RAGGI, LA GIUNTA NON C’E’, SOLO LA PROMESSA DELL’ANNUNCIO
SONO PIU’ I NO CHE I SI’ QUELLI RACCOLTI DAL SINDACO: FIDUCIA NEL M5S E MULTE CAUSANO LA FRENATA… ALLA FINE ACCETTERANNO SOLO LE TERZE FILE
La Giunta che non c’è.
Sembra quasi il titolo di una canzone e invece è la prima (mezza) sorpresa nella Capitale al tempo di Virginia Raggi, proclamata oggi ufficialmente sindaco.
Premesso che il primo cittadino ha a disposizione 20 giorni di tempo, da quando viene proclamata, per nominare i suoi assessori, il dato è che sono stati gli stessi 5 Stelle in nome della trasparenza a cavalcare il leitmotiv della squadra di governo da rendere nota prima del voto.
Non si tratta di retroscena giornalistici, ma di dichiarazioni ufficiali a cui però non hanno fatto seguito i fatti a causa dei tanti “no” incassati dalle personalità contattate in questi mesi.
Complice il dubbio che l’amministrazione targata M5S non abbia lunga vita, stipendi bassi in nome dei tagli e soprattutto la multa di 150mila euro che anche gli assessori sarebbero chiamati a pagare se dovessero venire meno al codice di comportamento.
A parlare della squadra Raggi si inizia il 2 marzo a Porta a Porta: “Ci piacerebbe presentare tutta o parte della Giunta prima delle elezioni. Così i cittadini — dice Raggi – potranno scegliere in maniera consapevole. Non ci piace votare a scatola chiusa”. Passano i giorni, i mesi e la campagna elettorale entra nel vivo.
A fine maggio, la candidata sindaco 5Stelle ribadisce in più circostanze, come in un’intervista all’Ansa o a TeleRoma56, che la squadra sarebbe stata comunicata “a breve”: “Siamo a buon punto. Prima del 5 giugno comunicheremo la parte che siamo riusciti…”.
E poi ancora: “Alcuni nomi della giunta sì, saranno annunciati prima del voto”.
Anche Luigi Di Maio a In mezzo’ora il 29 maggio ribadisce che i membri della Giunta sarebbero stati annunciati “in settimana, sarà un dream team”.
In realtà prima del turno del 5 giugno nessun nome viene dato, complice il fatto che i primi contatti avviati con personalità di spicco si sono conclusi in un nulla di fatto. Dall’entourage spiegano inoltre che trattandosi di professionisti preferiscono “non bruciarsi” a campagna elettorale ancora in corso.
Ci sarebbe cioè un problema di opportunità politica: il dubbio, negli ambienti che contano, è che M5S alla fine non la spunti o che il suo governo non abbia lunga vita. Circola qualche nome.
Tra questi c’è quello del prefetto Marilisa Magno, a capo della commissione d’accesso che chiese il commissariamento per mafia di Roma dopo l’inchiesta ‘Mondo di Mezzo’.
Oppure l’ex calciatore Damiano Tommasi, da poco rieletto presidente dell’Associazione italiana calciatori (Aic), il sindacato dei giocatori.
O ancora l’ex consigliere comunale M5S Daniele Frongia, ricandidato e indicato come possibile capo gabinetto del sindaco. Ma si tratta solo di indiscrezioni.
Intanto Virginia Raggi supera il primo turno delle amministrative e nelle due settimane che separano il risultato dal ballottaggio si dedica a tempo pieno alla composizione della squadra: “La presenteremo in blocco la prossima settimana”, dice l’8 giugno.
Tanto che riduce al minimo gli appuntamenti pubblici perchè, viene spiegato dal suo entourage, “vuole mettere l’ultima parola su ogni nome e partecipare a tutte le riunioni”.
Riunioni durante le quali vengono presi contatti con i possibili assessori. Spunta per la Cultura il nome di Rossana Rummo, direttore generale delle Biblioteche e Istituti Culturali del Mibact, già sub-Commissario straordinario del Comune di Roma alla Cultura, ma lei rifiuta: “Mi è stato proposto di diventare assessore alla Cultura in una ipotetica giunta di Virginia Raggi, ho ringraziato per la considerazione dimostratami, ma ho declinato la proposta”.
Poi c’è quello del campione di rugby Andrea Lijoi e dell’ex centrocampista della Roma Daiano Tommasi, ma nulla di fatto anche qui.
Anche Tomaso Montanari e Christian Raimo, i cui nomi erano circolati per la casella della Cultura, e Pasqualino Castaldi (il sub commissario di Tronca che in Campidoglio si occupa di bilancio) declinano l’invito.
Tramonta anche l’ipotesi di Raphael Rossi, esperto di raccolta differenziata e che ha già lavorato tra Napoli e Parma.
Secondo alcuni a freddare gli entusiasmi c’è anche una questione meramente economica: “Chi guadagna svariate migliaia di euro al mese – ragiona un parlamentare – non rinuncia facilmente a una vita di agi per una spesa tra Aule e corridoi del Campidoglio”.
Per non parlare delle multa di 150mila se vengono meno al codice di comportamento e se dovessero causare un danno di immagine al Movimento 5 Stelle.
Raggi evoca anche il nodo delle quote rosa, ovvero la mancata disponibilità da parte delle donne a ricoprire l’incarico di assessore.
Nel confronto tv a SkyTg24, il mercoledì prima del ballottaggio, Raggi fa sapere: “Tra domani e venerdì sarà annunciata, la stiamo completando. Sta venendo molto bella, sono tutti pronti a collaborare”.
Ma il proposito di annunciare tutta la Giunta prima del voto va a naufragare.
La Raggi dà i quattro nomi che circolavano da giorni: Paolo Berdini all’Urbanistica, Paola Muraro alla Sostenibilità , Andrea Lo Cicero allo Sport e Luca Bergamo alla Crescita culturale. Mancano le caselle chiave, come il Bilancio.
Pare che alcuni si siano sfilati e che altri non si sono voluti esporre prima: “Quando chiamerà da sindaco sarà tutta un’altra storia”.
Sta di fatto che gli incontri per comporre la squadra sono ancora in corso.
Secondo quanto si apprende dovrebbe mancare una sola casella, quella del Turismo su cui sono in ballo due nomi.
Al Bilancio, ma si tratta di indiscrezioni, dovrebbe andare Marcello Minenna, ex dirigente della Consob, anche se pochi giorni prima del voto aveva detto che con i 5Stelle non aveva alcun accordo.
La persona designata per l’incarico a tempo per occuparsi delle Partecipate dovrebbe essere Antonio Blandini. Poi Cristina Pronello ai Trasporti e Francesca Denese alle Politiche sociali.
Non sembra invece ancora coperta la delicata casella della delega al commercio. Dopo una serie di annunci dell’annuncio, adesso la comunicazione ufficiale della Giunta al completo dovrebbe arrivare durante la prima riunione del Consiglio comunale.
Anche se qualcuno teme un nuovo caso Livorno, quando ad agosto di due anni fa il sindaco Filippo Nogarin era in vacanza a San Vito Lo Capo ma non aveva ancora completato la Giunta.
(da “Huffingtonpost“)
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