REFERENDUM RADICALI, BANCHETTI IN CRISI: L’APPOGGIO DEL CAVALIERE NON SI VEDE
IL CAVALIERE AVEVA PROMESSO QUATTRO MILIONI DI FIRME, MA NESSUNO HA VISTO NULLA
Avevano promesso “almeno un milione entro la fine di settembre 2013 — è stata la parola di Renato Brunetta il 19 agosto scorso — perchè la giustizia italiana va riformata da cima a fondo”. E Berlusconi era addirittura arrivato a parlare di 4 milioni.
Qualcosa, però, sembra essersi un po’ inceppato nell’entusiasmo del popolo pidiellino all’indomani della scelta di Silvio Berlusconi di firmare tutti e 12 i referendum radicali promettendo di mobilitare il suo intero elettorato per raggiungere lo scopo.
Mancano, ormai, poco più di 15 giorni al fatidico 30 settembre, quando si chiuderà il tempo per la raccolta e nessuno sa bene quanto e — soprattutto — come sta andando la raccolta delle firme nei banchi del Pdl.
“Recentemente — racconta Maurizio Turco, tesoriere dei Radicali — dal Pdl hanno richiesto nuovi moduli per le firme, il che dovrebbe essere un dato positivo, ma in questi casi, finchè non si contano le firme non si può sapere. Mi risulta che, in alcune parti d’Italia, il Pdl è partito in ritardo, su alcuni quesiti ho saputo che hanno raccolto 150mila firme ciascuno, ma sono un po’ numeri a caso. Ripeto, fino a quando non si contano, non possiamo dire nulla”.
I moduli vengono raccolti nel garage di via San Silverio a Roma, è lì che verranno accatastati gli scatoloni con le firme per i controlli: “Al momento — sostiene Rita Bernardini proprio dal garage – è difficile capire a che punto stiamo; gli ultimi giorni sono sempre importanti, possiamo solo sperare che se non l’hanno fatto fino ad oggi, almeno mobilitino il loro popolo, come promesso, all’ultimo tuffo; comunque, mi chiedo, che fine ha fatto anche la sinistra? Qui sono spariti tutti, dal Pd a Sel passando per i socialisti, e anche loro avevano detto tutti che avrebbero dato una mano…”.
Il Pdl, però, con Berlusconi, si è esposto veramente tanto. E se, alla fine, all’appello mancheranno quei 4 milioni di firme promesse almeno sui 6 referendum sulla giustizia, che premevano più di altri al Cavaliere, vorrà dire che anche l’abbraccio con Pannella nel nome di una giustizia più giusta sarà stata solo l’ennesimo spot di Silvio a fini elettorali.
Ovviamente, i suoi.
Sara Nicoli
(da “il Fatto Quotidiano“)
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