OPERAIO IN NERO PER UN GIORNO: 50 EURO E NESSUN DIRITTO. E’ QUESTA L’ITALIA DELLA GIUSTIZIA SOCIALE?
SULLA STRADA ASPETTANDO IL CAPORALE CHE TI FA LAVORARE…. TRA ABUSI, INGIUSTIZIE E MORTI SENZA NOME… IL “LAVORO SPORCO” DI TANTI “INVISIBILI” SOLO A CHI NON LI VUOLE VEDERE, IN UNO STATO SOCIALE LATITANTE
Sono le 5 del mattino, sulla statale a ridosso della Magliana, periferia sud di Roma. Vicino a un viadotto, si distinguono delle sagome sul ciglio della strada: vanno avanti e indietro tra le auto che sfrecciano.
Saranno una cinquantina, da lontano sembrano prostitute.
In realtà sono uomini: lavoratori, operai.
Tutti in cerca di un lavoro. «In nero, ovviamente».
Moldavi, ucraini, rumeni, polacchi in attesa del caporale che di lì a poco li assolderà in qualche cantiere, «in nero ovviamente».
Costano la metà e lavorano quasi il doppio rispetto a un operaio regolare.
Un manovale in nero prende 40 euro per dieci ore di lavoro; si sale fino
a un massimo di 70 euro per quelli con più esperienza.
Vuol dire che devono saper fare di tutto: muratura, pittura, intonaco, massetti, pavimenti, idraulica etc.
Nessuno può discutere o contrattare il salario.
Se ti sta bene sali in macchina, altrimenti resti in strada ad aspettare la prossima opportunità , se ci sarà .
Perchè le strade della capitale sono sempre più piene di lavoratori che si offrono senza condizioni.
Con una telecamera nascosta abbiamo anche filmato quello che succede
quotidianamente sulle strade provando a fotografare la paura, la rassegnazione e l’indignazione di chi non ha altra scelta per vivere.
Ma anche la spudorata arroganza con la quale i caporali abusano di queste persone.
Per un giorno ci siamo trasformati in uno di loro: siamo diventati operai in nero. “Invisibili” ma parte integrante di quella terribile piaga del lavoro senza diritti che affligge l’Italia.
Dopo alcune ore in piedi e sotto al sole si ferma una macchina.
Il socio di un’impresa locale ci ingaggia per il rifacimento della retefognaria di una residenza sanitaria.
Il prezzo per la giornata è 50euro.
Appena arrivati prendiamo ordini a ripetizione e iniziamo a fare quello che qui chiamano il «lavoro sporco».
Inutile parlare di sicurezza sul lavoro.
Se chiedi un paio di guanti o un casco ti ridonoin faccia: «Qui si lavora così … lavora piano piano».
Un altro operaio spiega che se ci facciamo male o sbagliamo a fare qualcosa è meglio che ce ne andiamo subito perchè il capocantiere nemmeno ci pagherà . Ma l’infortunio è il minimo che può capitare.
In casi peggiori nessuno dovrà mai sapere come e cosa è successo.
Insomma, dei fantasmi.
Inesistenti anche per le statistiche che non li contemplano neppure alla voce «morti sul lavoro».
Tragica realtà quotidiana nell’Italia che produce e lavora senza regole e diritti.
Antonio Crispino
(da “Il Corriere della Sera“)
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