PUBBLICA GLI ULTIMI SMS DI SUA MADRE MORTA DI COVID A 55 ANNI: “BASTA CON I NEGAZIONISTI”
LA STORIA DELLA “MAESTRINA” DI REGGELLO CHE DAL LETTO DI OSPEDALE SI PREOCCUPAVA DI MANDARE IL CERTIFICATO ALLA PRESIDE
“Come va?”. Risposta: “Con l’ossigeno meglio, ma è dura”. E poi: “Stasera mi hanno dato un altro sciroppo per la tosse. Sono sempre attaccata all’ossigeno. Voi tutti bene?”. E loro a casa sì, loro tutti bene: il marito Piero, i figli Elia (24 anni) ed Eleonora (21).
Un po’ di cuori rossi e un sms per la buonanotte anche quando si teme che non sia una buonanotte per chi sta chiuso nella stanza di un ospedale, quello di Ponte a Niccheri a Firenze, a battagliare con il virus.
Lucia Cosimi faceva la maestra elementare a Reggello, un piccolo paese in provincia di Firenze. Aveva 55 anni e stava bene prima di quei colpi di tosse.
Sua figlia Eleonora ha pubblicato su Facebook gli ultimi sms che si scambiavano, quelli pieni di speranza: “Fatte le lastre, ora il polmone deve migliorare non è messo male”. Quelli più intimi al marito: “Ti amo”. “Anche noi ti amiamo”. E lei: “E’ quello che mi incoraggia”.
Poi l’sms di una maestra per bene che pensa al suo lavoro anche quando è con un casco per l’ossigeno in testa, messaggio: “Domattina senti la preside se l’ospedale mi deve fare il certificato”.
Eleonora ha pubblicato queste conversazioni su Facebook accompagnandole con un lungo post: “Sono arrabbiata con i negazionisti e con quelli che abbassano la mascherina e con i loro comportamenti ci mettono a rischio. Ogni volta che ne incontro uno mi sembra un’offesa alla memoria della mia mamma”.
Uno schiaffo su una ferita aperta. Lucia Cosimi è morta lo scorso 22 novembre.
E’ sempre difficile sapere come incrociamo il virus, Eleonora racconta che nella classe di sua mamma c’è stata una persona positiva al Covid e tutti, insegnanti, alunni e personale erano stati messi in quarantena.
Durante la quarantena sono arrivati quei colpi di tosse insistenti. Eleonora scrive della mamma maestra: “Aveva 55 anni. Lucia lascia un marito della stessa età e due figli, di 24 e 21 anni. Lucia stava bene poche settimane fa, quando, come ogni giorno, l’ho chiamata al telefono. Erano giorni che tossiva ininterrottamente.
Mi ha detto: “Tesoro, scusami, ci sentiamo quando mi passa questa tosse”. La nostra mamma non ce l’ha fatta. La nostra mamma è stata portata via con un’ambulanza il 6 novembre. Qualche giorno con il casco. Eravamo preoccupati, senza dubbio, ma sereni. La nostra mamma non aveva alcuna malattia pregressa. La nostra mamma stava bene. La nostra mamma aveva 55 anni. Questi sono i messaggi che è riuscita a scambiarsi con noi quando aveva il casco. Cioè, quando aveva il casco e vedeva molto male la tastiera del telefono. Un giorno è stata intubata”.
Dall’ospedale una volta è riuscita anche a mandare una foto. “Eravamo positivi: faremo tutto quello che bisognerà fare, aspetteremo tutto il tempo che bisognerà aspettare – riprende a raccontare Eleonora – Dopo dieci giorni la tragica chiamata dall’ospedale: ci vuole un miracolo. Le fanno una terapia sperimentale, bisogna crederci e mandarle tanta forza, “il gioco di squadra di solito funziona” mi dice una dottoressa. È così. Migliora. Il primario è entusiasta, lo sono anche gli anestesisti, “che sono sempre i più cauti”. La mattina di due giorni dopo chiamo il mio babbo, come sempre. Siamo felicissimi. Attacco, e mentre lo faccio penso: “Che cavolo però.. Aspettare le due per avere buone notizie è un po’ una noia”. L’ospedale chiama sempre di primo pomeriggio, una volta al giorno. Dopo 15 minuti ci chiamano il primario e l’ospedale. La nostra mamma ha avuto un tracollo nella notte. È morta”.
Fin qui la storia di mamma Lucia, poi la rabbia di chi è stato colpito negli affetti: “La ragione di questo post non è la nostra mamma. La nostra mamma che non doveva morire, la nostra mamma che poco più di un mese fa stava bene, la nostra mamma che era la persona più dolce del mondo, la nostra mamma che è morta a poco tempo dal vaccino, la nostra mamma che in quei tre giorni che non era sedata aveva diffuso così tanto amore che per tutti era “La Maestrina”, la nostra mamma che piangono anche i medici, la nostra mamma sulla cui bara, gli stessi, hanno messo delle luci. La nostra mamma che non può lasciare alcun vuoto, tanto ci ha riempiti. La nostra mamma che non ha mai dato solo a noi tre. Il motivo è un altro: è l’uomo agitato in fila alla motorizzazione. Si mette la mascherina sotto il naso, sbuffa, se la sposta sul mento, sbuffa ancora, si muove nella stanza, allarga le braccia, soffia. Mi giro verso di lui, lo fisso. Non sono riuscita a dire niente, tanta era la rabbia. Dei negazionisti poi non me ne è mai fregato niente, tempo ed energie persi. Però leggere e sentire tanti contro il vaccino, non lo accetto. Non lo accetto e vi chiedo aiuto. Per favore, manteniamo alta l’attenzione, anche se siamo stufi delle distanze, delle limitazioni. Ci si ammala anche seguendo le regole”. Eleonora era in coda alla motorizzazione per cambiare l’intestatario dell’auto di sua mamma.
(da “La Repubblica”)
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