PRIMO DIBATTITO TV, PREVALE MACRON CON IL 29%, SEGUE MELANCHON (SINISTRA) CON IL 20%, APPENA IL 19% PER FILLON E MARINE LE PEN, CHIUDE IL SOCIALISTA HAMON CON L’11%
ALLA PRIMA ESPERIENZA IN UN DIBATTITO TV, IL CANDIDATO “OLTRE LA DESTRA E LA SINISTRA” STUPISCE TUTTI E TIENE TESTA ALLA LE PEN A MUSO DURO
Oltre tre ore di confronto dall’istruzione al terrorismo, si va persino ai tempi supplementari per parlare di istruzione, pensioni, laicità , terrorismo, immigrazione. Finalmente la campagna per le presidenziali entra nel vivo, a un mese dal voto, con un dialogo aperto e diretto tra i cinque principali candidati.
Dopo gli scandali giudiziari e le tante polemiche, i protagonisti della corsa all’Eliseo sono costretti a snocciolare le loro proposte.
Il format televisivo andato in onda ieri sull’emittente privata Tf1 è una novità , finora i dibattiti tra candidati si svolgevano solo prima del ballottaggio.
Ma in questa campagna elettorale i cui i due principali partiti di governo rischiano di non essere presenti al secondo turno anche i media si devono adattare.
Quello che aveva più da perdere era il nuovo favorito Emmanuel Macron, che secondo un sondaggio qualche ora prima del dibattito starebbe addirittura superando Marine Le Pen nei sondaggi (25,5 contro 25% al primo turno).
Il leader centrista, che non ha mai fatto una campagna elettorale, ha tenuto testa alla rivale annunciata Marine Le Pen, veterana di questi dibattiti rispetto a un “debuttante” come lui.
“Non voglio essere vice Cancelliera di Merkel” ha esordito lei, con una battuta sulla recente visita di Macron a Berlino. “Se non sbaglio, monsieur Macron, è favorevole al burkini?” ha attaccato la presidente del Front National dopo un’inizio un po’ ingessato. “Non mi faccia dire cose che non ho mai detto, non ho bisogno di un ventriloquo” risponde l’ex ministro che poi aggiunge: “Il burkini è un problema di ordine pubblico, non di religione. Smetta di voler dividere i francesi”.
Molto attaccata anche Le Pen, che è sembra impacciata sui temi economici, denunciando gli avversari “ultraliberali”, con Benoit Hamon e Jean-Luc Mèlenchon che si sono guardati perplessi.
Per giustificare la proposta di Brexit la leader del Front National ha mostrato un grafico sul calo della produzione industriale di Francia, Italia e Spagna, dopo l’ingresso nell’euro.
L’ex premier Fillon l’accusa: “Lei vuole distruggere il potere d’acquisto dei francesi con il ritorno al franco”. Lei risponde vantando i meriti del Brexit e allora Macron ribatte: “Come mai i promotori del referendum britannico sono poi andati a nascondersi lasciando tutto da fare ai conservatori?”.
Il fondatore del movimento En Marche ha giocato in pieno il suo ruolo da moderato, davanti a un Fillon sempre più a destra, che vuole abbassare a sedici anni la maggiore età per i reati penali.
“Non parliamo di guerra civile” ha detto Macron che, a sorpresa, si è schierato con il gauchiste Mèlenchon sulle cause sociali della delinquenza.
Anche Hamon cerca di placare Le Pen sul boom della criminalità : “Lei è una drogata della cronaca nera, con una visione falsata” commenta il candidato socialista. “Ho gli occhi aperti” risponde lei.
Stesso scontro sull’immigrazione con Macron, Hamon e Mèlenchon quasi sulla stessa linea, ovvero l’inutilità della chiusura totale delle frontiere e l’esagerazione dei dati sulla presunta “invasione” di rifiugiati.
“Su 100 persone che fuggono dalle guerre solo 4 vengono in Europa” precisa Macron. Mèlenchon sottolinea che bisogna combattere alla radici le cause delle migrazioni, un “esilio forzato” provocato da guerre militari e commerciali.
Ma la parentesi che mette la sinistra accanto a Macron dura poco.
Hamon – forse una delle sorprese della serata – si mostra molto aggressivo sul tema del finanziamento del movimento En Marche, alludendo alle lobby che sarebbero dietro al giovane candidato centrista.
“Garantisco che sarò un Presidente indipendente senza conflitti di interesse” risponde Macron, incalzato dal socialista che chiede di divulgare i nomi dei suoi grandi finanziatori. Anche Le Pen insinua di nuovo sul passato da banchiere del rivale.
“Se lei ha qualcosa di concreto da rimproverarmi si rivolga alla giustizia” risponde Macron che, come previsto, si è trovato al centro non solo politicamente ma anche nel tiro incrociato degli attacchi.
(da “La Repubblica”)
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