RICOMINCIA LA MODA DEI GIUSTIZIERI FAI DA TE: AD AREZZO UN GOMMISTA UCCIDE LADRO ENTRATO NELLA SUA AZIENDA
INDAGATO PER ECCESSO DI LEGITTIMA DIFESA MA TRA POCO GLI DARANNO UNA MEDAGLIA… CHISSA’ COME MAI NESSUNO SPARA IN ALTO DOPO AVER CHIAMATO LA POLIZIA… MA CON SALVINI I CITTADINI NON ERANO FINALMENTE SICURI?
Ha sentito dei rumori provenire dall’esterno. Sì è alzato dal letto, nella stanza ricavata all’interno di un capannone industriale in cui vende pneumatici e biciclette alla periferia di Monte San Savino, nell’Aretino. Ha sorpreso i ladri, che erano entrati sfondando un vetro all’interno della sua azienda, e ha sparato.
Ora Fredy Pacini, 57 anni, è indagato per eccesso di legittima difesa. Poco prima delle quattro di questa notte (l’allarme è arrivato alla centrale del 118 alle 3.52) Pacini ha fatto fuoco e ucciso uno dei ladri scoperti all’interno della sua ditta, dove dormiva da quattro anni a causa di 38 furti, riusciti o tentati. A terra è rimasto un ventinovenne moldavo, che si è accasciato durante la fuga nel cortile dell’azienda. Mentre l’altro complice è riuscito a fuggire ed è ora ricercato dalle forze dell’ordine.
Secondo le prime ricostruzioni il ventinovenne moldavo, arrivato in Italia dalla Romania a settembre, è stato raggiunto da due colpi di pistola.
I proiettili l’hanno ferito a un ginocchio e a una coscia: quest’ultimo ha colpito l’arteria femorale. In totale Pacini ha sparato cinque colpi con una Glock da tiro a segno. “Sono entrati i ladri, ho sparato”, avrebbe detto Pacini che subito dopo ha chiamato il 112. “Ho sparato, c’è un uomo a terra, fate venire anche il 118”, avrebbe detto in una seconda chiamata. Al momento non si sa quanto tempo sia passato tra la prima e la seconda telefonata ai carabinieri.
Subito dopo l’arrivo dei militari e del magistrato Pacini è stato sentito dal pm, Andrea Clausani, a cui ha raccontato di essersi svegliato per i rumori e di aver sparato d’istinto. Per ora è indagato per eccesso di legittima difesa.
Al suo rientro in ditta, intorno alle 12,30, il gommista è stato accolto da applausi e grida: “Bravo Fredy, bravo Fredy” hanno urlato amici e conoscenti davanti alla sua azienda. “#Io sto con Fredy”, la scritta su uno striscione affisso sul cancello della ditta. Le indagini, nel frattempo, vanno avanti: i carabinieri hanno sequestrato il piccone usato per rompere un vetro dell’ingresso e la pistola con cui il commerciante ha sparato, un’arma regolarmente detenuta.
E si cerca l’auto con cui i due ladri erano arrivati sul posto: per questo potrebbero tornare utili alcune telecamere della zona.
Alessandra Cheli, legale del gommista, ha detto che “è troppo presto per parlare, dobbiamo ancora capire tutto”. A marzo scorso, in alcune interviste a quotidiani e tv locali, il gommista aveva denunciato “di vivere dal 2014 nella sua azienda” a causa dei furti.
Sul caso, intanto, è intervenuto il ministro degli Interni Matteo Salvini: “Dopo il decreto sicurezza, arriverà in Parlamento la nuova legge sulla legittima difesa. Io sto con chi si difende, entrare con la violenza in casa o nel negozio altrui, di giorno o di notte, legittima l’aggredito a difendere se stesso e la sua famiglia. La mia solidarietà al commerciante toscano, derubato 38 volte in pochi mesi: conti su di noi!”.
“Chi entra in casa altrui accetta le conseguenze, la tutela dell’aggredito deve essere prevalente su quella dell’aggressore”, il commento della ministra della Pubblica amminstrazione, Giulia Bongiorno, a Circo Massimo – la tutela dell’aggredito deve essere prevalente su quella dell’aggressore”.
Nessuno ha ancora spiegato perchè, prima di sparare, uno non chiami la polizia, e perchè non spari in alto, cosa che avrebbe probabilmente dissuaso i ladri.
E nessuno capisce che così si innesca un circuito che porterà i ladri a sparare pure loro per primi, aumentando solo le vittime.
(da agenzie)
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