RAI, TEMPO DI CENSURA E CLIMA DA CASERMA PUTINIANA
RAINEWS, LA REDAZIONE SI RIBELLA: “SIAMO DIVENTATI IL TG4, IL DIRETTORE RIVEDE E CORREGGE I TESTI, FINO A STRAVOLGERLI A FAVORE DEL GOVERNO”
Un “pastone” di giornata, un servizio di RaiNews.it che passa sotto le forche caudine della censura del direttore, Paolo Petrecca. Un servizio giornalistico del servizio pubblico nell’anno zero del governo di Giorgia Meloni.
Domenica 9 luglio il pezzo “caldo” per le redazioni politiche è quello sulla polemica legata ai commenti della ministra Eugenia Roccella e di Filippo Facci che quella stessa mattina, sul caso La Russa jr., il terzogenito del presidente del Senato denunciato per violenza sessuale, scriveva: «Risulterà che una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa (una famiglia, una tribù)». La responsabile della redazione in quel momento della giornata sceglie a chi far scrivere il pezzo, il racconto di cosa è accaduto, le reazioni alle esternazioni della ministra per la Famiglia, e del giornalista di Libero. Qualche ora dopo la stessa lo riceve e lo approva.
Un pezzo di cronaca politica che — spiegano dalla redazione di RaiNews.it — «metteva semplicemente in fila i fatti, le parole pronunciate da Roccella che durante un festival letterario a Polignano a Mare, rispondeva: “Non entro nei casi individuali e nelle reazioni di una persona che ha un rapporto affettivo ed è il padre dell’eventuale indagato”, e quelle scritte da Facci, fino a quel momento in predicato di assumere la conduzione di una striscia quotidiana, che la Rai annuncia per la prossima stagione, sulla seconda rete, prima del telegiornale delle 13».
«Tutto questo — prosegue il racconto della redazione — insieme alle reazioni di chi i protagonisti della vicenda li contestava: dal tweet del segretario di +Europa, Riccardo Magi, alle dichiarazioni di Sandro Ruotolo, dalla segreteria nazionale dem, e di Stefano Graziano, capogruppo Pd in vigilanza Rai, pronti a dare battaglia a Viale Mazzini». Un pezzo che tra i corridoi della redazione viene commentato subito con quella che ha tutto il sapore di una sentenza già scritta: «Se resiste mezz’ora è un miracolo!», perché in questi primi nove mesi di governo Meloni, nelle palazzine di Saxa Rubra «la censura dei servizi è un fatto». Quello incriminato compie il miracolo e resiste due ore, dalle 17 alle 19, fino a quando il nuovo caporedattore, subentrato per turno, riceve l’ordine: il direttore vuole che scompaia ogni riferimento all’editoriale di Facci, perché «Facci non è una notizia». E dunque, il servizio va tagliato. Un servizio che così perde di senso e, per questa ragione, la redattrice che lo ha realizzato sceglie di ritirare la firma. Non è più un suo lavoro.
Eppure, Petrecca è alla guida di RaiNews.it dal novembre 2021 (insieme a RaiNews24, e Televideo). Erano già accaduti episodi simili, di servizi sgraditi da correggere prima, durante o dopo per questioni di opportunità politica, per diretto o indiretto intervento del direttore? La risposta tra i giornalisti è lapidaria: «Da quando si è insediato il governo Meloni, ci siamo trasformati nel Tg4 di Emilio Fede dei tempi d’oro! Durante le riunioni di redazione, molto spesso ci viene risposto che quel tale pezzo non si può scrivere, ma se poi si ha la voglia e la forza di insistere, spesso viene corretto a tal punto da perdere completamente di significato. Se di una storia, qualunque essa sia, si racconta solo una parte non si fa un corretto servizio».
Il comitato di redazione delle tre testate e l’esecutivo Usigrai (il sindacato interno dei giornalisti Rai) avevano già denunciato la partecipazione del direttore Petrecca alla kermesse di Fratelli d’Italia Atreju, lo scorso dicembre, ma fu poco più che un atto formale. «Fino a ieri nessuno aveva avuto il coraggio di reagire, di fare qualcosa di concreto — dicono non solo i giornalisti ma anche tante delle altre figure che lavorano nelle redazioni Rai — perché non è facile e ci vuole coraggio». Perché dopo anni di esperienza, di sacrifici e professionalità, in pochi si stupirebbero se chi ha avuto il coraggio di denunciare, di compiere un gesto come quello di cui stiamo parlando, «finisse demansionato nei fatti. È accaduto in passato, può accadere ancora».
(da agenzie)
Leave a Reply