RENZI A MOSCA SI TRAVESTE DA PUTIN: “NIENTE DOMANDE, MATTEO NON VUOLE”
USHAKOV, CONSIGLIERE DEL CREMLINO: “GLI ITALIANI CHIEDONO CHE I GIORNALISTI NON PONGANO QUESITI”
Nessuna domanda durante la conferenza stampa alla fine del vertice tra Matteo Renzi e Vladimir Putin di giovedì a Mosca.
“La parte italiana ha chiesto che non ci siano domande da parte dei giornalisti”, ha spiegato Iuri Ushakov, consigliere diplomatico del Cremlino.
Fonti di Palazzo Chigi la mettono come una scelta logistica: il formato della conferenza stampa era stato concordato con il Cremlino sulla base di dichiarazioni dei due leader al termine dell’incontro, anche in considerazione del rientro rapido a Roma della delegazione italiana.
Però, la prima volta al Cremlino di Renzi si preannuncia spinosa, tra omicidio Nemtsov e crisi ucraina.
Il premier vuol cercare di giocare un ruolo nello scacchiere diplomatico internazionale, coinvolgendo “lo Zar” nella questione libica.
Per la quale, lo ritiene centrale. Eppure la chiave dell’imbarazzo preventivo di Renzi è tutta nelle parole di Ushakov: “Enfasi, ovviamente, sarà posta sulla situazione di crisi in Ucraina”.
Perchè la posizione di Renzi “ha le sue sfumature, e ci saranno sostanziali e utili conversazioni in merito”.
Il premier non vuole trovarsi nella situazione di dover avallare o condannare pubblicamente il suo ospite. Quindi, le domande sono da evitare.
Sull’Ucraina, la posizione italiana è più sfaccettata di quella di Usa e Gran Bretagna (che a breve manderanno truppe a Kiev): la via diplomatica, innanzitutto.
E altre sanzioni se la Russia dovesse ulteriormente esagerare.
Non a caso, la visita — lampo al presidente Petro Poroshenko, a Kiev, è stata decisa dal premier più che altro per chiarire che andare da Putin non vuol dire sconfessare gli accordi di Minsk.
A Mosca, Renzi incontrerà anche il primo ministro russo Dmitry Medvedev. L’incontro con Putin avrà diversi formati, prima un incontro a due e poi con i membri delle delegazioni in un formato allargato, di pranzo di lavoro.
Renzi andrà anche a deporre un fiore sul luogo dell’agguato a Nemtsov (lì dovrebbe parlare con la stampa).
Un gesto politico che vuole confermare la condanna dell’omicidio di uno dei leader dell’opposizione russa, anche se il governo italiano ha confermato la visita, nonostante i sospetti su Putin.
Nei circoli renziani raccontano che a Mosca questa scelta non è stata accolta troppo bene.
I negoziati affronteranno anche “lo sviluppo di legami bilaterali, tra cui il commercio e la cooperazione economica e investimento cooperazione e interazione in ambito culturale e umanitario”.
Renzi dovrebbe incontrare poi la comunità italiana.
Sullo sfondo, ci sono gli affari: il gas, gli interessi di Fiat. Ma anche la moda. Un’agenda ufficiale, una nota diplomatica è arrivata soltanto ieri sera.
Wanda Marra
(da “il Fatto Quotidiano“)
Leave a Reply