BILANCIO CINQUESTELLE, LA TRASPARENZA NON C’E’
AFFITTI E CONSULENZE DEI GRILLINI: VOCI GENERICHE SENZA DETTAGLI
Un cruccio se lo sono tolti. Volevano sapere quanto guadagnasse Claudio Messora, il loro capo della comunicazione al Senato e lui, ieri, ha pubblicato on line la sua busta paga: 6.099 euro lordi, comprensivi di rimborso “ad personam variabile” per le spese di vitto a Roma.
Eppure, la diffusione del bilancio dei primi quattro mesi di attività dei gruppi parlamentari ha creato nuovi grattacapi tra gli eletti del Movimento.
Troppo generiche le voci che parlano di consulenze e di locazioni.
Mentre senatori e deputati, la settimana prossima, dovranno pubblicare il resoconto dettagliato delle spese sostenute con la diaria (non basta la cifra totale del bonifico per giustificare le uscite), qui si parla di contratti ed affitti senza specificare nè per chi nè per cosa.
Spulciando le 56 voci di spesa del bilancio (consultabile on line) effettivamente non si hanno le idee molto chiare.
È vero che i Cinque Stelle hanno rinunciato a 42 milioni di euro di finanziamento e restituito un milione e mezzo solo nei primi tre mesi di legislatura, ma la trasparenza è a costo zero.
E soprattutto è una delle “colonne del Partenone” che lo stesso fondatore del Movimento, una settimana fa, ha illustrato agli imprenditori del Forum di Cernobbio.
Eppure il bilancio pubblicato ieri — dopo la segnalazione de l’Espresso — è piuttosto generico. Risponde ai requisiti richiesti dalla legge, è vero.
Però da M5S ci si poteva aspettare qualcosa di più: per esempio a chi sono destinati i tre immobili presi in affitto dal gruppo.
O chi siano e cosa abbiano fatto i consulenti retribuiti (domanda: c’è anche la Casaleggio associati?).
Oppure, vista la campagna sui consumi “low cost”, perchè si siano spesi quasi 12 mila euro in tre mesi per la telefonia mobile.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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