SALVINI VUOLE RIAPRIRE TUTTO? L’ESPERTO VIROLOGO DI ZAIA CHE HA SALVATO IL VENETO DAL COVID DICE IL CONTRARIO
IL PROF. CRISANTI: “L’8 MARZO ABBIAMO DICHIARATO L’EMERGENZA CON 1.797 CONTAGI AL GIORNO, OGGI CON 2000 AL GIORNO VOGLIONO APRIRE TUTTO?”… “NON SI RENDONO CONTO CHE IL RISCHIO E’ ALTISSIMO, BISOGNAVA ALLENTARE SOLO IN TRE REGIONI E USARLE COME PROVA”
Stamattina vi abbiamo raccontato del video che Matteo Salvini ha pubblicato dopo la conferenza stampa di Giuseppe Conte incitando alla rivolta contro il governo per la quarantena e annunciando una manifestazione in strada per il primo a maggio, mentre sono ancora in vigore tutte le regole dell’emergenza Coronavirus.
“Abbiamo accettato tutte le chiusure e i limiti ma la libertà non ha prezzo. Non vorrei che qualcuno nel nome del virus stesse abusando della pazienza degli italiani e preparando i saldi delle nostre aziende in Germania o in Cina”, sostiene Salvini.
Che poi passa alle minacce: “Molti di voi mi dicono ‘organizzaci, Matteo’: raccogliamo le idee in questi giorni e il primo maggio lanciamo un piano per la ricostruzione nazionale e se sarà necessario perchè non vi ascoltano ci faremo vedere e sentire compostamente e dignitosamente, distanti con guanti e mascherine, fuori dagli schermi e dai social. E’ un mese e mezzo che ci tengono a discutere su un telefonino, torniamo nelle nostre strade e nelle nostre piazze. C’è di mezzo il futuro dei nostri figli. La libertà non ha prezzo, non la puoi tener chiusa mentre mezza Europa sta riaprendo”.
Oggi Andrea Crisanti, ordinario all’università di Padova e direttore del laboratorio di Microbiologia del Policlinico in un’intervista al quotidiano Il Giornale, è andato all’attacco del DPCM 26 aprile per la Fase due per il motivo contrario: ovvero perchè è troppo permissivo.
“L’8 marzo quando è stato deciso il lockdown avevamo registrato 1.797 contagi in più in un giorno. Ora siamo ancora sopra i 2mila nuovi casi in 24 ore. Non capisco che cosa ci sia di diverso oggi rispetto al giorno in cui abbiamo deciso di chiudere tutto”.
“Con la riapertura il rischio è elevatissimo. Gli italiani hanno fatto enormi sacrifici che al momento hanno evitato che ci fossero ancora più vittime ma se si riprende così, nel disordine quei sacrifici saranno vanificati e dovremo ricominciare da capo. Si potrebbe riaprire già domani ma in modo ragionato ovvero non tutti insieme e soprattutto non nelle regioni dove i contagi sono ancora moltissimi e la percentuale di crescita è sostenuta. Io aprirei soltanto in 2 al massimo 3 regioni con diffusione bassa del virus.
“Per esempio in Sardegna che è isolata poi in un’altra regione al sud sempre con un numero basso di contagiati. — continua Crisanti — Poi necessariamente in una regione del Nord per studiare che cosa succede anche nel caso di un’area ad alta industrializzazione. Io sceglierei il Veneto perchè ha queste caratteristiche e qui il contenimento del virus ha funzionato meglio rispetto alla Lombardia o al Piemonte”.
“Si riapra a scaglioni e per una settimana studiamo che cosa succede nelle aree prescelte. Se dovessero esplodere nuovi focolai saremmo in grado di circoscriverli concentrando lì tutta la potenza per l’identificazione, — spiega Crisanti — l’isolamento e il tracciamento dei positivi e dei loro contatti. Tutto quello che abbiamo imparato in queste settimane. E avremmo un modello per capire meglio il comportamento del virus”.
(da agenzie)
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