RIVOLTA NEL CARCERE DI RIETI, SEI AGENTI FERITI DA INTOSSICAZIONE: MA COME SI FA DI FRONTE A UNA CAPIENZA MASSIMA DI 295 POSTI A STIPARE 493 DETENUTI E A RIDURRE IL PERSONALE DI BEN 56 AGENTI RISPETTO ALL’ORGANICO?
UN GOVERNO DI INCAPACI CHE STA PORTANDO L’ITALIA A MAGLIA NERA NELLA GESTIONE DEL SISTEMA CARCERARIO
Momenti di altissima tensione all’interno della Casa circondariale di Rieti, dove nel pomeriggio di ieri è scoppiata una violenta rivolta tra i detenuti. La sala ricreativa dell’istituto è stata data alle fiamme, generando un denso fumo che si è rapidamente propagato in tutte le sezioni del carcere
Secondo quanto denunciato dalla Fns Cisl Lazio, cinque agenti di Polizia Penitenziaria sono stati trasportati in ospedale per intossicazione da fumo, mentre un sesto è rimasto ferito dopo essere stato aggredito con una testata al volto da alcuni detenuti durante i disordini.
L’episodio riaccende i riflettori sulle condizioni critiche dell’istituto penitenziario, che attualmente ospita 493 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 295, con un sovraffollamento che supera il 65%. A questo si aggiunge una carenza di personale del 32%, con 56 agenti in meno rispetto all’organico previsto.
La Fns Cisl Lazio ha espresso solidarietà e vicinanza agli agenti coinvolti, sottolineando come “occorra garantire e tutelare il personale, che continua a svolgere con dedizione il proprio
mandato istituzionale, assicurando la sicurezza non solo delle carceri ma dell’intera comunità”.
Durissimo anche la reazione di Roberto Santini, segretario Generale del Si.N.A.P.Pe: “Dall’ultima rivolta nel carcere di Rieti non è cambiato nulla. Le stesse criticità, la stessa assenza di interventi concreti. Il personale è allo stremo, abbandonato. Il Capo del DAP e il Provveditore devono avere il coraggio di assumere decisioni risolutive, anche sulla guida dell’istituto. Servono azioni immediate per garantire la sicurezza e la salute delle donne e degli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria”.
(da agenzie)
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