutti; io so come possiamo essere la super potenza dell’energia pulita del 21esimo secolo; io so come rendere l’università a portata di tutte le tasche; io so come proteggere i diritti degli elettori, dei lavoratori, degli immigrati, delle donne, di gay e di lesbiche. Come lo facciamo? Garantendomi la nomination e andando alla Casa Bianca”.
I festeggiamenti più calorosi sono provenuti dal quartier generale del senatore del Vermont, Bernie Sanders. “Iowa, grazie”, ha subito detto fra l’ovazione dei suoi sostenitori.
Si è poi subito complimentato con Clinton, ma sentendosi a suo agio nel dire che “ci siamo aggiudicati la metà dei delegati dell’Iowa”.
Il senatore è poi partito alla carica ripetendo alcuni dei punti chiave della sua agenda politica: “noi non rappresentiamo gli interessi di Wall Street o della Corporate America. E sono molto orgoglioso di essere l’unico candidato senza un super pac”. Secondo lui, “il popolo americano sta dicendo no a un’economia truccata. Non è giusto che il 10% della società possieda la ricchezza del resto del 90% della popolazione”.
Per questo ha chiesto ai suoi supporter: “siete pronti per un’idea radicale? Creeremo un’economia che funziona per le famiglie lavoratrici e non solo per quelle miliardarie. Alzeremo il salario minimo orario a 15 dollari, garantiremo lo stesso trattamento di reddito alle donne, renderemo il college accessibile a tutti, ricchi e poveri e faremo in modo che l’assistenza sanitaria sia un diritto per tutti”.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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