“RENZI IL VECCHIO” RICICLA MORETTI, METTE IN MANO A TRE IMPRENDITRICI PRIVATE ENI, POSTE ED ENEL, TRE SETTORI PUBBLICI CHIAVE E PIAZZA I SUOI FINANZIATORI
MORETTI PASSA DALLE FERROVIE A FINMECCANICA, LA TODINI DAL SUO GRUPPO E DALLA RAI ALLE POSTE, LA GRIECO DALL’OLIVETTI ALL’ENEL, LA MARCEGAGLIA DAL SUO GRUPPO ALL’ENI… ED ENTRANO MOLTI FINANZIATORI DI BIG BANG
Nel gioco delle tre tavolette, Renzi è insuperabile: alla fine cambia sette manager su otto, nomina tre donne immagine per guadagnarsi il titolo sui giornali fiancheggiatori, riesce nell’impresa di consegnare a imprenditrici private la presidenza di tre settori pubblici chiave senza che nessuno osi parlare di conflitto di interessi.
Se le stesse cose le avesse fatte Berlusconi, diciamo la verità , lo avrebbero massacrato, ma se lo fa il bamboccione di Pontremoli che si è fatto assumere da paparino come dirigente pochi giorni prima di correre per la Provincia di Firenze con aggravio di 300.000 di contributi a carico degli italiani, tutti a parlare delle quote rose.
Il più gran bluff del secolo, il nulla fatto premier, un puparo in mano a forze economiche ben definite, “l’uomo di sinistra” che piace tanto alla casalinga di Voghera amante dei venditori di pentole taroccate, può dichiararsi “soddisfatto per la forte presenza femminile, segno di un protagonismo che chiedeva da troppo tempo un pieno riconoscimento anche da parte del settore pubblico, in linea, anzi all’avanguardia, rispetto alle migliori esperienze europee ed internazionali”.
Magari all’estero le donne provengono da esperienze manageriali pubbliche e non da gruppi industriali privati, ma per Renzi questo è un dettaglio.
Riesce a riciclare persino Moretti e a trattenerlo in Italia, dopo i brillanti risultati che lo hanno fatto portare in trionfo dai pendolari italiani: è tale la sua competenza ferroviaria che prende il Freccia Rossa direzione Finmeccanica dove sistemerà anche le navi.
Alla presidenza dell’Eni arriva l’ex numero uno di Confindustria, Emma Marcegaglia, gruppo industriale omonimo, società in rapporti con Eni e in passato coinvolta anche in vicende giudiziarie con il colosso controllato dal Tesoro (Enipower); a quella dell’Enel approda Patrizia Grieco che viene da Fiat Industrial, è presidente esecutivo di Olivetti e componente del cda di Italgas; per le Poste, infine, è stata scelta Luisa Todini, ex eurodeputata di Forza Italia, proprietaria della Todini Finanziaria Spa., ora nel cda della Rai.
L’unico presidente della vecchia guardia che conserva il posto, confermando quindi ampiamente il toto-nomine impazzato nei giorni scorsi, è Gianni De Gennaro, ex capo della polizia, che rimane a Finmeccanica.
Per lo più riciclati i nuovi amministratori delegati: all’Eni e all’Enel Paolo Scaroni e Fulvio Conti vengono sostituiti da due interni: al gruppo petrolifero viene promosso Claudio Descalzi mentre al gruppo elettrico Francesco Starace conquista la poltrona principale dopo aver gestito il business delle rinnovabili con Enel Green Power.
Alle Poste mister Agenda digitale, Francesco Caio, che la spunta su un altro nome circolato con insistenza, quello dell’ad dell’Espresso Monica Mondardini.
Nessun nome, per il momento, su Terna, su cui deciderà Cdp, ma per la quale si fa per la presidenza il nome di Catia Bastioli, a.d. di Novamont, azienda novarese leader nella produzione chimica (altra privata) , e di Aldo Chiarini per il ruolo di a.d.
Poi ci sono i nomi di più diretta ‘emanazione’ del presidente del Consiglio: li troviamo nei cda delle controllate, dove ci sono le personalità più direttamente riferibili a partiti e correnti.
E così nel cda di Eni c’è Luigi Zingales, economista, vicino a Renzi fin dai tempi delle Leopolde. Oltre a lui, Fabrizio Pagani, ex consigliere economico di Enrico Letta, ora nel board del ministro Padoan.
Tra i consiglieri di amministrazione di Enel c’è Alberto Bianchi, presidente della Fondazione renziana ‘Big Bang’, nonchè finanziatore della stessa fondazione.
E finanziatore di Renzi dai tempi della campagna per le primarie 2012 è anche Fabrizio Landi, che è nel cda di Finmeccanica (dove troviamo anche Marta Dassù, vicina al Pd dalemiano, e Guido Alpa, vicino a Denis Verdini di Forza Italia).
Nel cda di Posta c’è invece Antonio Campo dall’Orto, anche lui nell’elenco finanziatori della Big Bang.
Suo compagno di squadra in Poste, l’ex portavoce di Pier Ferdinando Casini, Roberto Rao.
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