SANITA’, EFFETTO FEDERALISMO: SARANNO CHIUSI 158 REPARTI MATERNITA’, IL 30% DI TUTTI QUELLI ESISTENTI IN ITALIA
LA SCUSA SAREBBE CHE ALMENO QUELLI SOPRAVVISSUTI GARANTIREBBERO UNA ADEGUATA ASSISTENZA. SIAMO ALLA FARSA: INVECE CHE DOTARE TUTTI GLI OSPEDALI DI STRUMENTI, ATTREZZATURE E PERSONALE QUALIFICATO, SAREBBE MEGLIO CHIUDERLI E COSTRINGERE UNA DONNA A MACINARE CENTO CHILOMETRI CON LE DOGLIE
Chiusura dei reparti di maternità che effettuano meno di 500 parti l’anno e riorganizzazione di quelli che ne registrano meno di 1.000.
La grande novita’ contenuta nel Piano del ministero della Salute per il riordino dei punti nascita, approvato dalla Conferenza Stato-Regioni lo scorso dicembre e dunque operativo, fa gia’ registrare le ”prime resistenze”,
Il Piano portera’ alla chiusura, come stimato dallo stesso ministro della Salute Ferruccio Fazio, di circa il 30% dei reparti maternita’ italiani non rispondenti ai requisiti.
Ad essere coinvolte in maniera piu’ drastica sarebbero le Regioni del sud: in Calabria, ad esempio, si avrebbe la chiusura di 15 punti nascita su 29.
Il piano prevede 10 punti chiave per ridisegnare la ‘mappa’ del percorso nascita, tra i quali: riconvertire i centri in modo che siano tutti attrezzati e sicuri, favorire il parto naturale riducendo il ricorso al parto cesareo, garantire a tutte l’accesso all’analgesia epidurale, migliorare la formazione degli operatori, monitorare e verificare costantemente le attività , promuovere la Carta dei Servizi per il percorso nascita.
I veri problemi si presenteranno ora, sul territorio, in fase di applicazione delle nuove disposizioni, che prevedono la razionalizzazione/riduzione progressiva dei centri con un numero di parti inferiore a 1000 l’anno.
I piccoli ospedali a volte non hanno strumenti e attrezzature necessari, e non possono dunque offrire sufficiente sicurezza, dicono i sostenitori della riforma. La chiusura riguarderebbe 158 punti nascita su 559 nel Paese.
Coinvolte in maniera piu’ rilevante risulterebbero le regioni del Sud.
Sono infatti a rischio chiusura 38 punti su 75 in Sicilia, 22 su 72 in Campania, 15 su 29 in Calabria.
Minore l’impatto sulle regioni del Nord, con 8 punti nascita su 75 sotto i 500 parti l’anno in Lombardia e addirittura nessuno in Piemonte e Veneto.
E sono proprio i parti e le nascite ad essere piu’ frequentemente al centro degli episodi di presunti errori o malasanita’ commessi da medici e strutture ospedaliere in Italia, secondo la casistica raccolta dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari.
Tra le segnalazioni raccolte infatti, solo tra giugno e settembre 2010, risultano pari a 19 su 47 i casi di neonati o puerpere morti in seguito al parto, per un cesareo mancato o ritardato o per il pellegrinaggio tra diverse strutture. Episodi piu’ spesso verificatisi negli ospedali di Calabria e Sicilia.
Ma la motivazione della presunta “razionalizzazione” è davvero ridicola: se i piccoli ospedali a volte non hanno strumenti e attrezzature necessari, e non possono dunque offrire sufficiente sicurezza’, basterebbe garantiglieli,come in tutti i Paesi civili.
Invece cosa si fa?
Si chiudono, anzichè dotarli di strumenti, attrezzature e personale specializzato.
Da notare che 500 parti all’anno significano 42-45 parti al mese, quasi uno e mezzo al giorno.
Non si tratta quindi di piccoli ospedali sperduti sui monti.
E poi vogliono pure spacciare dei miserevoli tagli per grande opera di “razionalizzazione”…
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