CHE GOVERNO UNITO… IL MINISTRO ROMANI ATTACCA LA PRESTIGIACOMO: “QUELLA MATTA MI FA INCAZZARE”
DAVANTI A UNA PLATEA DI IMPRENDITORI BRIANZOLI, IL MINISTRO DELLO SVILUPPO INSULTA LA COLLEGA DELL’AMBIENTE SUL DECRETO INCENTIVI, IN NOME DELLA SUPERIORITA’ MORALE DELLA PADAGNA: “VORREBBE L’AUTOCERTIFICAZIONE, MA L’ITALIA NON E’ TUTTA COME LA LOMBARDIA”
Le agenzie di stampa, dando conto dell’ennesimo rinvio nell’approvazione del decreto sul quarto conto energia, parlavano eufemisticamente di “contrasti” tra il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani e quello dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo.
La realtà , come testimonia il video in esclusiva su Repubblica.it dell’intervento svolto da Romani a un convegno sulle “prospettive di sviluppo per le aziende brianzole” organizzato a Giussano dal mobilifico Tissettanta, è che tra i due membri del governo è in atto una battaglia feroce.
Illustrando alla platea il motivo del contendere tra i due dicasteri, il titolare dello Sviluppo Economico non usa certo giri di parole per fotografare la situazione.
“Se quella matta della Prestigiacomo non mi fa incazzare ancora oggi…Lo dico perchè sono un po’ arrabbiato, veramente, non ci ho dormito la notte…”, afferma Romani alzando il tono della voce.
Il varo del quarto conto energia si è reso necessario nel marzo scorso, quando, a sorpresa, ad appena poche settimane dall’entrata in vigore del nuovo regime di incentivazione per il fotovoltaico, Romani ha fatto licenziare da Palazzo Chigi il decreto ” ammazza rinnovabili” che ha rimesso tutto in discussione.
Il vecchio sistema di aiuti all’energia solare cessa quindi di avere validità a fine maggio, mentre a stabilire le regole per il futuro dovrebbe essere appunto un nuovo provvedimento.
Romani, seguito a ruota dalla Prestigiacomo, dopo una clamorosa ondata di proteste e prese di posizione, aveva promesso quanto meno che i tempi sarebbero stati brevi per evitare di lasciare nell’incertezza un settore produttivo che calcolando anche l’indotto conta oggi su oltre 100 mila addetti. “Sarà pronto entro il 20 marzo”, aveva garantito.
In realtà , ad oggi, il quarto conto energia è ancora nel cassetto e le bozze discusse sin qui continuano a suscitare critiche e disappunto da parte sia delle Regioni che delle associazioni di categoria.
I motivi dei ritardi sono naturalmente molti e l’incentivazione delle energie rinnovabili non è certo una priorità di questo governo, ma ad un’ostilità di fondo si è aggiunta ora anche una profonda rottura tra i due ministri competenti.
A spiegare il motivo dello scontro è stato lo stesso Romani nel suo intervento al convegno di Tisettanta.
Davanti alla prospettiva di riduzioni graduali nell’incentivazione del fotovoltaico, il ministero dello Sviluppo Economico pretende che il calcolo per il tipo di tariffa a cui si ha diritto venga calcolata in base alla data di allaccio alla rete.
Di contro, spiega ancora Romani riferendosi alla Prestigiacomo, “qualche estremista vorrebbe che l’incentivo venisse fermato al momento in cui io mi autocertifico la conclusione dei lavori”.
“Mi stanno rompendo le palle”, aggiunge poco dopo.
Una posizione, quella del MSE, in teoria sensata, ma che non tiene conto del fatto che gli imprenditori onesti rischiano di vedere messo a repentaglio dai ritardi della burocrazia necessaria all’allaccio in rete anche un investimento fatto nei tempi giusti.
Un problema che evidentemente per Romani non esiste, mentre apparentemente la priorità è scongiurare le false dichiarazioni di fine lavori. “Dell’autocertificazione consentitemi di dubitarne, non in Lombardia per l’amor di Dio, ma in qualche altra parte d’Italia qualche dubbio sull’autocertificazione ce l’ho…”, dice il ministro alla platea brianzola senza nascondere un certo razzismo verso il Mezzogiorno.
Parole poco edificanti per un ministro della Repubblica, che assumomo un valore ancor più grave perchè lasciano spazio a congetture sull’esistenza di qualche sospetto sulla posizione della Prestigiacomo visto che probabilmente tra le “altre parti d’Italia” accennate da Romani c’è proprio la Sicilia, terra d’origine e collegio elettorale della collega dell’Ambiente.
Dallo staff del ministro si fa sapere che quelle utilizzate da Romani sono “espressioni colorite”, visto che i rapporti fra i due colleghi “sono ottimi”.
Non si tratta quindi “assolutamente di un attacco personale”.
Quella di Romani e Prestigiacomo è una divisione che mette a rischio centomila lavoratori in un settore strategico per il futuro del Paese, che era cresciuto nonostante la crisi per poi essere paralizzato dal decreto Romani.
Senza contare la spocchia con cui Romani intende magnificare la padagna a danno del meridione in modo manicheo, ennesima dimostrazione di un latente razzismo di questo governo che non sa neanche garantire gli allacci in rete in tempi burocratici europei, nord compreso.
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