PRONTA LA LEGGE PER LA CITTADINANZA AGLI IMMIGRATI
PRESENTATA LA PROPOSTA DI LEGGE BIPARTISAN DI GRANATA (PDL) E SARUBBI (PD).…. PER OTTENERE LA CITTADINANZA, COME AVVIENE IN FRANCIA, BISOGNERA’ ESSERE NATI IN ITALIA DA GENITORI CHE QUA STABILMENTE RISIEDONO DA ALMENO 5 ANNI… AGLI ADULTI RICHIESTI 5 ANNI DI RESIDENZA LEGALE IN ITALIA, UN REDDITO MINIMO, UN ESAME DI LINGUA E IL GIURAMENTO DI OSSERVANZA DELLA COSTITUZIONE
Nasce da un insolito accordo bipartisan tra la componente cattolica del Pd e quella finiana del Pdl la proposta di legge per cambiare i criteri della concessione della cittadinanza italiana agli immigrati regolari.
Per una volta destra e sinistra si sono messi intelligentemente a un tavolo e sono arrivati, di comune accordo, alla stesura di un testo condiviso che verrà presentato attraverso un’iniziativa pubblica dai due estensori principali, Fabio Granata del Pdl, vicino al presidente della Camera, Gianfranco Fini, e Andrea Sarubbi del Pd, di formazione cattolica.
Si tratta di una proposta che prevede alcuno cambiamenti fondamentali: non sarà più necessaria la discendenza di sangue per diventare cittadini italiani, ma sarà sufficiente il “jus soli”, ovvero essere nati sul suolo italiano da genitori che nel nostro Paese ormai stabilmente risiedono.
In pratica si apre al modello di integrazione francese, ovviamente per quanto riguarda gli immigrati regolari.
In primo luogo diventerà cittadino italiano “il minore nato in Italia da genitori stranieri, di cui almeno uno legalmente soggiornante da 5 anni ed attualmente residente”, se i genitori ne faranno richiesta all’atto della nascita.
In ogni caso il figlio di stranieri nato in Italia potrà chiedere di diventare italiano al compimento del 18° anno di età .
Agli adulti immigrati invece saranno chiesti 5 anni di residenza in Italia, contro i 10 attuali, ma occorrerà anche un reddito minimo, il superamento di un esame di lingua e di cultura italiana, il giuramento di osservanza della nostra Costituzione e di rispetto dei suoi valori fondamentali.
Il progetto vede contraria a priori la Lega, ma Granata fa giustamente osservare che ” l’impero romano è cresciuto aprendo l’accesso al civis romanus alle persone che non erano romane di sangue o di discendenza” e in tal senso attinge al diritto romano che ancora oggi è alla base del nostro ordinamento giuridico.
La proposta tende a dare quindi risposta al fatto che ormai l’Italia è un Paese di immigrazione stabile e strutturale, con molto stranieri in regola che scelgono l’Italia per viverci.
Un modo di vedere il problema dell’immigrazione in prospettiva futura, dove l’Italia, come ha fatto la Francia, ha tutto l’interesse a gestirlo e controllarlo, richiedendo doveri, ma garantendo anche i giusti diritti a chi lo merita.
Invece che abbaiare alla Luna, come certi politici sciacalli, sarebbe il momento di affrontare il problema in modo organico.
E la discussione che susciterà questa proposta aiuterà a far crescere il confronto e il dibattito anche nel nostro Paese, fanalino di coda in Europa nel riconoscimento dei diritti.
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