QUANDO IL GIOCO SI FA DURO, I TEDESCHI INIZIANO A GIOCARE. LA GRANDE LEZIONE DEL BUNDESTAG: A TRE SETTIMANE DAL VOTO, CDU, SPD E VERDI VOTANO COMPATTAMENTE LA RIFORMA COSTITUZIONALE CHE PERMETTE DI AGGIRARE IL FRENO AL DEBITO
IL NEO-CANCELLIERE, FRIEDRICH MERZ, APRE ALLA “COMUNITÀ DELLA DIFESA EUROPEA, A CUI POTRANNO ADERIRE ANCHE PAESI EXTRA-UE” … LE TRE NOVITÀ: IL FONDO SPECIALE PER LE INFRASTRUTTURE, L’ALLENTAMENTO DEI VINCOLI PER LE REGIONI E UN INDEBITAMENTO “ILLIMITATO” PER EQUIPAGGIARE L’ESERCITO E FORNIRE ARMI ALL’UCRAINA
Con un voto storico la Germania cambia il «freno del debito», abbandonando decenni di austerità, e approva un piano di stimolo e rilancio dell’economia di oltre mille miliardi. Soprattutto, dice sì al finanziamento «illimitato» del riarmo, ossia privo di vincoli prestabiliti, se non quanto si vorrà e potrà raccogliere sul mercato.
La riforma voluta da Friedrich Merz, ancora prima di diventare cancelliere, è passata nella seduta straordinaria del 20° Parlamento tedesco, riconvocato a pochi giorni dallo scioglimento. Trattandosi di modifiche costituzionali, era necessaria la maggioranza dei due terzi.
E i deputati della Cdu/Csu, dei socialdemocratici e dei Verdi sono stati compatti: 513 i sì di fronte ai 489 necessari per il quorum, 207 i no. Rispetto alle preoccupazioni della vigilia, mancano all’appello appena 7 deputati.
Contraria l’estrema destra dell’AfD, la Linke e il partito di Sahra Wagenknecht (che sparirà dal prossimo Parlamento) e che in aula ha portato i cartelli: «2025 come il 1914: no ai crediti di guerra», evocando il riarmo tedesco all’inizio della Prima guerra mondiale. Accuse respinte dai partiti della maggioranza.
Anzi, Friedrich Merz ha motivato così la rottura del grande tabù fiscale: «Un tale debito può essere giustificato solo in circostanze molto specifiche. Queste circostanze sono determinate soprattutto dalla guerra di aggressione di Putin contro l’Europa».
Ma la frase più importante, probabilmente, è un’altra. «La nostra decisione a vantaggio della Bundeswehr — ha detto Merz — è anche il primo passo verso una comunità della difesa europea, alla quale anche Paesi non appartenenti all’Ue potranno aderire». Il riferimento è alla Gran Bretagna e alla Norvegia.
E preannuncia già l’impegno di Berlino per un’unione della difesa con chi vorrà farne parte . Ieri sera è arrivato a Berlino il presidente francese Emmanuel Macron per cenare con Merz e il cancelliere Olaf Scholz.
Inizia dunque così, abbandonando il feticcio della Schwarze Null (dello zero in bilancio predicato da Wolfgang Schäuble), l’era di Friedrich Merz. E inizia, da un lato, con una spettacolare dimostrazione di disciplina della democrazia tedesca, che in tre settimane è stata capace di stringere un impensabile patto tra i partiti, passato al vaglio — visti i tempi accelerati — della Corte costituzionale.
Dall’altro, però, parte in una situazione precaria, complici i dazi di Trump, perché la Merzonomics dovrà risollevare un Paese che anche per il 2025 crescerà pochissimo, solo dello 0,4% secondo l’Osce.
Le riforme, chiamate malevolmente «Schuldenpaket» (pacchetto del debito) dalla stampa popolare, introducono tre grandi novità: 1) un indebitamento illimitato per equipaggiare meglio l’esercito e fornire armi all’Ucraina; 2) un fondo speciale da 500 miliardi di euro, con una durata di 12 anni, per modernizzare le infrastrutture, dalle reti elettriche agli ospedali, dalle strade alle ferrovie; 3) un aiuto alle regioni che ora potranno creare un deficit dello 0,35%.
(da il Corriere della Sera)
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