SARA’ LO SPREAD AD AFFOSSARE LA MELONI? IL RENDIMENTO DEL BOND DECENNALE È IN CONTINUA CRESCITA, IERI È SALITO AL 4,72%. MENTRE IL DIFFERENZIALE BTP-BUND SI AVVICINA A QUOTA 200
OGNI PUNTO IN PIÙ DI TASSI D’INTERESSE COSTA TRE MILIARDI DI EURO AL TESORO. COSÌ L’ANNO PROSSIMO ROMA SUPERERÀ ABBONDANTEMENTE LA CIFRA RECORD DI 100 MILIARDI DA PAGARE PER GLI INTERESSI PASSIVI
I titoli di Stato dell’Italia tornano sotto il faro. Da qualche giorno il rendimento del bond decennale, che fa da riferimento in Italia, è in continua crescita. Ieri il tasso è salito a quota 4,72% con lo spread a 193 punti base. A giugno il tasso del Btp si muoveva ancora in area 4%. Il timore è che la tendenza in atto porti il livello sopra quota 5% già prima della fine dell’anno. Per le casse dello Stato si tratterebbe di una sfida aggiuntiva da affrontare. Ogni punto in più di remunerazione crea un fardello addizionale di spesa per interessi e rende la coperta sempre più corta
Uno studio di un anno fa dell’Università Cattolica stimava una crescita della spesa per interessi di 3 miliardi nei successivi 12 mesi nel caso di un aumento di un punto percentuale dei tassi di interesse sui titoli di Stato, persistente e uniforme lungo la curva per scadenze.
In ogni caso le cifre aggiuntive andranno sommate a quelle già calcolate dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti per il 2024. Il ministro qualche giorno fa ha detto che nel 2024 lo Stato pagherà 14 miliardi in più di spesa per interessi sul debito rispetto al 2023, anno in cui molto probabilmente spenderà oltre 100 miliardi (nel 2022 la cifra era stata di oltre 83,5 miliardi, non si conosce ancora l’ammontare relativo all’anno in corso ma è ipotizzabile che supererà questo livello).
Vuol dire che, aggiunti i 14 miliardi di Giorgetti e i nuovi miliardi legati all’attuale ulteriore incremento del tasso del Btp, l’anno prossimo l’Italia supererà abbondantemente la cifra record di 100 miliardi da pagare per gli interessi passivi e potrebbe facilmente avvicinarsi ai 120 miliardi. Nel 2020 aveva versato 57 miliardi, meno della metà.
Intanto nuove aste sono in arrivo. Da qui a fine sono 17 le aste di titoli di Stato in programma mentre ci saranno 383 miliardi di euro di titoli in scadenza nei prossimi 12 mesi (escludendo le aste già tenute a settembre). Al momento ammonta a 2.389 miliardi di euro lo stock dei titoli di Stato in circolazione. Da gennaio ad agosto 2023 sono stati emessi titoli per 244 miliardi circa, ai quali vanno aggiunti i 19 miliardi delle aste di settembre.
Riguardo al tasso, le previsioni indicano già un livello più elevato per il 2024. Nel suo recente Economic Outlook sull’Eurozona, S&P prevede un livello che per il Btp di media sarà al 4,7% nel 2024, per poi scendere solo leggermente al 4,5% nel 2025 e al 4,4% nel 2026. Significa che il rincaro accompagnerà il Tesoro per molto tempo ancora.
«Certo è che sono finiti i tempi della cuccagna in cui lo Stato poteva rifinanziare il proprio debito a tassi bassissimi, vicini allo zero – dice Piergiacomo Braganti, Research Director di WisdomTree Europe -. Adesso ricomincia la risalita e per i conti dello Stato non è una bella cosa». A tutto questo si aggiunge il fatto che lo spread, che misura la fiducia verso il nostro Paese, è in allargamento e presto potrebbe superare quota 200 punti base.
Va però detto che il movimento attuale dei rendimenti è comune e riguarda tutto il debito governativo. Anche il tasso del decennale tedesco è in ascesa ed è arrivato intorno a quota 2,8%. Ieri a spingere sul rialzo sono stati i timori di un’ulteriore stretta monetaria in arrivo dopo i commenti di alcuni funzionari della Federal Reserve Usa.
Intanto la Germania corre ai ripari e di tagliare le sue emissioni di bond. Il Paese si può permettere questo passo e quindi ridurrà le emissioni di debito del quarto trimestre di 31 miliardi di euro. Questo per effetto della decisione del governo di diminuire le misure di sostegno contro il caro-energia.
Se si considera anche il terzo trimestre le mancate emissioni di Bund, rispetto a quanto stimato nel dicembre 2022, ammontano a 45 miliardi di euro. In ogni caso, riferisce Bloomberg, i 500 miliardi di euro di debito che la Germania collocherà nel 2023 rappresentano un record. La notizia che la Germania dovrà finanziarsi di meno sui mercati ha fatto scendere i rendimenti del Bund decennale, che ora sono piatti, contribuendo all’allargamento dello spread con il Btp fino a 191 punti base.
Se la Germania stringe i rubinetti, l’Italia invece va avanti a passo accelerato: a inizio ottobre partirà la seconda emissione del Btp Valore, il titolo di Stato riservato ai piccoli risparmiatori. L’ipotesi è di un nuovo boom. A giugno questo strumento aveva raccolto oltre 18miliardi di euro di sottoscrizione segnando un record storico. Con i tassi elevati è prevedibile una nuova corsa al Btp Valore.
(da agenzie)
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