SALVINI PRONTO A TRADIRE MARINE LE PEN
IL TENTATIVO DI UNIRE LE FORZE CON IL GRUPPO DEI CONSERVATORI E ORBAN AL PARLAMENTO EUROPEO, MA IL PROGETTO SI INFRANGE SUL VETO POLACCO… E ANCHE LA MELONI ORA SI OPPONE ALLE MIRE DI SALVINI
Matteo Salvini non è nemmeno andato all’Europarlamento a festeggiare il suo gruppo europeo, “Identità e Democrazia”, la formazione sovranista che con la Brexit è diventata quarta nella classifica dei gruppi in Aula, superando i Verdi.
Ora, dopo gli addii dei britannici e i nuovi ingressi, i sovranisti sono 76 e i Verdi sono 67. Un mutamento numerico che l’alleata francese, Marine Le Pen, ha ritenuto opportuno onorare, con una visita la scorsa settimana all’Europarlamento a Bruxelles, con tanto di incontro con tutto il gruppo di Identità e Democrazia, leghisti compresi.
Ma Salvini non è più contento della collocazione della Lega in Europa. Sogna un nuovo gruppo per i suoi 30 eurodeputati, come ha detto oggi nella conferenza all’Associazione Stampa Estera, anche a costo — ed è questa la novità — di mollare Marine Le Pen, si apprende da fonti leghiste.
Si sa, l’alleanza con la leader del Rassemblement National, pur celebrata da Salvini a ogni occasione e di fatto pilastro della sua campagna per le Europee, è stata un ostacolo alla formazione di un unico gruppo sovranista al Parlamento europeo, sogno leghista prima del voto di maggio.
L’inverno scorso, il leader polacco del Pis, Jaroslaw Kaczynski, ha respinto al mittente l’offerta di Salvini, quando il leghista si presentò a Varsavia.
Due i motivi: il primo, l’asse dell’allora ministro dell’Interno italiano con Le Pen, leader di un partito ben piazzato nei sondaggi in Francia, ma di opposizione.
Secondo, i legami con la Russia, vero e proprio tabù storico-politico in Polonia, problema che riguarda tanto Le Pen quanto lo stesso Salvini. Per questo non se ne fece nulla.
Gli eurodeputati del Pis ora sono nel gruppo europeo Ecr – i Conservatori e Riformisti che includono anche gli eletti di Fratelli d’Italia – quella destra nei cui confronti però non vale il ‘cordone sanitario’ che in Europa ha escluso tutta Identità e Democrazia dalle cariche nelle istituzioni europee.
Ecr è guidato dai polacchi, appunto, che hanno legami storici con la Germania, restano nell’orbita tedesca e soprattutto dipendono dai fondi europei. E poi sono al Governo nel loro paese e questo in Europa conta.
Inoltre, proprio per il no a Salvini, Kaczynski viene apprezzato dalle cancellerie europee che altrimenti adesso si ritroverebbero ad avere a che fare con un unico ‘gruppone’ anti-europeista.
È il motivo per cui, riferiscono fonti europee, non decolla la condanna del Consiglio europeo alla Polonia per violazione dello Stato di diritto, malgrado Varsavia abbia pure approvato la contestata legge che mina l’indipendenza della magistratura.
A quanto apprende Huffpost, il leader polacco non ha cambiato idea. Resta convinto di non voler formare un nuovo gruppo sovranista con Matteo Salvini.
La ragione è presto spiegata e sommata alle altre già citate rafforza il suo no: un nuovo gruppo verrebbe automaticamente guidato dalla Lega, che avrebbe la delegazione più numerosa. I polacchi dunque perderebbero il ruolo di guida che invece ora si sono assicurati nell’Ecr.
Malgrado queste reticenze, Salvini immagina questo nuovo grande gruppo europeo. Anche al punto di mettere fine all’alleanza con Le Pen, che pure ieri si è dimostrata solidale dopo il voto in Senato sul caso Gregoretti.
L’idea non è ancora matura. Ma il leghista non ha fretta, dicono i suoi.
Secondo il piano leghista, il nuovo gruppo dovrebbe comprendere anche gli eurodeputati di Fidesz, il partito di Viktor Orban sul quale pende l’espulsione dal Ppe. I tempi sembrano lunghi, tanto più che ultimamente i Popolari hanno rinviato il caso Orban, che appare destinato a restare sospeso nel Ppe fino al Congresso dell’anno prossimo.
Ma se dovesse lasciare i Popolari, l’ungherese dovrebbe entrare in un altro gruppo europeo. Di recente ha avuto un lungo incontro a Roma con Giorgia Meloni e soltanto il giorno dopo ha incontrato Salvini.
In molti danno per scontato un suo ingresso nell’Ecr, in caso di addio al Ppe. Ma non è detto che Orban non preferisca fondare, anche lui come Salvini, un gruppo ex novo con tutti i Conservatori e Riformisti e magari altri pezzi dei Popolari.
Infatti è questo lo scenario immaginato da Salvini. Un’idea che si poggia anche sul caos scoppiato nel più grande partito del Ppe: la Cdu tedesca, che ora è più che spaccata dopo l’accordo con l’ultradestra xenofoba dell’AfD in Turingia e le dimissioni della presidente Annegret Kramp-Karrenbauer. È un vero e proprio caso europeo, un problema anche per lo stesso Ppe.
Dal punto di vista sovranista, è il momento giusto per soffiare sul fuoco: al prossimo Congresso, in vista delle elezioni 2021, il partito di Angela Merkel deve decidere la futura linea politica e, soprattutto, la distanza da tenere verso l’AfD.
Se confermare il no assoluto della Cancelliera a qualsiasi dialogo con una formazione xenofoba oppure rompere il tabù dettato dal nazismo e dalla storia e avvicinarsi alla concorrenza di destra, come sarebbe nel dna di Friedrich Merz, rivale di Merkel, il primo a candidarsi alla leadership della Cdu per il prossimo Congresso.
Salvini insomma tenta di giocare su queste variabili, per uscire dall’angolo di un gruppo sovranista con 76 eurodeputati eppure ininfluente nelle istituzioni europee, perchè lasciato ai margini.
Contro di lui, il muro di Kaczynski e anche della stessa Giorgia Meloni, con cui i rapporti ultimamente non sono idilliaci. Il leghista oggi l’ha descritta come rappresentante della “destra radicale”.
In casa Fratelli d’Italia l’espressione non è piaciuta, ultima di varie scintille dell’ultimo periodo tra i due partiti alleati di un centrodestra che ancora cerca un accordo interno.
(da “Huffingtonpost”)
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